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L’AMMINISTRAZIONE MIGLIO NON HA PIU’ CONSENSO DOPO UN ANNO DI DISASTRI

di Nazario Tricarico, già consigliere comunale

Introibo

Per alcuni l’8 giugno rappresenta una sorta di spartiacque tra due stagioni della politica locale.

Questo è in parte vero, ma lo psicodramma che da decenni caratterizza lo stato comatoso della nostra città sotto il profilo politico (e non)è rimasto fondamentalmente lo stesso e, per certi versi, si è perfino aggravato.

Archiviata con ferocia una classe “politica”, San Severo ha premiato il progetto “Bene Comune”, coalizione fondata essenzialmente su un accordo bizzarro tra “il nuovo che è avanzato”, il “nuovo che sperava di avanzare” e tutta una serie di personaggi minori che, non per colpa loro, sembrano già essere destinati ad un lento ma costante processo di evaporazione.

Ad un anno di distanza echeggia tra gli addetti ai lavori un diffuso “a ridatece Savino” e nella città si percepisce un sentimento di rabbia misto a delusione, soprattutto tra quelli che hanno capito subito che “l’alba del cambiamento” che tarda a venire, in realtà, non arriverà mai.

Oggi, possiamo dirlo con una certa convinzione: Miglio ha perso una buona fetta del proprio consenso e, se si tornasse alle urne, ne uscirebbe sconfitto e pesantemente ridimensionato.

I Consiglieri Comunali, monaci in preghiera

Andiamo per ordine. Partiamo dal ruolo di questa nuova generazione di consiglieri comunali che spesso ho definito “monaci in preghiera” proprio per il silenzio che pervade ogni seduta del consiglio comunale. Miglio ha eletto tante brave persone senza un minimo di alfabetizzazione politica, fatto che ha – com’è facile immaginare – un riverbero drammaticamente negativo rispetto alla qualità delle politiche promosse.

Non si tratta, se vogliamo, neanche di inesperienza, ma di altro. Truman iniziò come commesso viaggiatore nel Missouri prima di diventare Presidente degli Stati Uniti. Si tratta di una specie d’inadeguatezza sul piano antropologico. Non credo di esagerare, ma la realtà ci racconta l’assenza di una tensione politica, di un sentire politico, di un percepire il cuore dolente della città, con i suoi problemi, in primis quello dei 15.000 disoccupati alla ricerca disperata di un posto di lavoro. Cose che non s’imparano a scuola ma che fanno parte del vissuto di una persona.  Mancano essenzialmente figure che incarnino questo spirito.

Non c’è stata una naturale evoluzione della classe politica locale ma una sostituzione pura e semplice di figure, anzi di figurine. Una sostituzione rozza governata da tre quattro “veterani” di lungo corso che hanno saputo cavalcare la peculiarità di questi nostri giorni così favorevoli all’ipocrisia diffusa del cittadino pigro, latitante e mediamente indignato.

“Bene comune” ha cavalcato i luoghi comuni. Il risultato è un regime di autogestione ed un Consiglio Comunale non molto dissimile da un’associazione di volontariato. Quella finta passione civile delle elezioni si è spenta subito, proprio perché nata e consumata in una serie di ipocrisie di fondo che non risolveranno i problemi di questa città e che produrranno in futuro soltanto innumerevoli occasioni mancate, a dispetto di pochissimi risultati raggiunti.

Un breve excursus sui disastri dell’attuale Amministrazione Comunale 

Nonostante questo, nonostante la facilità di governare con un consiglio comunale praticamente addomesticato, Miglio ha avuto la capacità di collezionare tutta una serie di disastri con cadenza quasi settimanale.

Da un punto di vista strettamente amministrativo, credo che l’AC si sia impantanata per due gravissime ragioni di fondo: l’assenza di una programmazione seria e ragionata (lavoro che avrebbe dovuto compiere Miglio negli anni in cui è stato all’opposizione di Savino) e l’evidente mancanza di consapevolezza (e forse di conoscenza) rispetto ai nuovi meccanismi di governance degli enti locali, iniziando dall’armonizzazione contabile, passando per la spendingreview imposta dal Patto di Stabilità fino alle politiche ambientali.

Miglio con altri membri della Giunta vive negli anni 90. Ha un ritardo sulla storia del nostro Paese di oltre 20 anni.

 Volendo soprassedere sull’aumento delle tasse di circa il 4% nel 2014, la TASI al massimo 2,5%, peccati veniali per il primo anno di attività, ha creduto fin dall’inizio di poter risolvere ad esempio i problemi del nostro apparato di gestione attraverso il “gioco delle tre carte”: spostando gente alla bisogna, cedendo e incamerando funzionari da altri enti, nominando una schiera di pensionati in staff, molto spesso per accondiscendere a classiche pressioni politiche. Un navigare a vista, senza metodo e sempre per corrispondere ad esigenze elettorali.

