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LIBERARE LE ENERGIE DELLE PERSONE E DELLA COMUNITA’. IL SISTEMA BOCOLA HA FALLITO!

C’è la necessità di una profonda “rivoluzione” nelle politiche sociali e del lavoro, affossate e piegate a logiche clientelari dall’ex assessore Marianna Bocola che ha BUROCRATIZZATO e CONDIZIONATO il settore. Una nuova politica sociale deve garantire a tutti le

 

opportunità, la mobilità sociale, la possibilità di ottenere un giusto reddito con il lavoro, l’impegno e il merito. E’ necessario RIQUALIFICARE LA SPESA SOCIALE e orientarla verso I PRINCIPI DEL MERITO, della sussidiarietà, della reciprocità, della DIGNITÀ DELLA PERSONA UMANA. Le politiche sociali si dovranno snodare particolarmente lungo la direttrice di un nuovo modello di benessere sociale, secondo un approccio di welfare community, il quale, in affermazione del principio di sussidiarietà orizzontale sancito dall’articolo 118 della Costituzione, riconosca nell’impulso delle famiglie, del volontariato, dell’associazionismo in generale, il motore principale dell’assistenza. In tale ottica è necessaria una REVISIONE CRITICA ED UNA RIVALUTAZIONE DEL “PIANO SOCIALE DI ZONA” (Legge Quadro n. 328 del 2000 – Legge Regionale n. 17 del 2003).

Bisogna METTERE FINE a un “Piano Sociale di Zona” che impegna risorse finanziarie e umane unicamente SU PROCEDURE BUROCRATICHE E GARE D’APPALTO. Rimettere invece al CENTRO delle POLITICHE SOCIALI la famiglia tramite L’AUTODETERMINAZIONE DI SCELTA, da parte di questa, di individuare le fonti di erogazione dei servizi nel “MERCATO SOCIALE” e che troverà concreta attuazione nella concessione di “BUONI-FAMIGLIA”, per l’acquisto di servizi erogati da soggetti accreditati. La FAMIGLIA acquista servizi per la casa e per le persone, non solo per situazioni particolari di bisogno, ma anche per sostenere il peso del “doppio lavoro” (professionale – di cura) in carico prevalentemente alle donne che lavorano fuori casa. In questo ambito è da valorizzare la figura delle badanti, funzione fondamentale in molte famiglie con problemi assistenziali rilevanti.

Le nuove politiche sociali devono convergere nella creazione di un nuovo modello di WELFARE COMMUNITY basato sui principi di sussidiarietà, di reciprocità e di autonomia della società civile. Decisiva è la valorizzazione del TERZO SETTORE, che deve avvenire sulla base di un pieno rispetto della sua autonomia, per EVITARE FORME DI STRUMENTALIZZAZIONE POLITICA E DI “SUSSUNZIONE” NEGLI APPARATI BUROCRATICI, già favorite dall’assessorato alle politiche sociali a guida Bocola. Per questo è necessario offrire alle famiglie e ai cittadini dei “BUONI” attraverso cui possano scegliere liberamente gli erogatori dei servizi sociali, creando così dei “MERCATI DI QUALITÀ” in cui ci sia una libera e virtuosa concorrenza. Bisogna superare le politiche fondate sulla erogazione di “una tantum” e di sussidi che bruciano risorse senza produrre una trasformazione strutturale dei servizi sociali.

Primiano Calvo

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