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LETTERA ALLA GAZZETTA di Michele Russi

Ci è pervenuta in redazione la lettera del Sig. Michele Russi con alcune precisazioni che lo hanno riguardato in un articolo pubblicato lo scorso 25 febbraio 2014:

“Sono Michele RUSSI, il cinquantaquattrenne di San Severo a voi noto come “il boss Lillino Coccione”

 

(così vengo definito nell’articolo de La Gazzetta del Mezzogiorno del 25 febbraio) e vi scrivo per fornirvi alcune precisazioni sui seguenti articoli da voi pubblicati:

La Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 25 febbraio 2014 (pag. 14), dal titolo: “Sequestrati case e cavalli al boss Lillino Coccione”;

Sansevero.tv del 24 febbraio 2014, alle ore 15:03 (http://sansevero.tv/news/guardia-di-finanza-sequestrati-immobili-e-beni-per-400-mila-euro/3803);

La Gazzetta di San Severo.it di martedì 25 febbraio 2014 ore 08:11 (http://www.lagazzettadisansevero.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1499:san-severo-sequestrati-beni-per-sproporzione-patrimonio-ad-un-54enne-sanseverese&catid=11:in-evidenza&Itemid=10),

L’operazione delle fiamme gialle da voi descritta negli articoli citati, in realtà, risale al 16 gennaio scorso, quando cioè sequestravano tre appartamenti con relativi garage, 10.000,00 m² di terreni (tutti in San Severo) e 4 cavalli.

Malgrado l’intervento di un gran numero di miltari, all’epoca del sequestro non è apparsa nessuna notizia, solo a distanza di più di un mese ho letto l’articolo sui vostri giornali.

Le informazioni però non sono complete, infatti, come vi ho già detto, nessun giornale ha parlato del sequestro dei 10.000 m²  di terreni successivamente dissequestrati, ma solo degli appartamenti.

In effetti, dopo il sequestro, i soli propretari dei terreni hanno proprosto riesame con gli avvocati Michele Finocchietti e Giuseppe Mastrangelo di San Severo e la prima sezione del tribunale di Foggia, in accoglimento dei motivi di riesame, ne ha disposto il dissequestrato.

Invece, tutti i proprietari degli altri immobili hanno preferito non proporre alcun riesame.

Ad ognio modo, tengo a prescisare che tutti i beni sequestrati non apartengono a me ma ai loro reali intestatari che li hanno acquistati con un regolare mutuo.

Quanto alle accuse per usura, estorsione e trasferimento fraudolento di valori che mi vengono rivolte mi difenderò in tribunale, dove racconterò la mia versione dei fatti.”

Distinti saluti.

San Severo, lì 15 marzo 2014

Michele Russi

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