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La storia di Rosy Della Malva, giovane fotografa emergente di Torremaggiore: la sua foto sul magazine francese “Malvie”.

“La macchina fotografica la mia bacchetta magica”.

Cresciuta con mamma Annamaria, Rosy già da bambina amava sfogliare i giornali e le riviste, affascinata dalla pubblicità e dalla moda.
Si è diplomata in un istituto professionale, l’alberghiero di Lucera, coltivando sin da piccola la passione per la fotografia. All’età di 12 anni inizia, da autodidatta, a scattare le prime foto con la sua prima Canon.
Da sempre attratta dalle riviste patinate, solo due anni fa ha scoperto come catturare tutto quel  mondo fantastico e farlo suo.
 “Penso che le mie immagini siano un viaggio onirico attraverso i colori. La macchina fotografica è la mia bacchetta magica con la quale dó vita ai miei sogni e al mio  mondo  perfetto”- questa la risposta di Rosy, quando le chiedo cosa rappresenta per lei la fotografia.
Dopo il diploma, il corso completo di fotografia e semiottica visiva, un corso base grazie al quale ha acquisito nozioni importanti e tecnica che le hanno permesso di migliorarsi. Con la nuova Canon, regalatale nel giorno del suo diciottesimo compleanno, Rosy inizia a scattare le sue prime foto da professionista e viene contattata per realizzare servizi fotografici.
Rosy è un’osservatrice curiosa, le piace guardare il mondo con attenzione, soprattutto le cose più piccole e inosservate. Un movimento, le espressioni del viso, una luce particolare, un colore, una scena buffa, un dettaglio che ricorda qualcosa attraverso la sua mente creativa. Si diverte a sperimentare, a creare lavori originali, innovativi, mettendosi sempre in discussione e ponendosi domande.
La tua passione per la fotografia, come è nata? 
Penso sia nata da un’ esigenza, un bisogno, ma è anche un modo per difendermi e sentirmi protetta.
Ho sempre amato l’immagine in tutte le sue forme: nell’arte, nel cinema, ma anche nella semplice osservazione della realtà che mi circondava. Ho iniziato a scattare perché mi sono resa conto che la fotografia poteva essere un mezzo di espressione e racconto, molto potente delle parole. La fotografia è stata ed è terapia per me, il mezzo attraverso il quale mi esprimo liberamente, racconta il mio modo di vedere il mondo fatto di ricerca della bellezza.
Quando i primi scatti?
Scatto da quando avevo 12 anni con la mia prima e piccolissima Canon digitale. Le mie  “modelle” di allora erano le mie amiche delle scuole medie, le importunavo truccandole e suggerendo loro di assumere la posa corretta.
Che cosa rappresenta per te il mezzo fotografico e cosa vuoi comunicare?
È lo strumento che mi consente di esprimere, in modo veloce ed immediato, quello che immagino. Ho sempre  guardato con ammirazione modelle e fotografi sui social, erano la mia fonte di ispirazione. La macchina fotografica è arrivata per ultima, ed è stata la chiave per aprire i cancelli del parco giochi: ho messo insieme tutti gli aspetti che amavo e ho iniziato la mia personale fotografia di moda ‘tutto fare’, tentando di emulare le foto che vedevo nei giornali, realizzando da sola trucco, parrucco, styling e post-produzione.
Quali le tue esperienze professionali e riconoscimenti?
Ho scattato campagne per alcuni brend, grazie ai quali ho potuto comprare una Sony che per me è un gioiello prezioso.
Inoltre ho ottenuto la pubblicazione di alcune mie  foto per il magazine francese  “Malvie“, un piccolo traguardo che mi ha stimolata e incoraggiata molto. Mi preme precisare che i miei  scatti, indipendentemente dal fatto che siano artistici o commerciali, portano oltre che la mia firma anche il mio sentire.
Cos’è, dunque, per te, la fotografia e come la rappresenti?
È la mia massima forma di espressione, la mia arte, il mio sogno, la mia visione, la mia ambizione, e aspirazione, sono una sognatrice ad occhi aperti, e ho una voglia incredibile di mostrare agli altri com’è il mondo attraverso il mio  punto  di vista, dal mio obiettivo. Ancora prima di scattare fotografie, le immagino,  le creo, le compongo e le disegno mentalmente. Realizzo quasi sempre tutto da sola: idea, styling, composizione  fino allo scatto. Credo che alla base della scelta ci sia il mio amore per la storia dell’arte in generale. E poi mi piace la sfida di rappresentare al meglio un singolo abito davanti alla bellezza architettonica presente nel paese dove vivo e dove ho scelto di restare: Torremaggiore.
 
Come immagini il tuo futuro?
Mi piacerebbe stupire con qualcosa di diverso e ‘uscire da me stessa’, dalla mia comfort zone. Per quanto sia determinata ammetto di avere delle barriere e dei limiti, che mi portano a tornare sempre dove mi sento al sicuro.
Qual è il tuo stile? Cosa o chi ti piace fotografare?
Mi è sempre piaciuto studiare storia dell’arte e alle scuole medie mi affascinavano le opere neoclassiche, romantiche e decadenti. Non cerco di riportare nulla di ciò che ho studiato nei miei scatti, è semplicemente parte di me,  il  mio gusto estetico, il mio carattere, qualcosa di naturale.
Mi piace fotografare le donne: per me sono tutte belle. Le modelle che pongo davanti al mio obiettivo, possono avere le rughe dell’età che avanza o il ventre alla Venere di Botticelli: la bellezza è ovunque, anche nei difetti.
Hai detto che la fotografia è stata terapia, cosa intendi dire?
Durante la mia adolescenza, a scuola, ho subito alcuni atti di bullismo e cyberbullismo e mi sono sempre sentita tanto sola, non compresa, inadeguata, ed emarginata. Mi sono aggrappa a questa mia passione e dalla stessa ho tratto forza.
La fotografia era la mia evasione, era creare il mondo che non avevo nella mia vita, quel mondo dove potevo divertirmi, esprimermi e sentirmi al sicuro.
Rosy come racconta Rosy?
Sono l’insieme delle esperienze, la voglia di non smettere mai di imparare. Ritengo che l’essere curiosi e lavorare duro su se stessi facciano davvero la differenza su un percorso lavorativo. Ho una prospettiva di vita molto positiva. Amo il vintage, la moda, la condivisione e la spontaneità. Il mio approccio di ‘’firma’’ è sottolineato attraverso un uso molto unico e raffinato della luce e dei colori, la mia estetica è sobria e moderna. Vedo la bellezza di ogni singola persona ed il mezzo fotografico mi è compagno fedele in questo mio convincimento.
Sogni nel cassetto e progetti futuri?
La risposta a questa domanda è sempre la stessa da anni: scattare la copertina di Vogue. Una copertina che non sarebbe solo una fotografia: significherebbe viaggiare nel mondo, conoscere personalità e professionisti, respirare arte, occasione di crescita personale e professionale.
Traguardo più vicino e possibile, invece, potrebbe essere una collaborazione importante. Mi piacerebbe molto lavorare con Christian Louboutin, mi sento in linea con il brend sia dal punto di vista fotografico sia come donna: indipendente, forte, senza paura di esprimere  la  propria  sensualità. Mi ispiro a Nima Benati, iconica fotografa di moda italiana, abbiamo una storia simile, ma le modelle sono sempre la mia ispirazione numero uno.Tra le top model che ho sempre sognato di fotografare ci sono  Emily  Ratajkowski e Megan Fox.

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