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Lo scrittore sanseverese Giuseppe Scarlato e la testimoninza su Maurizio Costanzo, conosciuto nella sua trasmissione in RAI.

È di San Severo Giuseppe Scaralato, scrittore e ricercatore di Pet Terapy che, da circa due mesi dalla dipartita del grande Maurizio Costanzo, avvenuta il 24 febbraio, ha inteso lasciare una testimonianza di stima e affetto, nei confronti dell’ineguagliabile giornalista e conduttore televisivo, in virtù del fatto che per diversi mesi del 2015 è stato nella trasmissione “Memory” in Rai, come opinionista ed esperto di pet terapy: “Ho conosciuto Maurizio Costanzo tramite un amico, Lorenzo Castellano, che fu tra gli autori di un programma in seconda serata, ‘Memory’ su RaiPremium, del celebre giornalista romano. Da giovane tirocinante che sbarcava il lunario nella Capitale fui coinvolto in questo programma e, in studio con lui, ebbi la possibilità di rivolgere domande o curiosità ai suoi ospiti. Puntata dopo puntata sembravo cavarmela, guadagnandomi, così, un’inaspettata fiducia di Maurizio Costanzo”. Giuseppe Scarlato – che a febbraio è stato ricevuto da papa Francesco per la presentazione della pubblicazione sulla salute globale del pianeta, dedicata al Sommo Pontefice e ai nonni – entra nel merito: “Stare in studio con Costanzo mi permise di respirare la sua professionalità dal vivo, seppure da casa avessi già seguito in televizione le sue interviste al ‘Maurizio Costanzo Show’. Oltre la cifra stilistica del professionista iniziai a percepire la sua umanità a telecamere spente. Il suo sguardo infatti, riusciva a poggiarsi su tutto e su tutti senza mai sottrarsi a un saluto, un autografo, un selfie. Non appartenevo a questa categoria di richieste, pertanto la mia presenza nello studio televisivo raggiungeva il conduttore come pura passione per il mondo della comunicazione. Mi fece dei complimenti – ha proseguito lo scrittore sanseverese -.Tenni sempre a modello il suo stile diretto ma garbato di porre domande o raccontare un evento, caratteristica che non è specifica di un giornalista ma indispensabile per qualsiasi cronista del ‘vero’ e del ‘bello’. Dal 2016 non l’ho più rivisto né sentito ma nel 2018 la sua assistente mi chiamò, ringraziandomi per un mio biglietto di auguri allo studio della società di Costanzo: Maurizio aveva apprezzato che gli auguri natalizi fossero stati un tradizionale biglietto cartaceo piuttosto che un messaggio prestampato di posta elettronica”. Un ricordo che Giuseppe Scarlato, nella narrazione, riprende dal “cuore”, tanta l’emozione: “A dire il vero ne avevo comprato uno per lo scorso Natale, impegnandomi a consegnarlo personalmente al portinaio di Costanzo. Nel trambusto della Capitale non riuscii a portarlo in tempo per il 25 dicembre 2022. Così che Maurizio non l’ha ricevuto e lo conservo immaginando che l’avrebbe gradito, come i piccoli gesti fatti con sincere intenzioni. Siamo due generazioni diverse – ha evidenenziato – e lui con affabilità paterna, tuttavia, non mancava mai di chiamarmi ‘dottore’ mostrando grande rispetto per ogni professionalità. Non nego che ciò mi imbarazzava e io facevo lo stesso, seppure non sempre riuscissi. Infatti, quando m’intervistò per il mio libro su san Giuseppe mi venne spontaneo dargli del ‘tu’. Quest’intervista era proprio l’ultima cosa che potesse attendersi uno scrittore inesperto come me. La casa editrice inviò il libretto sulla paternità a redazioni tra le più diverse, essendo un argomento trasversale quello trattato con mons. Michele Seccia. Le grandi redazioni di stampo cristiano non accennarono risposta e la sorpresa fu che trovai nella cartella ‘spam’ della posta elettronica l’interesse alla mia idea editoriale del celebre programma radiofonico: ‘Facciamo finta che’. Contattai la redazione dopo diverso tempo dall’e-mail ma Costanzo non avrebbe rinunciato a una chiacchierata su ‘San Giuseppe papà di tutti’, anche se non era credente: così che il mio intervento venne inserito dopo la presentazione del libro di Bruno Vespa! Da Pisa mi collegai con Costanzo che mi aveva annunciato già ad inizio di puntata. Non poco emozionato non sapevo cosa mi avrebbe chiesto o quanto spazio avessi. Dal libro che lo aveva entusiasmato per l’ispirazione, il contenuto e lo scopo ultimo, finimmo inevitabilmente a parlare del mondo animale. La sua curiosità sulla psicologia dei piccoli animali si proiettò sul mio lavoro di pet therapy. Infatti prima di congedarmi disse: Scarlato lei deve tornare a trovarmi e parleremo solo di animali”. Le conclusioni di Giuseppe Scarlato: “La sua improvvisa scomparsa m’ha lasciato un senso di malinconia: non tanto perché Costanzo desiderava riavermi ospite, ma perché avrei voluto io rivolgergli domande sul senso della vita. Cosa che non ho mai fatto per timidezza dinanzi la levatura della sua persona, quando lo incontravo nei corridoi della Rai ogni settimana”.

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