L’Associazione Tecnici Artigiani di San Severo e il lavoro che c’è ma mancano le maestranze.

Armando dell’Oglio: “I giovani, al primo giorno, chiedono di sapere quant’è lo stipendio, anziché d’imparare l’arte”.
Potrebbe sembrare il “solito” ritornello che si ripete ciclicamente sulla mancanza di lavoratori nei vari ambiti ma da quello che dicono dall’Associazione Tecnici Artigiani di San Severo, non è proprio così. La nota associazione composta da maestranze qualificate ha iniziato con una frase, quasi uno slogan: “Giovani lavoratori specializzati latitano”. È il tesoriere del sodalizio, Armando dell’Oglio a ribadire che: “Negli ultimi anni, abbiamo serie difficoltà a reperire maestranze specializzate sui cantieri. Si parla molto di creare lavoro per le giovani leve ma, in buona sostanza, si fa poco per creare un circolo virtuoso che includa seriamente scuola e lavoro. Quale esperienza lavorativa potrà mai crearsi o avere un giovane trentenne per aspirare a gestire un’impresa? Sempre più spesso, in tutti gli ambiti –dall’edilizia alla termoidraulica, passando per la carpenteria e l’impiantistica – si incappa in giovani alla prima esperienza lavorativa, o provenienti da settori totalmente differenti per tipologia di lavoro – ha ribadito dell’Oglio, titolare di un’impresa edile -. Abbiamo difficoltà oggettive, anche all’interno della nostra associazione a trovare manodopera specializzata, quella che i nostri padri definivano ‘il mastro’, la maestranza, lo specialista. Come artigiani, sollecitiamo le istituzioni a fare di più! Vanno gettate le basi per i giovani, altrimenti non ci sarà il ricambio generazionale. Già oggi ci sono sempre più sessantenni sui cantieri”. Mestranza, vuol dire: “Il complesso di maestri operai che che lavorano in uno stabilimento, da cui dipendono gli operai più giovani, gli apprendisti”. La quesione è seria e Armando dell’Oglio la dettaglia: “Oggi, s’inizia a lavorare verso i 25 anni con curriculum con non hanno nulla a che fare con le attività richieste (ho avuto anche laureati). Quindi, da apprendisti, noi cerchiamo di formare questi giovani affichè acquisiscano le competenze per definirsi ‘maestranza’: ciò richiede tempo, però, nonmeno di due anni. I pochi che vengono sui cantieri, invece, dal primo giorno chiedono quanto troveranno in busta paga. Attenzione – ha specificato dell’Oglio – noi mettiamo tutti in regola ma sempre di apprendisti si tratta e, per dare una valutazione in denaro, al netto dei contributi, il costo giornaliero medio è di 60 Euro. Un apprendita guadagna, al netto, 1.200 Euro al mese; mentre ‘un maestro’, arriva a 1.600. Ognuno può trarre le evidenti deduzioni”. Le conclusioni di dell’Oglio: “Il lavoro c’è ma mancano le maestranze. La nostra proposta è quella di fare noi stessi formazione a chi vuol davvero fare l’artigiano, compresa l’eredità del nostro mestiere, fare affiancamento con ‘i maestri’ per poi essere assunti a pieno titolo. Come in agricoltura, i nostri giovani non hanno voglia d’imparare e ci sono i lavoratori extracumonutari che ci consentono di andare avanti. In cuor mio, spero che mio figlio continui nella nostra azienda di famiglia, che esiste dal 1975. La continuità è importante”.