Senza contare le consulenze e gli incarichi inutili (ad oggi non pubblicati sul sito web del comune), come quello del famoso Danilo Lolatte, ingaggiato dopo due mesi per “reperire finanziamenti” e poi misteriosamente scomparso nel nulla alla scadenza del contratto. Sarei curioso di conoscere i risultati ottenuti dal lavoro di questo consulente.

Ovviamente, non si può non accennare all’assessorato fantasma attribuito al Presidente Michele Emiliano (salvacondotto istituzionale per le elezioni regionali), che ci ha lasciato in dotesolo tanta ipocrisia e una città molto meno sicura rispetto al passato.

Questa scelta basata su mere convenienze elettorali e politiche, ha contribuito non poco a banalizzare il tema della lotta alla criminalità. Piaccia o non piaccia, le operazioni d’immagine, soprattutto di questo tipo, finiscono sempre per abbassare il livello del confronto civile e politico, contribuendo a innescare polemiche strumentali e da stadio, sterili e infinite. Fortunatamente la città si è spesso dimostrata indignata rispetto al mero opportunismo politico di questa scelta.

Continuando ad libitumsi passa dal“programma di mandato” in parte copiato (scoperto dal sottoscritto e finito addirittura su Striscia la Notizia), privo di una visione strategica per lo sviluppo del territorio alle politiche per la legalità e la sicurezza solo annunciate. La mitica operazione “Casco” mai partita, il caos degli Uffici del Giudice di Pace, la mancata ed inspiegabile approvazione del regolamento dell’Aro Fg4 che ha indotto la Regione Puglia a commissariare il Comune di San Severo, finendo in bellezza con il caso della Clinica “Vita Sana”, un progetto bloccato da un assurdo vincolo faunistico e che ha fatto perdere alla città circa 150 posti di lavoro ed un investimento privato di 11 milioni di euro. Basterebbe quest’ultimo punto per chiedere a Miglio di fare le valige.

Un tratto senza dubbio peculiare dell’attuale compagine amministrativa è poi il ricorso a finti processi partecipativi. Dalla farsa delbilancio partecipato confuso clamorosamente con quello “partecipativo(che prevede un Regolamento Comunale, percorsi ben diversi di coinvolgimento dei cittadini, duraturi, strutturati e ripetuti nel tempo), al concorso d’idee sulla riqualificazione urbana del viale della villa, nato dal nulla e per volontà di nessuno, in aperto contrasto con residenti e commercianti della zona, da finanziare secondo Miglio contraendo un mutuo assurdo di 2 milioni di euro con la Cassa depositi e prestiti.

A latere un paio di forum tematicicon i quali è stata invitata la cittadinanza a “partecipare”, sebbene le scelte su questioni spinose come quella del “centro commerciale” e dell’impianto di “compostaggio” siano state già compiute in sede politica. Colossali prese in giro per gli astanti, convinti di poter decidere perché convocati, organizzate ad hoc per fugare critiche successive rispetto ad eventuali disastri. Se, ad esempio, il centro commerciale provocherà la chiusura di tutti gli esercizi del centro cittadino, Miglio potrà dire a se stesso di averlo deciso con la città. Ma dove? Ma quando?.

Conclusioni

E’ chiara ai nostri occhi un’incapacità conclamata ma ben mascherata da un costante lavoro di “ingegneria del consenso”. Attraverso non solo il patrocinio di qualsiasi cosa, anche di iniziative culturali tutto sommato inutili e noiose, ma anche grazie al costante effluvio di comunicati stampa che fanno da maquillage ad uno dei più colossali spettacoli di pressapochismo amministrativo di questa Repubblica.

Tutto questo potrebbe apparire comico ma non lo è. Nella comicità occorre genio, per l’improvvisazione occorre fantasia, tutti ingredienti fondamentali nella commedia dell’arte.

Giungono voci che addirittura i “mi piace” ai post degli oppositori su facebooksarebbero costantemente monitorati, fatto grave e che inaugurerebbe,se fosse dimostrato,una nuova strategia politica sulla quale preferirei stendere un velo pietoso, anzi pietosissimo.

Accanto a queste dinamiche, l’altra geniale ed alta strategia di non rispondere agli avversari, soprattutto al sottoscritto. Fino a qualche tempo fa pensavo fosse una cosa tutto sommato scaltra, intelligente da un punto di vista politico. Oggi tendo più a considerarla una mera mancanza di coraggio, e soprattutto di argomenti.

In questo Miglio non ha preso esempio da Emiliano. Il Presidente della Regione mi ha addirittura onorato di una sua visita a casa per confrontarsi serenamente con me dopo un durissimo scontro su facebook. Una lezione di umiltà e di grande intelligenza.

Miglio preferisce un silenzio molto triste, misura esatta del suo fallimento politico e amministrativo.

tricarico-iu

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