IL MONASTERO DELLE BENEDETTINE. La vita monacale di clausura a San Severo

Attiguo alla Chiesa di San Lorenzo, uno dei più importanti e significativi esempi di stile “barocco” a San Severo, esisteva un tempo il vetusto monastero delle monache benedettine con uno splendido chiostro. Le sue origini non ci sono del tutto chiare, ma secondo quanto ci riferisce Giovanni Checchia de Ambrosio nel volume “Il monastero delle Benedettine”, “le origini nascondesi fra le tenebre di quella vetusta epoca, in cui San Severo era feudo dei Padri Benedettini della Badia dei santi Pietro e Severo”. Una volta cessato il diritto di feudo il monastero venne ceduto al comune di San Severo e questo passaggio significò per il monastero un qualcosa di importante: esso divenne nel tempo “un’istituzione laica, ove venivano ospitate le donzelle che desideravano vivere lontano dai tumulti del mondo, non osservando più la regola benedettina se non nel ricordo e le abitatrici del luogo si facevano chiamare abusivamente monache senza vestirne l’abito e la loro direttrice abbadessa”. Tuttavia le notizie sono alquanto contraddittorie tra di loro perché, secondo alcuni documenti riportati dallo stesso de Ambrosio nel quale vengono citati manoscritti lasciati dalle monache benedettine che vi hanno dimorato, “la città di San Severo non vi spese niente” e quindi non “si prese cura del suddetto monastero”. Dello stesso tono è un altro documento, testè riportato, nel quale si afferma che “il Monastero non ebbe mai né dal Municipio né da altri”. Soltanto nel 1765 con una sentenza pronunciata si stabiliva che il Municipio di San Severo “non aveva alcun diritto di patronato sul monastero di San Lorenzo”. La municipalità sanseverese aveva rivendicato il diritto di proprietà sul monastero benedettino di San Lorenzo a seguito di un’importante Legge, quella del 7 luglio 1866 con la quale venivano definitivamente soppressi gli Ordini e le corporazioni religiose. Di fatto con questa legge i fabbricati dei conventi soppressi dovevano essere devoluti ai comuni. Nel nostro territorio detta legge andò a colpire gli ordini monastici dei Frati Cappuccini, dei Frati Minoriti, il Monastero dell’Addolorata e di Santa Filomena e il Monastero delle Benedettine. Tutti questi ordini vengono soppressi “di fatto e di diritto”. A parte queste vicende poco edificanti in cui si pongono in evidenza non i problemi che a quel tempo “affligevano la cittadinanza” ma solo la “preoccupazione” da parte della municipalità sanseverese del “possesso del ricco Monastero” è d’uopo porre in risalto l’indefessa opera di fervente apostolato svolta dalle Monache che vivevano nelle mura del glorioso Monastero. Le monache benedettine erano molto ligie alla regola dettata dal loro fondatore san Benedetto da Norcia, padre del monachesimo occidentale e soprattutto si prodigarono diligentemente per il bene della nostra città. Inoltre con magnifico zelo si adoperano nel soccorso alle persone povere e indigenti, distribuivano cibi caldi ai bisognosi, aiutavano le fanciulle che manifestavano espressamente il desiderio di voler prendere il velo monacale, partecipavano alle feste religiose e civili della città, insomma le monache si rendevano utili a sovvenire ai numerosi bisogni della città e dei suoi abitanti. La loro spiritualità era forte, sentita e promanava un candore di vivo apostolato.
