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LA…MALATTIA DELLA SANITÀ PUGLIESE

Nei giorni scorsi, durante un convegno sullo sviluppo del territorio regionale pugliese, il Presidente MICHELE EMILIANO, in merito al forte disavanzo della sanità pugliese ((450 MILIONI DI EURO!)) ha tenuto a chiarire che non si tratta di un buco di bilancio ma dell’aumento dell’energia elettrica, dei fondi per il COVID che il Governo non ha destinato alla Puglia e dell’aumento fisiologico del fondo sanitario nazionale che lo stesso Governo nazionale non ha destinato alle casse pugliesi della sanità. EMILIANO ha anche colto l’occasione per annunciare che NON VERRANNO AUMENTATE LE TASSE e che la difficile situazione verrà affrontata imponendo FORTI RISPARMI AL BILANCIO REGIONALE. “In pratica – ha detto testualmente il Governatore di Puglia – non potremo realizzare parecchie cose che avremmo voluto e potuto fare se il Governo MELONI avesse fatto a dovere la sua parte”. Tutto ciò che ha dichiarato EMILIANO è stato commentato anche dal Segretario regionale del Partito Democratico DOMENICO DE SANTIS che ha voluto sottolineare che tutte le regioni d’Italia stanno facendo i conti con fortissime difficoltà di bilancio. “Infatti nella Conferenza Stato-Regioni – ha detto DE SANTIS – tutte le Regioni hanno denunciato al Governo la sottostima del fondo sanitario nazionale, chiedendo ulteriori 5 MILIARDI DI EURO. E sottolineo – ha aggiunto il Segretario pugliese PD – che non si tratta di una rivendicazione di parte, considerando che la maggioranza dei Governatori è di Centrodestra, ma si tratta di un problema serio, concreto e sotto gli occhi di tutti. Il Governo MELONI non ha infatti previsto nel DEF (Documento di Finanza Pubblica) una copertura adeguata per i maggiori costi dovuti all’inflazione, ai rincari energetici e agli adeguamenti contrattuali del personale sanitario e di comparto. E inoltre non ha rimborsato le spese COVID anticipate da tutte le Regioni. Tutto ciò ha contribuito a determinare il disavanzo sanitario, insieme a criteri di riparto del fondo nazionale che vedono la PUGLIA ancora penalizzata e costretta a subire le conseguenze di una consistente mobilità passiva”.

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