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Benvenuti a Chieuti

Chieuti: approvato dalla Commissione Europea dal 2004, il Programma Operativo Nazionale Sicurezza per lo Sviluppo-Obiettivo Convergenza 2007-2013 si proponeva di migliorare le condizioni di sicurezza, giustizia e legalità per i cittadini e le imprese nelle regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, attraverso la realizzazione, tra le altre cose, di infrastrutture a finalità sociale rivolte a beni pubblici da destinare al sostegno delle categorie deboli coinvolte a vario titolo nel fenomeno migratorio, e azioni di informazione e formazione dirette alla tutela della dignità e dei diritti dell’immigrato, come esplicitamente espresso nell’obiettivo operativo 2.1 del Programma.

Nell’ambito dello stesso PON Sicurezza, e in specifico riferimento all’obiettivo operativo 2.1 sulla realizzazione di iniziative in materia di impatto migratorio, a partire dal 2010 anche il Comune di Chieuti, ha presentato una propria proposta progettuale, ottenendone successivamente il finanziamento per un importo complessivo di euro 1.347.751,94.

Si è proceduto alla ristrutturazione ed alla rifunzionalizzazione di due immobili di proprietà della Diocesi di San Severo, richiesti dall’ente comunale in comodato d’uso gratuito per una durata di dieci anni, poi estesa a venti: il palazzotto Sassi nel centro storico del comune e la chiesa sconsacrata di Santa Maria degli Angeli. Ristrutturazione e rifunzionalizzazione necessarie alla luce delle condizioni di abbandono e disfacimento delle due strutture al momento di inizio dei lavori.

In linea di principio, il progetto avrebbe dovuto portare alla costituzione di un centro polifunzionale per lo svolgimento di attività e servizi di formazione ed alfabetizzazione rivolti agli immigrati extracomunitari regolari, per favorirne l’inserimento sociale e lavorativo.

In realtà, il solo risultato raggiunto è stato la ristrutturazione dei due edifici di proprietà della Diocesi di San Severo: il palazzo Sassi divenuto Oratorio parrocchiale e la chiesa sconsacrata di Santa Maria degli Angeli divenuta un auditorium, impiegato per lo svolgimento di eventi locali che poco hanno a che fare con gli obiettivi in materia di impatto migratorio previsti dal progetto.

Infatti, negli otto anni seguenti l’inaugurazione dei locali ristrutturati, non è stata svolta alcuna attività in relazione al fenomeno migratorio, non è stato fornito alcun servizio di informazione o formazione degli immigrati per il loro inserimento sociale o lavorativo, unico elemento essenziale ed assolutamente dirimente, che sancisce la riuscita o il fallimento del progetto stesso e ne giustifica il finanziamento.

Il tema dell’immigrazione avrebbe meritato un diverso trattamento ed una diversa attenzione.

A maggior ragione se pensiamo che il comune in questione e la sua comunità trovano le proprie origini in relazione ad un fenomeno migratorio – il comune di Chieuti è un paese arbëreshë (gli albanesi d’Italia), fondato nel Quattrocento da immigrati albanesi.

Origini storiche che sono state sbandierate al momento della candidatura del progetto, salvo poi essere completamente dimenticate nella sua effettiva attuazione.

A dispetto del titolo del progetto chieutino, chiamato “Mirësevini – Mirë si na erdhët – Benvenuto” in lingua arbëreshë, a dispetto del dover “accogliere immigrati in terra straniera, terra che cinquecento anni fa era straniera anche per coloro che oggi accolgono”, anche a Chieuti la memoria è perduta e la storia non ci aiuta. Abbiamo dimenticato chi siamo e da dove veniamo. E questo è ricaduto, in primo luogo, sugli immigrati presenti nel territorio, che non hanno avuto la possibilità di una più facile integrazione e, in secondo luogo, sulla comunità chieutina stessa, che avrebbe beneficiato di questa integrazione in termini sociali, culturali e di sicurezza – obiettivi previsti originariamente nel PON.

Quando in Italia si tratta dei temi dell’accoglienza e dell’immigrazione si dovrebbe sempre tener sempre presente casi come quello appena descritto. L’immigrazione può causare fenomeni di disagio, degrado o criminalità quando essa viene subordinata ad altri interessi e trattata con colpevole ignoranza ed egoismo.

Licursi Giovanni.

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