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SAN SEVERO HA FAME DI LAVORO

Offenderebbe la sensibilità sociale chi desse per scontata la condizione di grave disagio di tantissime famiglie sanseveresi. E quando dico scontato mi pare di percepire una specie di rassegnata arrendevolezza nei confronti di tale penosa condizione. C’è un sottile confine tra l’inerzia e la riferita impotenza d’intervento che potrebbe giustificare una forma di deresponsabilizzazione generalizzata. Tale approccio è senza dubbio deleterio per la collettività. E qui entro nell’ambito delle responsabilità delle istituzioni comunali.

Cosa può fare per il lavoro

 

l’Amministrazione Comunale ? Già immagino la pioggia di “distinguo”, di “ma”, di “però”, di “mani legate”, di “vincoli finanziari”, di “buone intenzioni ma”, e chi neha più ne metta. Ma nessuno di questi atteggiamenti potrà mai giustificare una disastrosa inerzia amministrativa.

E’ indubbio che l’azione amministrativa debba fondarsi sul rilancio delle Attività produttive e commerciali nel nostro comune. E’ da mettere in campo tutto lo sforzo possibile e quasi ossessivo per affrontare l’emergenza produzione-occupazione. Si può e si deve occuparsi del lavoro scegliendo una strtegia efficace.

Innanzitutto istituire subito un coordinamento permanente di tutte le attività produttive e commerciali.  Lo presiede naturalmente l’assessore al ramo (e qui potrei lanciare anche l’idea di una specie di city manager con specifica delega a tempo determinato, ma mi rendo conto che è questione di risorse economiche e lascio cadere). Il coordinamento è sostanziale alla verifica del dato reale, alla ricerca di attrazione fondi, alla possibile apertura a nuovi mercati, alla ricerca di forme di innovazione tecnica e tecnologica aziendale, alla determinazione di rappresentanza istituzionale stabile là dove si presenta l’industria e l’artigianato sanseveresi. E’ chiaro che la formula vincente è rappresentata dal binomio sponsorizzazione istituzionale e produzione locale. Oltretutto siamo tutti convinti che l’occupazione viene dalla rinascita dell’export del prodotto locale , anche se qualcuno si ostina a promettere posti di lavoro (antica pratica) deludendo una legittima e sacrosanta aspettativa del cittadino-lavoratore. Siamo tutti consapevoli delle mille difficoltà amministrative. Ma in questi momenti sociali difficili assoluta precedenza alle persone, alle famiglie ed ai lavoratori. Lancio questo sassolino (in realtà è una montagna) nello stagno comunale.

Collegato alla problematica lavoro è l’esigenza di formazione al lavoro. Pensate quanti e bravi artigiani vi erano nella nostra città. Tanto bravi da onorare la nomea di San Severo a tal punto che veniva fatta richiesta altrove con riconosciuta professionalità. E’ tempo che si riprendano i corsi di formazione nelle industrie medie-piccole e nei laboratori artigianali ancora presenti nella città. Qualcuno mi potrebbe obiettare che esistono già, quelli sponsorizzati dalla regione. No grazie ai corsi scaldabanco! Nessuno se ne abbia a male.  Ecco qui un altro improcrastinabile compito del succitato coordinamento. Vi pare poco?

Parlando di tutto questo, il mio pensiero va anche alle ingenose nostre donne casalinghe. La maestria di quese industriose e stupende persone la mandiamo all’oblìo o vogliamo coordinarla e tramandarla alle giovani generazioni? Cercare soluzioni anche su una possibile forma d’industria domiciliare non mi sembra una proposta tanto utopistica e peregrina. E perché no e se non ci riusciamo è solo colpa nostra. E’ una bella sfida da raccogliere.

E’ anche vero che per cose straordinarie ci vogliono uomini e donne straordinari. Chi si sente motivato ed appassionato può diventare straordinario!

E poi non abbiamo promesso di trasformare San Severo? Sì certamente ed il sottoscritto ne è diretta parte interessata.

San Severo 01/11/2014

Dott. Felice Biccari

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