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“Kekko…il tuo sorriso sarà impresso per sempre nei nostri cuori”

La nostra vita quale mistero.

La nostra morte quale mistero.

E vi è una linea di confine che si attraversa due volte; la prima nel momento in cui si nasce e la seconda in cui si ritorna nell’eternità, laddove il tempo non esiste.
Vi è ancora un terzo mistero, ovvero la durata del nostro viaggio sul mondo terreno.
Ognuno di noi lascia un’impronta.

Il 18 luglio un Angelo risale al Cielo dopo il suo tragitto su questa Terra.
Ha appena 17 anni e si chiama Francesco Pio D’AUGELLI.
È un ragazzo di San Severo, in provincia di Foggia.
Il suo percorso è stato però troppo breve.
Kekko perde la vita in seguito ad una coltellata infertagli da un’anima che non troverà mai pace ed il cui viaggio è ormai maledetto.

Francesco Pio è conosciuto come Kekko, un vezzeggiativo affettuoso.
È un ragazzo pieno di vita.
“È”, perché il sorriso non lo si spegne con la morte ed il suo resta impresso e lo resterà per sempre, come la frase pensata dai suoi amici.
Essi sono tutti lì ad attenderlo, dinanzi alla Chiesa della Croce Santa di San Severo, dove sabato 23 luglio è avvenuto il suo saluto, dopo la celebrazione del rito che accompagna il passaggio di ognuno.
Kekko amava una ragazza meravigliosa e lui era un ragazzo altrettanto meraviglioso.
Una gigantografia ritrae il loro abbraccio ed un bacio fugace ricco di tenerezza, come l’amore agli albori dei tempi.
Tutto parla di lui.
Gli occhi, i volti, gli sguardi di miriadi di ragazzi che attendono con l’anima in pena.
Sono giovani che non trovano le parole.
Sono giovani increduli dinanzi al dolore ed il loro unico scopo è “Esserci”.

Kekko, un ragazzo con tanti sogni.
Kekko un ragazzo pieno di energia, con un carattere frizzante ed un’accentuata simpatia unita ad un’infinita bontà.
Kekko avrebbe dato tutto per un amico e sono gli stessi suoi compagni a testimoniarlo.

Arriva il momento.
Kekko lascia il luogo sacro e volano palloncini bianchi verso l’azzurro.
Le note di confondono nell’aria insieme ai pensieri e, le parole che lo ricordano, vengono intonate quasi componessero una melodia senza tempo.
I fiori, le lacrime, gli abbracci, gli attimi di silenzio spezzati dalle urla disperate.
La commozione e l’amore respirano di infinito.
E poi un rombo di motore ed un altro ed altri ancora quasi fossero singhiozzi di complicità.

“Kekko li senti? Kekko siamo qui con te!”.
Gli amici si incolonnano a bordo dei loro motorini e scooter con rispettoso ossequio.
Vogliono salutarlo e fargli arrivare il loro grido di dolore.
Gli sguardi degli adulti si spengono come fari in tempesta in cerca della luce della serenità.
Il dolore è straziante.
Il dolore dei parenti, degli amici, di tutti, ma quello dei genitori e soprattutto quello di una madre come poterlo lenire?
È incommensurabile e noi umani possediamo una sola arma…l’Amore.
Kekko è uno dei figli che nel mondo ne ha dato e ne ha ricevuto.
Vi è stato un giorno in cui Kekko ha superato una linea di confine, affacciandosi alla primavera dei tempi.
Kekko è uscito dal grembo materno per il suo viaggio che è stato breve.
Kekko ora ha attraversato l’altra linea di confine che non è la morte.
Kekko è tornato nel suo grembo materno dove alberga l’Amore.
L’Amore altro non è che una scintilla dell’Eterno e, in ognuno di noi, ve ne è un frammento.
Kekko ora respira l’Eterno in quel grembo, ma lui vive ancora per un’unica ragione…per l’Amore che è vero.
E Kekko esiste per chi lo ama e lo ha amato veramente ad un’unica condizione.
Kekko esiste finché si accarezza quel grembo con il “ricordo” che deve continuare.
È solo il ricordo che nasce ogni giorno, come ogni alba, a riportarlo tra noi.

“Kekko…il tuo sorriso sarà impresso per sempre nei nostri cuori”.

A Kekko affinché continui ad illuminare con il suo sorriso.
A Kekko affinché dia conforto dall’eternità e per l’eternità.
A Kekko affinché viva per sempre,
nel ricordo e con il ricordo.

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