Comunicati

Antonucci Olimpia eletta presidente del Consorzio Peranzana dell’Alta Daunia

In data 28 maggio 2015, presso la sede del Consorzio Peranzana dell’Alta Daunia, si è riunita l’Assemblea dei Soci per eleggere il nuovo CdA relativo al triennio 2015/18. Sono stati eletti, in conformità alle norme statutarie, i seguenti consiglieri:: per le Aziende agricole Antonucci Olimpia (eletta presidente), Di Pumpo Marcello, Lombardi Michele e la Federazione prov.le Coldiretti

Tra i Confezionatori: Alessia Schiavone, Grazia Sansonetti mentre per i Frantoi Ilenia Angeloro – Graco (eletta vicepresidente). Inoltre, è stato riconfermato direttore tecnico il dr agronomo Nazario DErrico che si occuperà anche di gestire gli aspetti commerciali delle produzioni olivicolo – olearie.

Il Consorzio Peranzana dell’Alta Daunia, quale unico ente territoriale di tutela della Peranzana, sostenuto da tutti i comuni del territorio, è impegnato da anni in un programma di valorizzazione dell’oliva nella sua duplice veste commerciale “ olio e tavola”.

Con l’elezione del nuovo Cda, composto in maggioranza da donne, il consorzio intende valorizzare il ruolo delle stesse esaltandone l’impegno, la creatività e la capacità nel diffondere cultura e valori nei diversi ambiti socio – economici, a fronte di giovani generazioni sempre più lontane dalla cultura del territorio e da una educazione alimentare, come la Dieta Mediterranea, sinonimo di benessere fisico e qualità della vita.

Il Consorzio, che associa circa 40 aziende produttrici di olio extra vergine di oliva, olive da tavola e prodotti tipici, intende favorire una politica di valorizzazione delle piccole imprese più propense ad attuare programmi di promozione e marketing territoriale contrariamente a quanto fatto sin ora nel nostro territorio con la inaspettata debacle del sistema cooperativistico.

Come è noto, da anni il Consorzio è impegnato in un lotta senza quartiere per fronteggiare le ormai note speculazioni di mercato che puntualmente affliggono la nostra pregiata varietà Peranzana. Questo a fronte di una ultima campagna, chiamata dai più “annus terribilis”, che ha visto la nostra regione teatro di svendite per far quadrare i conti. Con la presenza della mosca olearia e di altri parassiti letali, che hanno falcidiato la produzione nazionale e abbattuto il livello qualitativo delle olive e degli oli, le azioni speculative sono state all’ordine del giorno. I grossi frantoi e aziende olearie del Centro Nord (Toscana, Umbria, Garda, Abruzzo, Marche ecc) sono stati particolarmente attivi in Puglia e nella Daunia condizionando un mercato delle olive che ha evidenziato ancora una volta l’estrema debolezza del sistema olivicolo – oleario. La storica carenza di programmazione e di un vero sistema di filiera ha riproposto all’attenzione dell’opinione pubblica un paradosso tutto pugliese: forti nella produzione, deboli nel mercato…quest’assioma, per nulla decifrabile e comprensibile, la dice lunga sulla complessità del sistema produttivo vittima di un mercato sempre più in mano ad avventurieri e speculatori (in Puglia si produce quasi il 60 % di olio extra vergine – fonte Sian Mipaf) e ad aziende organizzate che provvedono al confezionamento appropriandosi del valore aggiunto.

L’olio extra vergine è uno degli ambasciatori del made in Italy più importanti al mondo; all’estero non riusciranno mai a imitare la storia, la cultura, l’origine che un tale prodotto tipico può rappresentare. Speculazioni, norme e controlli insufficienti e un sistema sanzionatorio inefficace hanno reso l’olio d’oliva uno dei prodotti più coinvolti nell’universo delle frodi alimentari. Questa condizione penalizza in particolar modo le aziende piccole e oneste non in grado di supportare i costi di comunicazione alla pari delle grandi imprese multinazionali. Nel contempo tante piccole imprese agroalimentari donne hanno saputo affermarsi puntando con caparbietà alla qualità e tipicità dei prodotti, alla difesa della biodiversità e all’innovazione riuscendo ad assumere un indiscusso ruolo socio economico nel nostro territorio. Si è compreso che l’affermazione del vero extravergine italiano può avvenire solo in sinergia con una costante educazione salutistica e alimentare e la valorizzazione del patrimonio storico – culturale del modello alimentare italiano. Con un consumatore quasi sempre ignaro di quello che acquista, l’origine, la tracciabilità e la genuinità del prodotto sono alcuni tra i requisiti necessari a garantire sicurezza alimentare e tutela della sua salute. In un mercato globale in cui le tradizioni e le diverse culture trovano sempre meno spazio, le produzioni tipiche restano un’importante testimonianza del patrimonio culturale e rurale che tanto ha contribuito alla crescita del nostro territorio. Coniugare tipicità ed innovazione, garantire sicurezza e qualità ai consumatori, anche grazie all’affermazione del binomio “territorio – filiera corta”, resta uno degli obiettivi prioritari del Consorzio. Il successo commerciale che le aziende consorziate hanno ottenuto nella recente manifestazione Expò Tuttofood di Milano è la prova tangibile che i nostri prodotti risultano più apprezzati nei mercati internazionali come Gran Bretagna, Usa e Oriente.

Il consorzio ha elaborato, inoltre, un progetto di valorizzazione territoriale dell’oliva da tavola con la costituzione del Comitato Promotore DOP Alta Daunia organismo a cui è stato affidato il compito di coordinare le procedure relative alla richiesta di riconoscimento dell’oliva

da tavola a D.O.P. “Alta Daunia”, come da Reg. (CE) n. 628/2008 e ai sensi del Reg. UE n. 1151/2012 riguardante i regimi di qualità dei prodotti agroalimentari. Il progetto rappresenta il primo passo di un “percorso virtuoso” che fa leva su un programma di qualificazione e valorizzazione della nota varietà autoctona a conferma dell’evidente apprezzamento di mercato ottenuto negli ultimi anni anche nei mercati internazionali.

E’ ormai riconosciuto che l’oliva da tavola Peranzana, che ha già ottenuto il riconoscimento di “prodotto tradizionale” con Decreto Mipaaf n. 8663 del 5/06/2009, presenta un elevato potenziale commerciale tale da renderla una valida alternativa reddituale per gli olivicoltori del territorio e pertanto l’obiettivo del riconoscimento a DOP riveste un duplice significato di valorizzazione del sistema “oliva – olio”, quale binomio sinergico che potrebbe portare ad un auspicabile valore aggiunto utile ad accrescere l’immagine del territorio e la competitività delle sue imprese nei mercati internazionali.

Foggia, 15/06/2015

Il Presidente

Ing Giuseppe Lipartiti

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