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Perché il Centrodestra ha perso a San Severo

Nel Centrodestra sanseverese sono in parecchi ad avere la testa dura: cosa ci vuole a guardare i dati del voto di ballottaggio e, soprattutto, ad andare in giro a parlare con i cittadini elettori, per capire che Leonardo Lallo non è stato votato perché non era gradita la gran parte dei

 

consiglieri che lo avrebbero accompagnato come maggioranza? Finanche un “ingenuo” come me lo aveva preventivato parecchio tempo prima, tanto da consigliare al candidato sindaco di non apparentarsi con Forza Italia che, in effetti, lo ha portato ad una effimera vittoria al primo turno, mentre lo ha trascinato in una netta sconfitta al secondo turno. Ovviamente il mio non è un giudizio sulle persone che Forza Italia – il discorso vale anche per altre formazioni politiche – ha candidato, ma sull’opportunità di inserire in lista chi amministra da una vita e, di conseguenza, rappresenta il contrario di quell’istanza di rinnovamento che l’Italia – e con essa San Severo – va ricercando. Se la lista di Forza Italia avesse proposto nomi del tutto nuovi o comunque meno “usurati dall’intenso uso”, le sarebbe bastato conseguire appena 1250 voti per portare Lallo al ballottaggio come secondo suffragato, e soprattutto per evitargli di essere “impallinato” con facili slogan (“Sono sempre i soliti”;  “Se ripresentano il Savino-bis, perché l’hanno fatto cadere”, ecc.) che, si badi bene, non hanno portato voti a Miglio: li hanno semplicemente tolti a Lallo.

Se questi oggi ha una responsabilità, è quella di essersi comunque apparentato con Forza Italia, avallando un’altra responsabilità, quella del commissario cittadino Paolo Mongiello che non ha saputo, voluto o potuto rinnovare radicalmente la lista forzista.

Poco interessa, oggi, se Miglio ha vinto attraverso apparentamenti segreti e accordi nascosti. La realtà è assolutamente chiara: Miglio è divenuto sindaco con appena il 25% dei voti degli aventi diritto (in pratica lo ha votato solo un cittadino su quattro). Il restante 75% si è comportato in questa maniera: una minoranza ha votato Lallo; la stragrande maggioranza degli elettori non si è recato a votare, facendo chiaramente capire che non desiderava nessuno dei due candidati, non per le loro persone, ma per i gruppi che li accompagnavano.

“Historia magistra vitae”. Cosa ci insegnano le amministrative 2014? Che la gente ha davvero le tasche piene di chi si propone da una vita e che, alternandosi al potere, ha portato San Severo al tracollo sociale ed economico (parlano i dati, non lo dice il sottoscritto). L’unica via d’uscita è rappresentata dalla buona politica che progetti e programmi per tutta la comunità, non solo per dare sporadici e clientelari posti di lavoro. Se in città ci sarà una seria proposta politica che vada in questa direzione, ne entrerò a far parte. Altrimenti andrò da solo. Ma non commetterò più l’errore che ho fatto cinque anni fa, cioè abbandonare la politica: le migliaia di cittadini perbene che abitano San Severo meritano rispetto e impegno.

prof. Antonio G. Del Vecchio

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