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San Severo: LO SCRITTORE FANTASMA

di MICHELE MONACO
ERMENEGILDO, sanseverese, giovane laureato, precario, dal futuro incerto… molto incerto, abitava (ora non ci abita più) in vico MAZZILLI, una stradina che collega via Roma con via Soccorso. Questo giovane disoccupato, incontrando una suo professore – fresco pensionato – dell’Istituto “PESTALOZZI”, ebbe a confessargli di volersi cimentare in un tipo di lavoro particolarmente in voga da alcuni anni. “Mi è stata offerta una collaborazione per scrivere dichiarazioni e comunicati politici a pagamento per alcuni candidati al nuovo Consiglio Comunale della prossima primavera, cioè dovrei fare il << ghost writer>>, che vuol dire: <<scrittore fantasma>> – disse tutto d’un fiato – l’impettito giovane ERMENEGILDO. Il vecchio professore socchiuse gli occhi, accese la sua abituale pipa e rispose: – “Vedi, mio giovane aspirante scrittore fantasma, a proposito della figura del <<ghost writer>>, proprio in questi giorni leggevo nell’archivio on-line del quotidiano “La Repubblica” un articolo del giornalista FILIPPO CECCARELLI, che dice più o meno così:” Per quasi tutto il Novecento la politica resistette strenuamente alla tentazione dei <<ghost writer>>. I politici, per dovere e per necessità, i discorsi se li scrivevano da soli. Così faceva MUSSOLINI e poi DE GASPERI, come racconta ANDREOTTI nei suoi diari giovanili, e così facevano NENNI e TOGLIATTI. Chiunque rilegga oggi un discorso di ALDO MORO, perdendosi in quella prodigiosa officina di sfumature, trova impossibile immaginare che fosse un altro a scrivergli i discorsi. ENRICO BERLINGUER si andava a rinchiudere in solitudine nella grande sala del Comitato Centrale alle Botteghe Oscure, acqua minerale, giornali, libri, sigarette e scriveva di suo pugno ogni parola, ogni frase dei suoi discorsi. Con la Seconda Repubblica ben presto la moltiplicazione dei ghost writer si è fatta non solo vistosa e sfacciata, ma anche assurda. In estrema e paradossale sintesi: meno la politica viene letta e più i politici prendono a parlarsi e a scriversi addosso. Con il bel risultato che il declino della parola e pure un certo analfabetismo finiscono per esaltare pseudo-scrittori nell’ombra, collaboratori mercenari, compilatori di discorsi più o meno scopiazzati su internet. Fin qui FILIPPO CECCARELLI. Aggiungo io: <<PERSINO L’ATTUALE GIUNTA COMUNALE HA RIMEDIATO DELLE PENOSE FIGURACCE SCOPIAZZANDO SU INTERNET IL PROGRAMMA DI GOVERNO DELLA CITTÀ E DELLE PREFAZIONE DI UN OPUSCOLO. Insomma, c’è’ sempre qualche ‘MILITE IGNOTO’ della scrittura che permette a qualche politicante di fare “bella figura”. Il vecchio e canuto professore dell’Istituto “PESTALOZZI”, guardò ERMENEGILDO, dalla testa ai piedi e concluse sorridendo così: “Spero che tu abbia capito cosa ha detto FILIPPO CECCARELLI. Mah …se ti conosco bene, credo che anche tu abbia bisogno di uno scrittore-fantasma”.

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