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NAZARIO TRICARICO: I GETTONI DI PRESENZA SONO UN FALSO PROBLEMA

GLI AMMINISTRATORI LOCALI DEVONO ESSERE PAGATI (E VALUTATI)

Ho letto con particolare attenzione la querelle tra esponenti di maggioranza e opposizione sulla questione delle commissioni consiliari. Con il rispetto dovuto alla buona volontà di chi cerca soluzioni ai cosiddetti “costi della politica” mi pare che il solito ragionamento sui gettoni di presenzasia del tutto irrilevante e, in un certo senso, perfino

 

fuorviante. Quantomeno a livello locale, rendere semi gratuito l’impegno politico nelle amministrazioni sulla scorta di certe leggende metropolitane e senza progetti riorganizzativi di ampio respiro, significaminare la qualità istituzionale di una comunità.

Un falso problema a dirla tutta, una forma di retorica che offre dignità di pensiero a molti luoghi comuni se si considera poi che i veri “costi della politica” risiedono altrove; in quelle operazioni di costruzione e/o mantenimento del consenso che coinvolgono direttamente e indirettamente le risorse economiche di un’amministrazione comunale.

Deleghe e personalizzazione

Al contrario di quanto si pensi, gli sprechi vengono a maturarsi perfino nelle collaborazioni gratuite, di cui l’attuale Sindaco sembra essere grande elargitore.Si consideri ad esempio che tali consulenzepotrebbero esporre il Comune a possibili contenziosi, sulla scorta proprio del principio che il lavoro va sempre e comunque pagato.

Una proposta un tantino più seria e concreta riguarderebbe sicuramente la riduzione degli assessorati e delle collaborazioni (anche gratuite) che rappresentano dei generatori automatici di spesa pubblica proprio perché non consentono la focalizzazione d’interventi nell’azione amministrativa.

La polverizzazione dell’indirizzo politico che si esplica nel distribuire deleghe a più soggetti genera micro iniziative a cascata, quasi sempre inutili e funzionali al vero costo della politica, ovvero la sua “personalizzazione”.

Tutti i politici chiedono visibilità e aree di influenza per costruire clientele e consenso, prescindendo dall’efficacia delle iniziative amministrative che finiscono sempre per essere scoordinate tra loro e quindi potenzialmente (e concretamente) generatrici di spesa pubblica.

Ragionare sul gettone di presenza, sul ruolo delle commissioni, mi pare tutto sommato il modo migliore per fare bella figura con il cittadino “mediamente disinformato” e qualunquistama rappresenta anche il modo peggiore per affrontare il tema dellaqualità istituzionale e amministrativa utile alla città.

Gli amministratori locali devono essere pagati (e valutati)

Infine, seppure sia una convinzione del tutto impopolare, sostengo da tempo che gli amministratori, i politici in genere, abbiano tutto il diritto di essere remunerati. Illudersi o illudere omettendo l’oggettiva necessità di sostenere i costi di chi è impegnato nelle istituzioni – solo perché si presume che tutti i politici siano immeritevoli perché indolenti – mi pare un modo poco serio per ridare dignità alla politica.

In particolare gli amministratori locali, devono essere remunerati; anche con uno stipendio se necessario. Fare politica, fare buona politica, non è possibile senza un minimo sostegno al tempo che un buon politico (e ce ne sono per vocazione) sottrae alla propria vita, alla propria famiglia, al proprio tempo, alla propria professione.

Se il problema vero è invece rappresentato dai politici indolenti e fannulloni, allora forse la sfida è semplicemente un’altra. Favorire la partecipazione dei cittadini alle commissioni consiliari in qualsiasi modo, anche delocalizzando le riunioni in ambiti più affollati (all’aperto ad esempio), rendendo inoltre totalmente “open” e quindi “Trasparente”, il lavoro che svolgono i consiglieri comunali al fine di quantificarne la produttività.

E’ possibile tutto questo?

Io so di si.

Nazario Tricarico – Responsabile di Italia Unica San Severo

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