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UN FORTE APPELLO ALLE ISTITUZIONI LOCALI E ALLA POPOLAZIONE PER UNA ‘FAMIGLIA DI DIMENTICATI’

Lettera alla Gazzetta

“Gentilissimo Direttore, la nostra Parrocchia opera nel quartiere di via Fortore da ormai 30 anni. Sono tanti, e tante sono le storie che hanno attraversato questa esperienza pastorale in questi anni. Da un po’ di anni sono sempre

 

più evidenti le sofferenze che le “crisi”, tutte le crisi, stanno determinando tra la popolazione del quartiere. Il nostro è un quartiere ricco di tante “povertà”, tra queste vogliamo sottoporre, all’attenzione dei Lettori de ‘La Gazzetta di San Severo’, l’ultima in ordine di tempo.La brutta storia della famiglia C., quella famiglia ormai tristemente nota alle cronache per l’ultimo episodio riportato dal tuo giornale nel numero del 28 giugno u.s. ‘Incendia l’appartamento e viene arrestato dai CC’.

 

 

Purtroppo, caro Direttore, la cosa non può rimanere limitata al solo episodio riportato nell’articolo. Quello che è accaduto ed è stato raccontato, è accaduto in una famiglia di dimenticati. Direttore, quella è una famiglia che da anni chiede aiuto senza che nessuno riesca a farlo in modo concreto. Raccontiamo un po’ la loro storia:

La mamma, ANNA SOCCORSA, ultrasessantacinquenne, da anni soffre di diabete ed è in una grave forma di depressione a causa delle condizioni del proprio nucleo familiare.

I figli: AMEDEO, 3 volte in trattamento sanitario per oligofrenia e disturbi del comportamento maniacali, dal 22 giugno u.s. , giorno in cui il fratello CIRO ha dato fuoco all’appartamento, non è più rientrato a casa e da due giorni la famiglia non ha sue notizie;

CIRO, l’autore dell’episodio del 22 giugno, dalla morte dei fratelli GIUSEPPE (suicidatosi) e RAFFAELE (morto per incidente) non è più lui, ha assunto atteggiamenti violenti fino ad arrivare all’episodio del 22 giugno;

LUIGI, invalido al 70%, con seri ritardi mentali ;

MARIA, invalida al 75%, anche lei con seri ritardi mentali ed in più anoressica;

STEFANIA, forse quella che sta meglio di tutti, probabile autismo.

Tanto per non farci mancare niente, caro Direttore, il padre è morto qualche anno fa perché non è riuscito a resistere a tutta questa situazione.

In questa nostra città, spesso opulenta, questa storia è la storia degli ultimi. Ultimi in tutti i sensi perché queste persone (ci chiediamo lo sono davvero?) non riescono a trovare nessuno in grado di aiutarli, nessuno in grado di potersi prendere cura di loro. Le istituzioni, quelle che dovrebbero essere l’espressione di un sistema di “Welfare” (che parolona!), cioè espressione di un sistema che i nostri padri hanno voluto solidale, non sanno rispondere… NON CI SONO !

Chiediamo ai tuoi Lettori e tramite il tuo giornale alle istituzioni: DOVE SIETE?

Gli ultimi, ai quali l’Italia riconosce pari dignità di cittadini, quando potranno sentirsi davvero cittadini? La nostra comunità non riesce ad aiutarli come vorrebbe, per questo a nome loro vi chiediamo AIUTO!

Per la comunità parrocchiale ‘Sacra Famiglia’”

Don VINCENZO BORRINO

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