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A San Severo circolano troppe persone con “il ferro” in tasca.

Verso le ore 05.30 di domenica 11 giugno, è avvenuta una sparatoria nei pressi di piazza dell’Incoronazione, per la precisione in via Armando Stampanone (medaglia d’argento al Valor Militare). Secondo alcune indiscrezioni, sarebbe iniziato tutto con una discussione a toni “da sfida”, tra due uomini/ragazzi e poi sarebbero stati esplosi 3 o 4 colpi di pistola (bossoli ritrovati sulla scena del crimine, ma non le tracce di sangue). Uno dei proiettili, invece, si sarebbe conficcato nella carrozzeria di una Renault parcheggiata lungo la strada. Gli inquirenti non escludono nessuna pista. Nel primo pomeriggio di martedì 13 giugno, invece, nel centralissimo corso Amedeo d’Aosta (via Zingari, per i sanseveresi), un giovane di 25 anni Lino Lavacca,di Torremaggiore è stato raggiunto da alcuni colpi d’arma da fuoco rimanendo ferito in modo non grave. In corso l’attività investigativa che non esclude nessuna pista, anche in questo caso, pur trattandosi di futili motivi (tra la vittima e gli aggressori) com’è stato detto a caldo. Arrestato uno degli autori. Senza risalire troppo a ritroso nel tempo, già dal delitto Morelli (ottobre 2016) il vero grave problema è che a San Severo circolano persone con le armi in tasca. Anzi: con “il ferro”, in tasca, come si usa dire nel gergo di certi ambienti. La questione (che interseca anche l’istituendo Reparto Prevenzione Crimine della Polizia in provincia di Foggia, con sede a San Severo, così come confermato dal ministro dell’Interno Marco Minniti, durante la riunione della Commissione antimafia della Camera) è ormai un dato sensibile e va attenzionata da parte chi è responsabile del presidio del territorio e dell’ordine. Pistoleri che si muovono come nel Far West, e non certo per gettare il cavalleresco “guanto di sfida” e affrontarsi all’alba in duello, per lavare l’onta ricevuta. I sanseveresi hanno paura. L’allarme era stato dato a fine maggio, dopo il duplice omicidio del 24, anche da Nada Pennacchia, persona che lavora nel sociale, con le cooperative nel mondo dei minori: “A San Severo è facilissimo acquistare armi, lo sento dire. Così come sento dire che circolano per le strade persone armate. C’è da lavorare nelle piccole cose, anche in un ‘buongiorno’ che serva a ridare il senso di comunità e di serenità, contro la barbarie”. Si continua a parlare, ma i cittadini aspettano che si attui il motto mazziniano: “Pensiero e azione”.

Beniamino PASCALE

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