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La Comunità del Parco può essere delegittimata da indiscrezioni di stampa?

La Comunità del Parco può essere delegittimata da indiscrezioni di stampa?

Come Presidente e come rappresentante di diciotto comunità dell’Ente parco Nazionale del Gargano, ho il dovere di condurre la discussione e l’informazione su binari di correttezza e di trasparenza.

Sarà un caso o una coincidenza, sospetta per la tempistica, che sulla nomina del nuovo presidente del Parco del Gargano si fanno circolare voci e ricostruzioni di stampa che non rispondono alla realtà dei fatti. Qualcuno gioca a delegittimare un procedimento, partecipativo e democratico, costruito dai sindaci dell’area protetta, con lo scopo di seminare zizzania e mandare all’aria il tavolo di una ritrovata concertazione tra i comuni garganici.

Chi gioca a demolire la democrazia?

I sindaci del Gargano si sono espressi con chiarezza, individuando, all’unanimità, una terna composta da nomi di alto profilo e di chiara professionalità, nonché profondamente legati al territorio garganico.

Sono nomi che possono garantire una piena tutela dell’area protetta e la salvaguardia di un ambiente fortemente antropizzato e, quindi, non semplice da governare. Inoltre, da presidente della Comunità del Parco mi corre l’obbligo precisare i termini di una vicenda che è stata riportata dalla stampa locale, in modo parziale e non rispondente alla realtà degli eventi. Lo faccio non solo per difendere la scelta dei candidati, uno dei quali coinvolto nelle indiscrezioni di stampa, ma anche e soprattutto, per tutelare la integrità e moralità dei sindaci garganici che si sono espressi con chiarezza sulla terna dei candidati proposti al presidente Emiliano.

I candidati, al pari di chi li ha proposti al Presidente Emiliano e al ministro Galletti, non hanno nessuna «macchia» e la loro integrità e moralità ha facilitato l’indicazione.

I sindaci, ricordo anche, rappresentano cittadini e territorio, le loro decisioni devono necessariamente salvaguardare il bene pubblico.

Non sarà certamente il ruolo professionale, trasparente e di pubblico dominio, svolto da chi è candidato ad assumere una delicata ed importante presidenza, ad ostacolarne la nomina.

Non vorrei entrare nel merito delle vicende oggetto di critica e travisate a mezzo stampa, ma il mio ruolo mi impedisce di tacere.

Faccio riferimento alla vicenda del presunto abusivismo di Roccamare a Rodi Garganico. Vicenda che risale al 1997, a pochi anni dalla istituzione del Parco del Gargano, che aveva una diversa perimetrazione dell’attuale, area che non comprendeva la struttura di Roccamare. All’epoca dei fatti vigevano anche norme meno stringenti e meno attente ai risvolti ambientali e paesaggistici, altrimenti dovremmo concludere che la maggior parte delle costruzioni costiere sul Gargano, sorte in quel periodo, siano tutte abusive e soggette ad abbattimento.Tra l’altro, pare che aver svolto la propria professione, difendendo la società accusata del presunto abusivismo, sia una colpa grave, non emendabile, oltretutto punitiva se si vuole essere a capo dell’area protetta garganica, a tal punto da prevederne l’esclusione dall’elettorato attivo e passivo.

Quale sorte, dunque, per un avvocato che difende un pedofilo o uno stupratore?

O per un difensore di un presunto mafioso?

Sono certo che l’avvocato Gianni Maggiano eviterà situazioni di conflitto d’interesse, così come hanno fatto, nel recente passato, i suoi colleghi già presidenti.

Chiudo la vicenda che ritengo più giurisprudenziale che politica ricordando anche che oltre sei anni fa si è concluso un processo penale mentre presso il Consiglio di Stato si attende ancora un giudizio amministrativo.

Non permetto a nessuno di fare insinuazioni di natura diffamatoria che ledono la dignità professionale dei soggetti involontariamente coinvolti e, aspetto ancor più rilevante, dichiarazioni a mezzo stampa, che minano la credibilità dei sindaci, strumentalmente indicati come complici di un sistema, nemico della tutela ambientale e dello sviluppo delle tematiche di valorizzazione e protezione dei siti naturalistici.

Il resto sono insinuazioni che ledono la dignità professionale dei soggetti coinvolti e la credibilità dei sindaci del Gargano, che qualcuno, in modo strumentale, vuole far passare come complici di un sistema nemico della tutela ambientale e della valorizzazione del Parco del Gargano.

Risponderemo con i fatti, così come sempre avvenuto nel passato, affinché nessuno dei nostri cittadini amministrati, possa coltivare il dubbio delle menzogne gratuitamente diffuse.

Francesco Tavaglione

Presidente della Comunità del Parco Nazionale del Gargano

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