Cronaca

IMMAGINARIO STRALCIO DI UN VERBALE DI POLIZIA DEGLI ANNI ’60 IN MORTE DI UN NOTAIO SANSEVERESE di MICHELE MONACO

Commissario, immagino che mi abbia convocato per la scomparsa del notaio VINCENZO SCANETTI…E’ proprio una brutta storia! .

GIÀ, È PROPRIO UNA BRUTTA STORIA, MA LEI CHE COSA MI PUÒ DIRE CIRCA I SUOI RAPPORTI CON LO SCANETTI?

Mah…le posso dire che i nostri rapporti- da quando lui è entrato in politica- sono sempre stati pessimi.

 

Avevamo due visioni opposte della gestione della cosa pubblica. Tra l’altro, mi risulta che insultasse chi- a suo dire- non gli mostrava…fedeltà e riconoscenza.

SI SPIEGHI MEGLIO…

Beh, io penso che da una persona ci si debba aspettare un atteggiamento di “lealtà” e non di “fedeltà”. I fedeli stanno bene in chiesa. Ma come poteva pretendere fedeltà e riconoscenza da persone alle quali veniva spacciato per un favore personale ciò che per loro era un sacrosanto diritto. Probabilmente avrà trovato qualcuno che ha scoperto il “giochetto”ed è accaduto il fattaccio….

LEI MI STA DICENDO CHE IL MOVENTE DELLA MORTE DEL NOTAIO ANDREBBE RICERCATO NEI SUOI METODI CLIENTELARI?

Il mio è solo un ragionamento, comunque nei riguardi del notaio, come le dicevo, non nutrivo alcun rancore ma solo una convinta indifferenza. Ricordo però che si attirava antipatie e inimicizie quando si vantava in pubblico di discendere da una gloriosa stirpe di notai del 1700. Pensi che affermava spesso di essere nientemeno che…“l’erede dei giustizieri dei Repubblicani sanseveresi  del 1799”.

COSA? L’EREDE DI UN TRAGICO AVVENIMENTO DI CIRCA 200 ANNI FA…E’ INCREDIBILE!

Le sembrerà incredibile, ma le vicende del febbraio 1799 costituiscono una delle pagine più tragiche della storia della Città di San Severo e, ancora oggi, nel 1962, le ferite non si sono mai rimarginate. Se posso permettermi, Commissario, la inviterei a consultare gli scritti di MATTEO FRACCACRETA, un diretto testimone e cronista di quei fatti descritti nel volume sesto del “Teatro Topografico-storico-poetico della Capitanata (ARNALDO FORNI Editore). Penso che la storia “dei giustizieri” non l’abbiano presa bene i discendenti delle famiglie di quei giovani Repubblicani vittime (senza uno straccio di processo) di un barbaro eccidio i cui mandanti politici -notai anch’essi- risultano appartenere all’albero genealogico del notaio VINCENZO SCANETTI. Un albero che non è certamente “L’ALBERO DELLA LIBERTÀ”.

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