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LA CHIESA DEI CELESTINI RESTITUITA AL SUO SPLENDORE

E’ l’evento culturale del 2015, non solo della Città ma dell’intera Provincia

Il prossimo 7 ottobre alle 19.30, Festa della Madonna del Rosario, con la scopertura della lapide a ricordo,  sarà S.E. Mons. Lucio Angelo Renna, Vescovo della Diocesi a restituire ai sanseveresi in tutto il suo splendore la Chiesa della Trinità o dei Celestini, dopo anni di lavori condotti in economia con sapienza e perizia per iniziativa dell’Arciconfraternita del Rosario, auspice il nostro Vescovo, consapevole della bellezza e delle potenzialità della centralissima Chiesa di piazza della Repubblica, che proprio il prossimo 17 ottobre ospiterà la Veglia Missionaria Diocesana.

Lavori avviati con la sistemazione del tetto e dei cornicioni, proseguiti agli inizi del 2010 con la rimozione dei ponteggi da anni posti innanzi alla facciata. Restauri continuati con il rifacimento della facciata e delle grandi statue sulla stessa collocate. Restauri ripresi all’interno dell’edificio di culto, riportato alle tinte originarie, con un paziente risarcimento degli intonaci, con il restauro dei capitelli, degli stucchi e delle decorazioni e trionfalmente appena terminati con il restauro e la ritinteggiatura della volta con la grande cupola, con i dipinti sulla stessa collocati. Un risultato estetico strepitoso, ben al di là di ogni più rosea previsione, frutto di un poderoso lavoro di squadra ben guidata dal Commissario Vescovile dell’Arciconfraternita avv. Francesco Lozupone con l’ausilio dei confratelli dell’antico Sodalizio,  impegnati di pari passo in efficaci e strutturate attività caritatevoli negli attigui locali rettoriali. Un percorso esaltante, un cantiere vivo e operoso animato dai tanti confratelli che di giorno e di notte hanno messo a disposizione tutte le professionalità, abnegazione e volontà, in una sinergia costante ma al tempo stesso con un confronto serrato con la Soprintendenza Artistica di Bari, per far sì che lo sforzo prolungato di tutti esitasse in un risultato di cui si farà memoria nei prossimi secoli.

La Chiesa dei Celestini,  aveva già visti restaurati i preziosi dipinti in essa contenuti, da ultimo quello alle spalle dell’altare maggiore, ottiene così un restauro completo che riscuote unanime consenso, soprattutto tra gli esperti e i cultori d’arte dell’intera Regione. Durante i lavori sono stati fatti sondaggi, studi e rilievi con tecniche all’avanguardia anche per contrastare l’umidità ascendente che minaccia le pareti, con la sostituzione delle finestre, oggi rese apribili, per riassicurare alla Chiesa luce e calore che già in origine la resero famosa. Ultimo, ma non ultimo, un modernissimo impianto di illuminazione progettato dall’ing. Matteo Stella, che ha previsto per la Chiesa una illuminazione artistica, un’illuminazione per il culto e una terza soluzione generale.

Artefici del recupero della Chiesa sono stati i restauratori Leonardo Maddalena di Biccari e Antonio Mucedola di San Severo, unitamente alle imprese artigiane, entrambi di grande valore e già noti ai cultori d’arte e formalmente accreditati presso la Soprintendenza. La supervisione su tutto il processo di restauro è stata curata dal dr. Roberto Pasquandrea, responsabile diocesano per i beni culturali, che si è avvalso della consulenza storico-artistica del prof. Christian De Litteriis. Resteranno da eseguire i lavori di restauro dell’organo a canne, il cui progetto è già stato approvato dalla Soprintendenza, per garantire mediante tale strumento, unico sul territorio della Provincia, concerti di grande livello.

Al di là dei risultati artistici raggiunti, quanto avvenuto ai Celestini, che sa quasi di miracoloso, testimonia un valore di cui il nostro territorio necessita per sopravvivere: il gioco di squadra, di gruppo.

Nel diario inaugurato alle sue origini, la Città di San Severo, con il restauro della Chiesa dei Celestini, ha scritto un’ulteriore nobilissima pagina. Una Chiesa dei Celestini che viene così restituita, a maggior gloria di Dio, come in origine voluta dai Padri Celestini a tutti i cittadini, affinchè continui a essere luogo di spiritualità e di culto, ma al tempo stesso d’arte e di cultura.

La redazione

Foto A. Giammetta

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