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IL GRANDE BLITZ DI S. SEVERO DELLA POLIZIA DI STATO VISTO DA STAMPA E AUTORITÀNAZIONALI

La Polizia di Stato, all’alba del 6 giugno scorso, ha eseguito un provvedimento cautelare, emesso dal gip di Bari, su richiesta di quella Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 50 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di droga, danneggiamento, reati in materia di armi, lesioni personali e tentato omicidio, aggravati dalle finalità mafiose. Il Tribunale, in particolare, accogliendo l’impianto accusatorio formulato dai magistrati della D.D.A. barese, ha emesso un’ordinanza cautelare a carico, tra gli altri, di esponenti di primo piano delle locali famiglie mafiose, egemoni nel territorio di San Severo, di cui sono stati riscostruiti organigrammi ed interessi criminali. È la prima volta che viene contestata l’associazione di tipo mafioso, di cui all’articolo 416 bis c.p., alla criminalità organizzata sanseverese, riconosciuta come autonoma ed indipendente rispetto alle organizzazioni mafiose operanti a Foggia. L’inchiesta ha evidenziato il ruolo egemonico dei clan di San Severo nel traffico di droga in Capitanata e che la spartizione dei relativi, ingenti profitti costituisce un fattore di continue tensioni tra i diversi gruppi malavitosi che operano in quell’area. Le indagini, inoltre, hanno documentato il sistematico ricorso alla violenza per l’affermazione territoriale ed il conseguimento della leadership, nell’ambito di una cruenta contrapposizione fondata anche sull’eliminazione fisica dei rivali. In tale contesto, sono stati anche accertati diversi episodi a chiaro sfondo intimidatorio, testimonianza del metodo mafioso usato dagli indagati. Le attività – svolte da una task force composta da investigatori delle Squadre Mobili di Foggia e Bari e del Servizio Centrale Operativo – sono state avviate nel 2015 a seguito di alcuni gravi episodi delittuosi verificatisi a San Severo. I successivi approfondimenti hanno consentito di ampliare il fronte investigativo, documentando il fiorente traffico di stupefacenti gestito dai sodalizi locali (nonché i relativi canali di approvvigionamento estero, tra cui l’Olanda) e valorizzando la mafiosità di quelle organizzazioni. L’ultima operazione, supportata con 30 equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine, ha visto l’impiego di oltre 200 poliziotti in provincia di Foggia e altri nelle province di Napoli, Milano, Salerno, Rimini, Campobasso, Pescara, Chieti, Teramo, Ascoli Piceno e Fermo. Tra i destinatari del provvedimento restrittivo figurano elementi di primissimo piano delle famiglie mafiose.Per il Procuratore nazionale antimafia FEDERICO CAFIERO DE RAHO, i 50 arresti compiuti a San Severo rappresentano “un salto di qualità straordinario e storico” perché “con queste indagini complesse si sono colpite le due associazioni mafiose che si erano create in modo autonomo”. DE RAHO ha aggiunto: “Una volta il gruppo era ritenuto unico con la Società Foggiana quindi riuscire a configurarle autonomamente sul territorio è stato sicuramente straordinario”. E ancora: “Quel che è emerso dalle indagini è che questi due gruppi forti e armati, che hanno operato togliendo la libertà al territorio, si muovevano con spregiudicatezza e senza alcun limite, tanto che esplodevano anche in città in qualunque ora del giorno, oltre che della notte, colpi d’arma da fuoco, raffiche di mitra senza mai preoccuparsi dell’intervento di contrasto alla loro presenza”. Il procuratore nazionale antimafia ha concluso: “Quel che si è verificato nel territorio sanseverese è stato qualcosa di molto particolare che ho stigmatizzato in varie occasioni anche con riferimento ai clan napoletani”.

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