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La comunità di San Severo, pronta ad accogliere 70/80 migranti regolari che erano nel “Gran Ghetto”. Dialogo con l’assessore Simona Venditti.

San Severo (come in altre realtà della Daunia) accoglierà 72/80 migranti provenienti dal cosiddetto “Gran ghetto”, sito tra San Severo e Rignano Garganico. Gli extracomunitari, “tutti muniti di permesso di soggiorno”, riferiscono da Palazzo dei Celestini, saranno ospitati presso “L’Arena”, sgomberata da un’occupazione abusiva.
La struttura. Di proprietà comunale, sorge in via Demanio, contrada San Ricciardo. “L’opificio delle Arti – l’Arena”, è stato finanziato dalla Regione Puglia, nell’ambito del progetto “Bollenti Spiriti”, dedicato alle politiche giovanili, con il governo di Nichi Vendola, e in tanti casi non ha sortito gli effetti sperati. Questo l’excursus con l’assessore alle politiche sociali, Simona Venditti: “Ci sono 2 delibere di giunta, prodotte circa un anno fa, redatte dopo aver preso visione e contezza di tutto, che fanno riferimento al finanziamento regionale ‘Bollenti Spiriti’. Era stata bandita una gara dall’amministrazione Savino, vinta da una cooperativa nota, che non aveva utilizzato, in base alle finalità progettuali, la struttura. Quindi si era chiesto la revoca dei finanziamenti, informando la Regione, chiedendo di risolvere il contratto con il soggetto e procedere come per legge”.
Scoppia il caso del “gran ghetto” e la Regione Puglia si rivolge al comune di San Severo: “Avete una struttura idonea all’accoglienza e ‘Bollenti Spiriti’ non ha prodotto gli effetti voluti. Lo stesso immobile era occupato abusivamente (al di là delle vicende, anche umane, che si sono intersecate), quindi era necessario ripristinare prima la legalità – riprende l’assessore Venditti – La realtà del Ghetto, e il suo sgombero, ha prodotto situazioni tra Regione e Prefettura, con richieste per la disponibilità temporale all’accoglienza dei migranti regolari. I CAS (Centri di accoglienza straordinaria) sono un progetto calato dall’alto e la prefettura deve ridistribuire sul territorio i migranti, in base al 3% della popolazione locale. Teoricamente, da noi, ce ne sarebbero dovuti stare circa 170, invece ne ospiteremo 100 in meno. È impossibile pensare, proprio a San Severo, territorio in cui si è sviluppato il ‘Gran ghetto’, che non fosse data la possibilità di ospitare, nella legalità, le persone migranti. Su L’Arena, il Comune non può fare nulla, perché nessuna amministrazione avrebbe potuto fare nulla”.
L’accoglienza è una priorità, così come la rimozione delle baracche del Ghetto e la lotta al caporalato. “Al momento siamo in una fase emergenziale a ridosso della primavera e bisogna agire prima che comincino i lavori stagionali nei campi. Tanti braccianti da sottrarre alle grinfie del caporalato e non solo. I migranti, inoltre, vanno tirati subito fuori dal degrado del ghetto e dargli una sistemazione decorosa – chiosa Venditti – L’urgenza, è la chiave di lettura di tutto. Oggi, il Comune di San Severo ha fatto quello che le istituzioni (Prefettura e Regione Puglia) hanno chiesto per risolvere un problema di portata nazionale incancrenito da decenni, legalità relativa a fenomeni di sfruttamento dei lavoratori, caporalato, prostituzione, riduzione in schiavitù! Non potevamo volgere lo sguardo altrove! Auspichiamo e pretendiamo vivamente che ognuno faccia la propria parte e che lo scambio di attenzioni sia reciproco, perché la sicurezza è un diritto e non un optional sia che riguardi il ‘Gran Ghetto’ sia che riguardi i cittadini sanseveresi”.
La gestione e il controllo: “Attualmente c’è la Protezione Civile regionale che si occuperà dell’accoglienza, fino a quando non saranno adempiute tutte le partiche per la gestione definitiva. Si tiene a precisare che l’intera operazione è finanziata dalla Regione e prevedrà, così come concordato ai tavoli tecnici in prefettura, il coinvolgimento del mondo dell’associazionismo (anche con la Consulta e la Caritas diocesana) e del terzo settore”.
I migranti sono regolari e soggetti a controlli sanitari: “Faccio un report delle Forze di Polizia, che al momento dei blitz nel ghetto per contrastare il caporalato, tutti scappano tranne chi ha il permesso di soggiorno – evidenzia l’assessore Venditti – Inoltre, stiamo già pensando, per attuarlo, ad un welfare di accompagnamento e non di assistenza. E tanto vale per tutti”. L’altra struttura “Casa Sankara” a pochi chilometri da San Severo e dal ghetto: “Si tratta dell’ex azienda Fortore, oggi Casa Sankara-Ghetto Out, di proprietà della Regione Puglia. C’è chi parla di occupazione abusiva di alcuni soggetti, ma così non è”, conclude l’assessore Simona Venditti.
Beniamino PASCALE

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