Politica

Cecchino Damone: “Rivedere la delega alle Province in tema di Formazione”

Una nota del consigliere regionale Francesco Damone.
“La Formazione Professionale nel corso degli anni ha avuto percorsi non sempre lineari, anzi è stata attraversata da indagini, conflittualità con gli operatori, soprattutto dopo l’abolizione dell’Albo degli operatori avvenuta con il

 

Governo Fitto. Nel corso degli anni si sono susseguite numerose vicende, delle quali si è dibattuto democraticamente a tutti i livelli e all’ordine del giorno di varie sedute consiliari, a conclusione delle quali la questione sembrava essersi risolta. Grazie al forte e costante impegno dell’assessore alla formazione professionale Alba Sasso, alla tecnostruttura, all’avvocato Pellegrino, al presidente della sesta Commissione consiliare e all’intero Consiglio, il problema è stato definitivamente risolto. Bisogna sottolineare che la determina della graduatoria degli operatori degli ex Albo veniva trasmessa alle Province perchè i predetti lavoratori erano collocati nei centri provinciali per l’impiego. Purtroppo però le Province, in forza della delega concessa dalla Regione, hanno in gran parte disatteso quella graduatoria per le assegnazioni di sede, ma qualche Provincia ed in particolare quelle di Brindisi e forse anche Bari, non hanno ancora provveduto ad applicare la determina regionale. Allo stato, stante l’autonomia rivendicata dagli Enti provinciali, 23 operatori sono ancora in attesa di essere collocati e in alcuni casi rivendicano il mancato accreditamento dei fondi, anche se a livello regionale i provvedimenti sono stati puntualmente assunti. A questo punto si ritiene ormai non più rinviabile, la revoca della delega, che se da un lato prevedeva celerità di applicazione delle disposizioni regionali, dall’altro si è proceduto a rivendicare una autonomia che disattende in molti casi le determinazioni regionali. Quindi, rivolgo un invito al presidente della Commissione perchè la revoca della delega sia materia di discussione, considerato che le responsabilità delle singole Province non possono nè devono essere attribuite alla Regione. Esempio emblematico lo costituiscono le strutture che adeguatamente sensibilizzate dall’assessore Sasso hanno operato con metodi trasparenti ed operativi. La lentocrazia degli Enti provinciali non può gravare sulla situazione drammatica di quegli operatori che avevano intravisto la luce del loro avvenire, dopo anni di buio e ritardi”.

 

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