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IL RUOLO DEGLI INTELLETTUALI (O PSEUDO-PARA-QUASI TALI) NEL DECLINO DI SAN SEVERO (SIAMO MESSI MALE – SECONDA PARTE)

di NAZARIO TRICARICO, GIÀ CONSIGLIERE
COMUNALE E COORDINATORE DI ‘ITALIA UNICA’

Trovo paradossale che taluni intellettuali locali (fortunatamente non tutti) si esprimano in maniera così DISINVOLTA sulle vicende politiche della nostra comunità. Tra l’altro senza nessuna cognizione reale rispetto a fatti, circostanze, dati e persone, cose note invece a chi c’è dentro fino al collo e che spesso, come nel mio caso, non può sottrarsi anche alla polemica più dura e apparentemente strumentale. La ritengo un’intollerabile INVASIONE DI CAMPO, soprattutto se certe valutazioni – fondate su un mero QUALUNQUISMO – dimostrano la totale estraneità di un mondo, quello che si autocelebra come “CULTURALE”, alle vicende di sudore e sangue della nostra città.
SE I POLITICI HANNO MOLTO DA FARSI PERDONARE, PER GLI INTELLETTUALI SANSEVERESI VALE ESATTAMENTE LO STESSO DISCORSO.
Mi riferisco a quella cultura che non si fa vita, che gongola su comodissime “torri d’avorio” a confezionare sterili supplementi d’analisi o, ancor peggio a partorire considerazioni antropologiche in stile “armchair anthropologist”, ovvero come quelle dei primi “antropologi da tavolino” come li definiva ROBERT LOWIE, che studiavano e scrivevano di popolazioni lontane senza averle mai incontrate. In tal senso, suggerisco la lettura del manuale SCARDUELLI per approfondire i principi fondativi della disciplina, tra cui spicca perentorio che “i membri di una cultura non potranno mai averne una conoscenza esauriente e profonda”. Osservava KLUCKHOHN che “non sono stati sicuramente i pesci a scoprire l’esistenza dell’acqua”. E’ chiaro, siamo in democrazia. Ad ogni “PICCOLO MOSÈ” deve essere garantito il diritto anche allo SPROLOQUIO.
L’INCHIESTA della GAZZETTA ha palesato tutto il vuoto pneumatico di una Amministrazione locale, dei suoi protagonisti e probabilmente anche i limiti di molti suoi detrattori, ma ha evidenziato anche altro. L’esclusiva, autoassolutoria, arbitraria e insopportabile attribuzione al mondo politico locale, da parte di alcune MENTI PENSANTI, della totale responsabilità rispetto al declino della nostra comunità, quando, a mio modesto avviso, questo effluvio di accuse andrebbero distribuite con maggiore equità, chiamando in causa tutte quelle forze sociali, in primis proprio il mondo culturale nel suo complesso, che su tante questioni si è spesso dimostrato estraneo, omissivo, latitante e ben celato dietro un sapiente PERBENISMO DI MANIERA. Salvo poi INGLORIOSE GENUFLESSIONI nei confronti dei POTENTI di turno.
E’ altresì paradossale che più volte, in alcuni interventi, sia emerso addirittura il nome di NINO CASIGLIO. Per un politico locale, citare CASIGLIO, potrebbe essere perfino comodo. Rispetto a questo gigante non è una colpa apparire dei nani. Per un intellettuale invece è diverso, tale citazione mi sembra davvero imprudente.
Perché da CASIGLIO in poi, dalla morte di questo “intellettuale residente” come lo ha giustamente definito FRANCESCO GIULIANI che pagò e non poco il fatto di essersi “messo a disposizione” della città, è possibile parlare di una vera e propria sclerotizzazione del mondo culturale locale, spesso estraneo agli echi di dolore provenienti dalle viscere della comunità, immerso in iniziative autoreferenziali e noiose, prive di quella “tensione”per agevolare e determinare cultura in quello che va definito, come suggerisce il prof. CARLO GALLI, lo “spazio politico”. Fatto che presuppone consapevolezza rispetto ad una dimensione sociale attraversata da “dinamiche di collaborazione e di conflitto, di ordine e di disordine, di gerarchia e uguaglianza, di confini e di libertà”. La dimensione del vivere, in una cultura che non è dunque un principio derivativo ma il prodotto di circostanze mutevoli, nel tempo e nello spazio, in cui gli intellettuali hanno un ruolo fondamentale rispetto alla tenuta del LEGAME SOCIALE. Assistiamo purtroppo a gravi OMISSIONI che alimentano la dissociazione e quindi la chiusura e quindi la paura in cui versa la nostra intera comunità.
Dopo le accuse al mondo politico, si è perfino giunti ad accusare “LA GENTE” con il ricorso ai soliti “ISMI” di chi non ha argomenti e non sa orientarsi, valorizzarsi e valorizzare, nella liquidità della convivenza civile. Apro parentesi. In questo mio “je accuse” ci sono ovviamente delle eccezioni, non ritengo sia giusto impacchettare tutti. Penso, e non la cito a caso, a personalità come la prof.ssa ROSA TOMASONE. Il Corteo ad esempio è una iniziativa straordinaria, non tanto per il suo significato storico, ma perché costituisce una occasione per generare relazioni significative tra cittadini all’interno di una cornice specificatamente culturale. Chiudo parentesi.
Se è vero, come ho scritto, che abbiamo CONSIGLIERI COMUNALI FUORI CONTESTO, cioè senza quella “tensione” a cui alludo, inconsapevoli rispetto alle SFIDE STORICHE REALI di questa comunità, mi pare evidente che siano ben accompagnati da alcuni attori sociali appartenenti al mondo culturale che manifestano chiaramente questo stesso tipo di carenza (…STORNELLI…ora ti è chiaro?). Nello spazio si oggettivano le culture, si realizzano le prassi e quindi si concretizzano le regole.
Gli intellettuali sanseveresi e, per estensione, quelle forze sociali che dovrebbero rappresentare la classe dirigente del nostro spazio, hanno delle responsabilità precise e gravi. Se hanno deciso di levare l’àncora, ci risparmino per lo meno queste visite di cortesia così piene di OVVIETÀ e ACCUSE IPOCRITE ai “barbari” del mondo politico.
LA CITTÀ MUORE. In altri termini, non abbiamo bisogno di “pigmei morali”, come affermava BERTRAND RUSSEL, ma di UOMINI LIBERI e immersi fino alla punta dei capelli nella merda delle sue viscere, disposti senza riserve a metterci la faccia… con tutti i rischi del caso. Pensando a questo, non posso non mutuare dal contributo di MICHELE MONACO il ricordo di quello straordinario aneddoto del 1945, dove una bomba sociale che poteva scoppiare venne sapientemente disinnescata dal “combinato disposto” di politici di razza e intellettuali come MANDES, RECCA e lo stesso CASIGLIO. Per dire che gli intellettuali, tanto quanto i politici, sono essenzialmente i catalizzatori di energie positive del tessuto sociale. Chi oggi, in questa città, potrebbe interpretare questo ruolo? Chi oggi, in questa città, può minimamente essere paragonato a questi giganti del passato? Come vedete cari amici, il livello si è abbassato anche nel vostro caso. E’ dunque giunto il momento di andare oltre e di assumersi qualche responsabilità. Se non ne siete capaci, andate via. A Londra magari. Vi chiedo però un’ultima cortesia: NON TORNATE PIÙ. Di voi, questa città, non ha alcun bisogno.

tricarico-iu

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