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Quando i nostri ragazzi sfondano all’estero! E’ la storia di Paolo ristoratore in Svizzera

Riceviamo e pubblichiamo

Vi scrivo dalla Svizzera in merito a qualcosa che, a mio avviso, merita di essere raccontato, in quanto rapprensenta motivo di vanto ed orgoglio per il nostro sud ed in particolare per la mia città,san severo, troppe volte sotto i riflettori per fatti di cronaca nera.

Ci sono tantissimi ragazzi, soprattutto nel sud Italia, di cui non si sente quasi mai parlare, se non in termini di numeri; perché per lo Stato questi giovani, costretti ad abbandonare la loro terra, sono un numero, un enorme, spaventoso numero di immigrati che scappano dall’Italia alla ricerca di un futuro migliore o semplicemente di un futuro. Il nostro è un Paese tanto bello quanto triste per chi vuole vivere del proprio sudore e dei propri sogni. Tra questi tanti giovani, c’è n’è appunto uno che mi sta particolarmente a cuore, Paolo Ianzano, partito all’età di 21 anni da San Severo,per inseguire i suoi sogni lontano da una terra, la propria, deturpata ed avvilita che non offre altro che motivi per fuggire.

Adesso Paolo ha 23 anni e nonostante la giovanissima età, da qualche mese ormai ha avviato un’attività di ristorazione a Biasca (Svizzera) che gli sta permettendo di farsi apprezzare come giovane professionista sanseverese in un ambiente dove chi lavora non soccombe ma vive con 16357392_1271521266240631_603696494_odignità e soddisfazione. Il suo talento e quello del suo amico e collega Antonio Romano, nell’ambito culinario, è conosciuto nel ticino e non solo. Arriva gente dalla Svizzera interna appositamente per degustare piatti tipici della cucina mediterranea rivisitati in chiave innovativa, ma allo stesso tempo rispettando quello che è il tradizionale sapore Italiano riconosciuto ed amato in tutto il mondo. La trattoria Greina a Biasca vanta una clientela di gente semplice che ama la buona cucina, ma anche personalità di spicco sul panorama internazionale quali produttori discografici e facoltosi imprenditori; insomma gente che ha tutti i mezzi per poter propendere solo verso il meglio e tra le tante opportunità che la Svizzera offre sceglie proprio un posto semplice e genuino in cui la cucina Italiana trionfa prepotentemente. Pesce fresco, carne di qualità, vini impeccabili e tanto talento non sono gli unici ingredienti per il successo. Stima e riconoscenza si ottengono con rispetto e dedizione. In un Paese che non è il tuo, dove non conosci nessuno e nessuno sa chi sei, devi faticare per ottenere fiducia, ma una volta presa la rincorsa la strada è tutta in salita. Questo giovane sanseverese ogni mattina si sveglia con la consapevolezza di averlo un futuro. Non c’è la paura di una bomba che ti distrugga mesi e anni di sacrifici o di una rapina che svuoti le casse e il morale. Resta tuttavia il rimpianto e la 16357217_1271521362907288_2062825092_odelusione di non aver potuto fare nulla per il proprio Paese.

Non è stato facile a 21 anni abbandonare tutto e tutti e andare all’avventura verso una nuova vita. Una vita incerta, ma sicuramente migliore di quella lasciata alle spalle. Non è semplice ancora oggi a distanza di tempo, tornare e vedere i propri genitori ogni volta con una ruga in più, non ritrovare gli amici di sempre e saperli in qualche parte del mondo. I giovani sono stanchi di lottare, vogliono vedere i propri sacrifici ripagati e oggi, come molti anni fa non è l’Italia a poter garantire certezze. Non siamo tanto diversi dai nostri nonni che partirono con una valigia di cartone. Forse noi oggi abbiamo un bel trolley, ma dentro ci sono le stesse speranze e gli stessi sogni di ogni generazione: lavoro e dignità! Paolo è solo uno dei tanti fortunati che ce la sta facendo, che ogni giorno fatica per dimostrare che il sud non è solo mafia, che è orgoglioso di sentir parlare nel suo ristorante di San Severo come un posto a pochi chilometri dal mare, un posto dove si mangia bene e si sorride, dove ci sono giovani con tanta voglia di lavorare. Siamo terroni è vero, perché amiamo la nostra terra e ci scende una lacrima ogni volta che dobbiamo ripartire.

Però non ci dimenticheremo mai delle nostre radici. Sarebbe bello portare all’attenzione dei lettori de ”la gazzetta di san severo” l’esperienza di Paolo, un ragazzo che offre speranza e riscatto ai tanti giovani come lui. Augurandoci che le generazioni future sappiano rivalorizzare la nostra terra come non abbiamo saputo fare noi.

Dobbiamo cambiare prima la nostra mentalità se vogliamo modificare il sistema perché come scriveva Henry Miller: ‘la nostra meta non è mai un luogo, ma piuttosto un nuovo modo di vedere le cose’.

Grazie.

Paola Boncristiano

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