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AUSCHWITZ PER CASO

di GIUSEPPE CLEMENTE

Siamo ancora nell’anno del centenario del ‘De Amicis’ e dell’Ottantesimo anniversario dell’arrivo degli alleati a San Severo, ricorrenze che si congiungono quando si parla del ‘De Amicis’ come “officina di guerra” negli gli anni del secondo conflitto mondiale. Questa è la storia di due piloti, di due eroi “senza gloria”. Il 4 aprile 1944 un aereo del 60° Squadrone sudafricano di ricognizione fotografica, con a bordo il tenente pilota CHARLES BARRY di Johannesburg e il navigatore e fotografo IAN MC INTYRE di Città del Capo, decollò da Torre de’ Giunchi, o forse da San Matteo, verso la Polonia per fotografare la zona di Monowitz e localizzare la I. G. Farben, l’azienda chimica tedesca che reggeva l’economia del regime di HITLER e produceva gomma sintetica. Era l’obiettivo di un bombardamento. Durante l’operazione i meccanismi del grosso e complicato apparecchio fotografico si incepparono e non ricoprirono la superficie prevista. I due piloti decisero allora, con spiccato senso del dovere, di ritornare indietro, nonostante il fuoco della contraerea nemica e il rischio di rimanere senza carburante, e di ripetere le riprese e per essere sicuri lasciarono accesa la macchina fotografica per un tempo superiore a quello necessario. Fu così che venne inconsapevolmente filmato per la prima volta il campo di sterminio di Auschwitz, la cui immagine venne allora classificata come una “installazione non identificata”. La storia del Mediterranean Allied Photo Reconnaissance Wing di San Severo e dei suoi uomini non termina con la fine della guerra, perché su una bobina di immagini fotografiche proveniente dal ‘De Amicis’ e conservata negli archivi militari statunitensi, è stata fatta nel 1978 una sensazionale scoperta. DINO ANTONIO BRUGIONI (1921 – 2015) di chiare origini italiane, ma nato negli States (già pilota nella seconda guerra mondiale con numerosi voli di bombardamento su Nord Africa, Italia e Germania), analista di immagini e alto funzionario del National Photographic Interpretation Center (NPIC) della CIA, decise di dedicarsi alla “intelligenza fotografica declassificata” ai fini della ricerca storica, ossia di rivedere, tra le altre, anche le bobine provenienti dal ‘De Amicis’ di San Severo, e custodite nell’archivio della Defense Intelligence Agency (DIA) di Washington, nel Pentagono per la precisione. Nel 1978 quindi rivide quelle immagini con strumenti che nel 1944 erano impensabili e scoprì che il 4 aprile 1944 i due piloti sudafricani avevano senza saperlo fotografato per la prima volta il famigerato campo di sterminio. DINO BRUGIONI è stato uno dei primi storici a presentare testimonianze fotografiche di Auschwitz e a pubblicarle nel 1979 nel libro The Case of the MissingDiamond. Nel 1980 l’allora Presidente degli Stati Uniti JIMMY CARTER donò le prime foto del lager al Memoriale della Shoah di Gerusalemme, dove sono tuttora esposte.

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