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Confesercenti, credito congelato: imprese foggiane ormai in coma «Bisogna intervernire subito per scongiurare il tracollo delle imprese»

Prestiti delle banche al settore privato: nel mese di maggio hanno registrato una contrazione su base annua del 2,4% (-2,2% ad aprile) mentre quelli alle famiglie sono scesi dello 0,9% su anno dal -0,8% di aprile. Lo comunica Bankitalia nel consueto rilevamento. I prestiti alle società non finanziarie sono diminuiti, sempre su base annua, del 3,6%. Dato confermato anche durante i lavori della recente Giornata dell’Economia organizzata dalla Camera di

 

Commercio di Foggia. La crisi economica in atto continua a far sentire i suoi effetti sul tessuto produttivo delle tante piccole imprese che operano nel Foggiano. Questo contesto continua a essere aggravato dalla condotta degli Istituti di credito che non concedono finanziamenti non solo alle aziende in difficoltà, ma anche a quelle sane che, secondo assurde regole non applicabili in un periodo di grave crisi, non godono di un rating sufficiente per essere ammessi a nuove linee di credito.

Non di secondaria importanza è il costo che le aziende foggiane devono comunque sostenere nel caso in cui le stesse vengano ammesse al credito bancario. In questo scenario complesso e difficile, il direttore provinciale di Confesercenti, Franco Granata, rileva «che le organizzazioni di categoria sono ancora in attesa di risposte dal sistema bancario, dal mese di giugno 2012, alla richiesta di operare insieme, attuando concretamente iniziative che possano effettivamente migliorare il rapporto non  sempre facile  tra Banche e PMI, per promuovere e facilitare l’accesso al credito in modo da attenuare la grave carenza di liquidità». «Siamo ancora in attesa – aggiunge Granata – di conoscere le motivazioni per cui l’ABI si sottrae alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa proposto di concerto con il Prefetto di Foggia e la Camera di Commercio volto a promuovere iniziative congiunte per il sostegno all’accesso al credito in Capitanata. Le organizzazioni datoriali, dal canto loro, sono convinte che occorre  sensibilizzare le PMI ad un maggior impegno nel rafforzare le proprie strutture patrimoniali incrementando l’immissione di mezzi propri in rapporto ai mezzi di terzi, ma nel contempo purtroppo devono registrare l’impossibilità da parte delle imprese a rispettare rigorosamente le normative sempre più stringenti dettate dagli accordi di Basilea, non ultima la norma che prevede l’obbligo delle banche a segnalare gli sconfinamenti non più dopo 180 giorni ma dopo soli 90 giorni».

Gli effetti di tale norma sono devastanti soprattutto per le imprese che devono anche fare i conti con i tempi sempre più dilatati di riscossione dei crediti, in particolare di quelli nei confronti della Pubblica Amministrazione. Il ritardo della riscossione dei crediti, infatti, comporta conseguenze pesanti sia in termini finanziari per la  mancanza di liquidità, sia per le conseguenze economiche per l’aumento dei costi legati agli oneri sempre maggiori da sostenere con gli attuali tassi di interesse. Alla luce di quanto sopra si propongono delle tematiche che potrebbero essere affrontate anche a livello locale, il direttore di Confesercenti ritiene indispensabile riprendere la discussione per 1) la creazione dell’Osservatorio Provinciale sul Credito (OPC) – coordinato dal Prefetto – composto dalle Banche, dalle Associazioni di categoria e dall’Abi – al quale affidare  il compito di analizzare casi di inefficienza del sistema credito. Le associazioni potrebbero fungere da sportello per la raccolta dei casi da analizzare in seno all’Osservatorio stesso; 2) l’estensione della sospensiva delle rate dei mutui non solo in riferimento alla sola parte capitale, ma anche a quella riferita agli interessi, con riferimento a quanto previsto nell’Accordo Governo e Associazioni imprenditoriali ”Nuove Misure per il credito alle PMI”; 3) l’estensione della cosiddetta “moratoria sui mutui” anche a quelle imprese che hanno rate scadute e si trovassero soluzioni per il rientro di tali insoluti; 4) la maggiore trasparenza e correttezza nei rapporti con le imprese in modo particolare per quanto concerne i tempi di risposta alle varie istanze del sistema, evitando comportamenti dilatori argomentati sovente con richieste pretestuose di ulteriori documentazioni; 5) una più efficace ed efficiente assistenza del sistema bancario a quello delle imprese, soprattutto nella valutazione della provvista, da definirsi in modo adeguato alle esigenze reali delle aziende e non a quella della sola banca; 6) più autonomia decisionale da parte della strutture territoriali della Banca che hanno una maggiore conoscenza della realtà produttiva della Capitanata ed un più diretto rapporto con le imprese; 7) rispetto più puntuale dell’art 39 del D.L. 201/2011 che ha introdotto un rafforzamento dei Fondi di Garanzia a favore delle piccole e medie imprese disponendo che le garanzie dirette e le controgaranzie possono essere concesse “a valere sulle disponibilità del Fondo di Garanzia di cui all’art. 2 comma 100 lettera A della L. 23/12/1996 n. 662 e successive modificazioni ed integrazioni fino all’80% dell’ammontare delle operazioni finanziarie” con un tetto massimo per singola impresa da stabilirsi con decreto interministeriale; trattasi di un Fondo di Garanzia costituito presso  il Medio Credito Centrale SpA allo scopo di garantire una parziale assicurazione ai crediti concessi dagli Istituti di Credito a favore delle piccole e medie imprese; 8) adozione e sviluppo di ogni utile iniziativa atta a migliorare il rapporto banche–imprese al fine di mitigare le conseguenze della congiuntura economica e non aggravare la situazione delle aziende che, senza il supporto del credito, potrebbero optare per la chiusura delle proprie attività, con il conseguente licenziamento delle maestranze, restando esposte anche a rischi di usura.

Presupposti che inducono il mondo istituzionale ed economico provinciale a dare una svolta ai tempi e alle modalità con cui questo processo deve avvenire. «In questo momento di particolare congiuntura – conclude Granata – le nostre imprese necessitano di un aiuto urgente e concreto per evitare chiusure e fallimenti».

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