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LA FORZA E L’ISPIRAZIONE DELLE CLASSI DIRIGENTI DEL 1945

di MICHELE MONACO, GIÀ ASSESSORE COMUNALE CULTURA-LEGALITÀ (2004-2009) E COLLABORATORE DE ‘LA GAZZETTA DI SAN SEVERO’

Nel dibattito svolto sin qui, con tesi contrapposte, sull’operato degli attuali e precedenti Amministratori Comunali non si è mancato di sottolineare il contesto di una situazione di PROFONDA CRISI ECONOMICA in cui versa la nostra città nel quadro di un Mezzogiorno “dimenticato”. Argomento caldissimo sul quale come è noto si preannuncia a settembre un MASTERPLAN (parola di RENZI…io non c’entro!) da parte del Governo. Mi chiedo: quale ricaduta avranno i progetti infrastrutturali del Masterplan sulla nostra Regione, sulla Capitanata e su San Severo? Progetti, per lo sviluppo e l’occupazione, che dovranno vedere in prima fila i Comuni, il mondo del lavoro e il mondo dell’impresa. Premesso questo, se (e sottolineo SE) gli attori istituzionali sanseveresi non si rivelassero all’altezza del compito rivelandosi responsabili dell’emarginazione economica e sociale del nostro territorio, quale esempio si darebbe ai cittadini? Con quale AUTOREVOLEZZA si potrebbe chiedere loro collaborazione e di avere cura e decoro per la città in cui vivono? Naturalmente nessuna giustificazione ma la pedagogia ha le sue regole: L’ESEMPIO DEVE VENIRE DALL’ALTO. Dico questo perché una situazione simile (con i dovuti paragoni) a San Severo storicamente si è verificata negli anni del dopoguerra. Se è vero, come tanti economisti sostengono, che la nostra crisi ricalca quella del dopoguerra, allora facciamo un salto nella San Severo di quel momento storico. Il prof. TOMMASO FIORE grande umanista e meridionalista (nato ad Altamura) nel suo libro “Un popolo di formiche”, riferendosi al dopoguerra di San Severo, accennerà al …<<tragico problema della casa, della miseria, delle baracche che trova riscontro negli orrori dello ZIMOTERMICO già deposito di RIFIUTI DI OGNI SORTA E POI RIFUGIO DI ESSERI UMANI e così al quartiere HOFFMANN e così a SAN BERARDINO …>>. Tra il 1944-45 la situazione economica era tragica, la guerra aveva prostrato la popolazione, la quale stremata dalla miseria, dalle malattie, dalla fame, ricorreva a mille espedienti illegali per sopravvivere. La disperazione portava la gente ad occupazioni di terre e a compiere numerosi furti nelle campagne. Le Forze dell’Ordine non riuscivano a prevenire e contrastare un fenomeno così grave. Ma, dopo qualche settimana, furono le stesse Forze dell’Ordine ad informare il Prefetto che la situazione era stata arginata e controllata fermamente dall’Amministrazione Comunale, dai Sindacati e soprattutto da alcuni leaders locali dei Partiti del Comitato di Liberazione Nazionale. Il Prefetto ne prenderà atto positivamente consentendo l’inizio di lavori di pubblica utilità che daranno un primo respiro ai più bisognosi. Il 1* Maggio del 1945 si verificherà un avvenimento straordinario, irripetibile: si terrà, eccezionalmente, in piazza ALDO MORO (già Piazza Carmine), una manifestazione popolare con la presenza di don FELICE CANELLI che celebrerà una Messa per i lavoratori. Il discorso ufficiale venne pronunciato da un giovane di nome NINO CASIGLIO, che farà così il suo esordio sulla scena pubblica. In quel maggio del 1945, in quella complessa e articolata unità delle rappresentanze religiose, politiche, sindacali e culturali, San Severo comincerà faticosamente ma progressivamente a darsi una nuova classe dirigente che si farà carico delle terribili conseguenze del dopoguerra e getterà le basi per consolidare nel tempo le strutture istituzionali di governo della nostra città. Mi si dirà: altri tempi, altri uomini e donne, altre personalità riportarono FIDUCIA, LEGALITÀ e RIPRESA ECONOMICA. E’ vero, ma – se è possibile – possono essere oggi una formidabile fonte di ISPIRAZIONE e di ESEMPIO per le istituzioni contemporanee.

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