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PRESENTATA LA PROPOSTA DI LEGGE TUTOLO SUL CONTRASTO AL GENDER PAY GAP

Da uno studio recente di Eurostat è emerso che le donne italiane, nelle aziende private, percepiscono all’incirca il 20,7% in meno rispetto ai colleghi uomini. Ferma restando la minore retribuzione, il divario tra donne e uomini ha origine anche in altre cattive prassi, come quella di offrire alle lavoratrici un impiego part-time nella considerazione che un lavoro a tempo pieno non sarebbe compatibile con le attività di cura familiare. Tale discrimine esclude automaticamente molte donne da funzioni e ruoli apicali che, il più delle volte, richiedono un impegno full-time. Inoltre, sono ancora tanti i casi in cui le donne sono costrette a subire le conseguenze di una gravidanza al rientro sul posto di lavoro. Spesso, il tempo dedicato alla famiglia finisce per far perdere la posizione raggiunta prima dell’astensione obbligatoria o escludere le lavoratrici dagli aggiornamenti che frattanto potrebbero essere intervenuti sul luogo di lavoro.
Tutto ciò si riflette, come è facilmente desumibile, sui diversi ambiti della vita quotidiana: dall’assunzione di ruoli nella pubblica amministrazione alla tutela sul posto di lavoro, dalla partecipazione delle donne alle attività istituzionali al loro reinserimento sociale e lavorativo se vittime di violenza.
È per questo che ho voluto fortemente un’assunzione di responsabilità da parte di tutto il Consiglio Regionale per contrastare il Gender Pay Gap e tutelare le capacità e le competenze delle donne presentando una proposta di legge che preveda:
–  l’istituzione di un Registro Regionale di Aziende Virtuose in tema di Gender Pay;
–  la predisposizione di misure premiali, nei bandi regionali, per chi rispetta la parità retributiva di genere e valorizza le risorse umane femminili, con particolare riferimento al reinserimento socio-lavorativo delle donne che subiscono violenza;
–  la predisposizione di misure disincentivanti, nei bandi regionali, per contrastare le dimissioni in bianco, il licenziamento delle donne che si trovino nel periodo compreso tra congedo di maternità e primo triennio di puerperio o, più in generale, tutti i comportamenti dichiarati illegittimi o discriminatori sul tema di genere;
–  la diffusione di comportamenti e buone prassi che tutelino e valorizzino le risorse del personale femminile regionale;
–  la promozione di meccanismi premiali che favoriscano la rappresentanza femminile nelle Giunte comunali.
Antonio Tutolo
Consigliere della Regione Puglia

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