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SAN SEVERO: …A PROPOSITO DI TIBERIO SOLIS

Che cosa è in grado di offrire San Severo alla gloria dei suoi figli migliori? Me lo sono chiesto più volte, percorrendo le strade della città in cui le piazze, i viali più frequentati, sembrano consacrati in esclusiva alla memoria dei concittadini che hanno avuto solo il “merito” di essere vissuti, nei posti di cui trattasi, nei palazzi più belli.

Ben poco, quindi,

 

anche in rapporto agli onori che alcuni sanseveresi buontemponi hanno tributato e tributano a personaggi, diciamo così, di peso, ma che con la città dei campanili non hanno mai avuto nulla a che spartire. E così è.

I figli migliori che San Severo ha avuto nei secoli, grazie anche al lavoro di intellettuali onesti, col passare degli anni, consolidano la loro fama. Ma, paradossalmente, proprio questa fama è la causa della loro esclusione dal doveroso, eterno riconoscimento da parte delle istituzioni. Dimenticandoli, gli amministratori contemporanei hanno creduto di cancellare, con un colpo di spugna, i comportamenti virtuosi dei protagonisti della crescita culturale di San Severo nei secoli. Un grave errore. Perché, come i grandi ci insegnano, la storia non si cancella. Così come le idee non si combattono eliminando le persone che le hanno direttamente sostenute. Per fortuna, quindi, nonostante certi amministratori, il tempo si incarica di mettere le cose a posto. Se non altro perché in fondo nessun rappresentante delle istituzioni potrà mai impedire agli uomini liberi e innamorati della città di sognare che Palazzo Celestini torni ad essere amministrato da personaggi attivi, volenterosi, capaci, colti; per intenderci, alla Tiberio Solis.

A proposito del quale desideriamo ricordare che nel 1521 fu proprio lui a recarsi da Carlo V per riscattare con ben quarantaduemila ducati la nostra città. Somma messa insieme, come scrive A. Perna, con sacrifici finanziari enormi da parte del sindaco e dei suoi concittadini di allora. Chissà se gli anonimi – ma non troppo! – estensori della bozza di delibera avente ad oggetto la previsione di un primo stanziamento di venticinquemila euro (una cinquantina di milioni delle vecchie lire) per un gemellaggio con la città spagnola di Cáceres, che avrebbe dato, il condizionale è d’obbligo, i natali al nostro indimenticato sindaco Tiberio Solis, si siano resi conto, con siffatto comportamento, di averne sfregiato la memoria.

Cinquecento anni fa, Tiberio Solis, per liberare San Severo dai mercenari che la saccheggiavano, pagò, anche e innanzitutto, di tasca sua. A distanza di tanti secoli, con tanta gente che muore di fame,  possibile che certi pataccari della cultura debbano ancora avere diritto di cittadinanza, perdonate il bisticcio, a Palazzo di città?

Ma per tornare all’interrogativo iniziale: cosa può dare San Severo ai suoi figli migliori? Tutto o nulla, come si è visto. Ma sempre poco rispetto ai grandi esempi ricevuti. Occorre vigilare per tenere costantemente fuori dal tempio quanti vi si recano spinti dal desiderio di alleggerire la cassetta delle offerte. Non dobbiamo consentire a nessuno di scherzare con i santi. Basta con i gemellaggi che nascondono solo i viaggi di piacere. E basta col vestire elegantemente certi tristi figuranti, spogliando i sanseveresi autentici.

Giuliano Giuliani

già Sindaco di San Severo

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