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COVID 19: DA EROI A ……CARNE DA MACELLO!

La soluzione trovata dalla Regione Puglia per tamponare un’emergenza che non ha precedenti si sta rilevando molto dannosa sia per i servizi ospedalieri, che sono stati dismessi in alcuni presidi ospedalieri (San Severo e Cerignola in particolare), che per tutti gli operatori sanitari (medici, infermieri, OSS e ausiliari ), i quali stanno sopperendo alla carenza di personale e alla trasformazione dei loro reparti in reparti COVID, senza che vi sia stata né un’informazione preventiva né, tantomeno, una formazione adeguata a quanto si apprestavano a svolgere con un affiancamento preventivo necessario per la particolare assistenza di cui hanno estremo bisogno i malati di covid19.
Il COVID 19 sta mettendo in luce tutte le carenze del SSN prodotte dai continui tagli al SSN negli ultimi 30 anni e di cui oggi paghiamo, pesantemente, le conseguenze.
I posti COVID ricavati negli ospedali di San Severo e Cerignola non sono stati aggiuntivi (come si sperava) rispetto a quanto c’era già, ma “sostitutivi” perché sono stati ricavati con la trasformazione dei reparti precedentemente in essere, utilizzando lo stesso personale.
Chiaramente il personale (medico, infermieristico, OSS e ausiliario) si è ritrovato, da un giorno all’altro (con tanto di ordine di servizio), a cambiare completamente la tipologia di lavoro che ha svolto per decenni.
Se a quanto sopra si unisce il fatto che i reparti COVID hanno bisogno di particolari attenzioni (dal percorso ben definito alle camere, dai bagni ai locali destinati al personale ecc) e che nei presidi citati o mancano o sono insufficienti, si ha la stura di quanto sia diventato tremendamente difficile lavorare in quelle situazioni.
La USB si fa carico delle lamentele, della paura, della rabbia di tutti i Lavoratori interessati che in questi giorni hanno visto leso non solo alcuni diritti fondamentali per i Lavoratori ma, soprattutto, la loro dignità.

E’ inaccettabile che non si sia previsto, per tempo, un aumento del personale (vista, tra l’altro, la carenza cronica) con assunzioni a tempo indeterminato.
E’ inaccettabile che non sia stata fatta nessuna formazione per i Lavoratori “spostati” dai loro reparti ai reparti COVID (non è la stessa cosa lavorare in ortopedia piuttosto che in un reparto COVID).
E’ inaccettabile, poi, come avviene il cambio della divisa e la vestizione/svestizione dei DPI: in un solo stanzino si indossano i DPI, la sanificazione post svestizione arrangiata tra gli stessi Lavoratori, non viene garantito il cambio giornaliero della divisa, il cambio della divisa avviene nello spogliatoio del reparto di vecchia appartenenza, dopo aver attraversato mezzo ospedale con la divisa fradicia di sudore addosso, rischiando di beccarsi qualche altra forma di polmonite.
E’ inaccettabile che gli stessi operatori debbano stare per 8 ore (e più) consecutive con DPI, quando la normativa ne prevede massimo 4 h e che per tutto quel tempo non possano soddisfare i propri bisogni fisiologici
(come bere, riequilibrare il calo glicemico, urinare ed altro) per non mettere a repentaglio la propria sicurezza e
quella dei malati.
E’ inaccettabile che i turni di servizio non abbiano delle rotazioni logiche e siano fatti quasi giornalmente e che
addirittura prevedono la collocazione in altri reparti Covid appena attivati e di cui non si conosce dove reperire il
materiale sanitario ed i farmaci e che vengono occupati da numerosi ricoveri a media intensità di cure.
E’ inaccettabile che vengano utilizzati dei locali inadeguati (privi di aperture per l’areazione e dove è facile che la carica virale si elevi notevolmente e a poco o niente serve la mascherina) per l’isolamento nel PS e dove già nella scorsa ondata si sono verificati contagi a danno del personale infermieristico.
E’ inaccettabile che per risparmiare pochi centesimi sia stato tolto dalle turnazioni notturne il personale ausiliario che, in questo momento storico, è più indispensabile di quanti sono stati alloggiati nei vari uffici.
E’ inaccettabile che abbiano mandato i Lavoratori a combattere una guerra ,oggi nel 2020, con le scarpe di cartone, senza sapere dove sono le “armi convenzionali” e come si usano quelle “strategiche” mentre i generali, che dovrebbero “sporcarsi le mani” e formare e supportare questo personale nella gestione di questi pazienti, giocano, da lontano, usandolo come pedine su una scacchiera con il risultato che a pagarne le conseguenze potrebbero essere i pazienti.
Per tutto quanto sopra la USB aderirà allo sciopero generale nazionale del 25 Novembre 2020 con
presidio (rispettando tutte le norme sul distanziamento sociale dei vari DPCM) dalle ore 10 alle ore 12.

Foggia, 20/11/2020
/l’esecutivo USB Foggia
Mangia Santo

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