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IL FANTE SANSEVERESE NELLA SCUOLA “SAN BENEDETTO”

di MICHELE MONACO

Nella scuola di “San Benedetto (ex-Monastero delle Benedettine), nel corridoio del primo piano, si erge, maestosa, la statua in gesso di un fante della GRANDE GUERRA. Sul basamento della statua vi è affissa una targa in bronzo dove è inciso il testo del BOLLETTINO DELLA VITTORIA del 4 novembre 1918 firmato dal Generale ARMANDO DIAZ. Ma di chi è quel fante in gesso e chi lo ha collocato proprio in quella scuola? Dietro un prezioso suggerimento dell’architetto FRANCO SESSA scopro che l’autore è l’indimenticato, illustre concittadino, Maestro LUIGI SCHINGO, il quale, nel 1929,creò il monumento al FANTE con il petto semiscoperto e le braccia distese ai lati per proteggere la bandiera che gli sta alle spalle(vedi foto). Quel fante fu collocato nel 1947 nei locali di San Benedetto dallo stesso LUIGI SCHINGO quando questi ricopriva la carica di Direttore della Scuola di Avviamento Professionale. Lo stesso monumento fu commissionato al Maestro SCHINGO dall’Amministrazione Comunale di VOLTURARA APPULAper ricordare i Caduti della Grande Guerra.Il monumentodi Volturara fu scolpito su marmo bianco statuario di Carrara e ai piedi vi è la seguente scritta: “PECTORA MURI ERANT”.Il bozzetto del fante prima di essere presentato al Comune di Volturara fu presentato al Comune di San Severo. La maggioranza degli amministratori di allora preferì-dopo una serie di polemiche e di contrapposizioni- rivolgersi allo scultore AMLETO CATALDI, autore dell’attuale monumento di Piazza Allegato.Detto questo passiamo al BOLLETTINO DELLA VITTORIA affisso al basamento del fante di San Benedetto. In esso vi è scritto in sintesi quanto segue: “la guerra contro l’Austria-Ungheria che l’esercito italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta(…) i resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza(…)”.(f.to il Capo di Stato Maggiore dell’esercito,il Generale DIAZ). Queste targhe furono costruite con il bronzo delle artiglierie catturate al nemico ed esposte in tutte le caserme e i Comuni d’Italia. Non dobbiamo mai dimenticare che il prezzo pagato per emettere quel Bollettino fu altissimo: oltre 4 milioni di soldati mobilitati di cui 250.000 giovani appena diciottenni, 650.000 morti,947.000 feriti, mutilati, 600.000 tra prigionieri e dispersi. Qualcuno ha definito quella guerra “un massacro” tra persone che non si conoscevano per conto di persone che si conoscevano ma…non si massacravano.

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