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PUGLIA, IL PROBLEMA DELL’ACQUA E I GRANDI INVESTIMENTI PROGRAMMATI

L’Editoriale di DESIO CRISTALLI

La Giunta Regionale Pugliese ha recentemente rilasciato per il progetto “Acquedotto del Fortore, Locone e Ofanto–Opere di interconnessione” l’autorizzazione paesaggistica con prescrizioni, in modo da concludere gli iter autorizzativi di competenza. Si sblocca così un’opera attesa per interconnettere i grandi adduttori di acqua presenti sul territorio pugliese. L’opera prevede interventi per interconnettere lo schema idrico potabile del Fortore e quello dell’Ofanto-Locone con condutture che collegano due aree della Puglia lungo l’asse nord-sud. L’intervento è finanziato in buona parte con fondi PNRR “Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico”, per 37,6 MILIONI DI EURO. La Puglia, che riceve l’acqua potabile da diverse fonti e bacini distanti tra loro centinaia di chilometri, con questa opera potrà essere più al sicuro dagli sbalzi di approvvigionamento, collegando le fonti a nord con quelle più a sud. La risorsa idrica dovrà così sempre più essere calibrata per limitare sprechi e conseguenze dei cambiamenti climatici. Attraverso l’interconnessione tra i due schemi idrici si potrà, tra l’altro, rendere possibile un’alimentazione integrativa della Capitanata con le acque dello schema Ofanto-Locone in corrispondenza del nodo idraulico di Foggia, sia a regime che in emergenza. L’OPERA SI ESTENDERÀ PER UNA LUNGHEZZA COMPLESSIVA DI CIRCA 61 KM, CON ORIGINE DA CANOSA E TERMINE NEL NUOVO GRANDE SERBATOIO DELLA CAPITANATA. Con l’autorizzazione paesaggistica della Giunta Regionale si potrà completare e aggiornare il progetto e avviare la verifica della procedura d’appalto. Acquedotto Pugliese prevede di appaltare i lavori entro il prossimo giugno 2023 e di ultimarli entro il quarto trimestre del 2026. Quanto all’acqua in genere, bisogna aggiungere alcune notizie che la gente non conosce e che preoccupano gli esperti della nostra terra. L’aumento delle temperature e la desertificazione obbligano a fare delle scelte coraggiose, le acque provenienti dalle falde sono senz’altro una risorsa ma se non si evitano gli sprechi e non si punta sul riutilizzo rischiano di diventare presto risorse insufficienti. In Puglia, anche a causa delle grandi distanze che gli acquedotti sono costretti a colmare, È ALTISSIMA LA PERCENTUALE DI ACQUA CHE SI DISPERDE. L’agricoltura è, naturalmente, il settore che più risentirà della siccità. Nella provincia di Taranto, secondo il censimento ISTAT delle acque per uso civile, per ogni litro che raggiunge l’utente finale ne viene perso più di un altro (il 52% del volume totale). A Bari va un po’ meglio, a disperdersi lungo il tragitto è il 45% di quanto immesso nell’acquedotto. A FOGGIA E CAPITANATA IL 35%, nella BAT il 31% circa. Va molto meglio – …si fa per dire! – nel Leccese dove la perdita stimata è del 19%.

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