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L’ALTRA CAMPANA SULL’AGGRESSIONE AI SANITARI DELLA GUARDIA MEDICA DI SAN SEVERO

Sono ANTONIO PRIMAVERA, un vostro Lettore. Ho letto il comunicato sull’aggressione ai medici del presidio di Guardia Medica e, pur non condividendo assolutamente questo tipo di comportamento, voglio contestare le dichiarazioni della dottoressa che a priori difende il comportamento dei colleghi, non considerando in nessun modo le ragioni altrui e le situazioni che i pazienti sono costretti a subire A me personalmente, martedì 6 ottobre scorso,è capitato ciò che vi scrivo. Ho portato al Pronto Soccorso dell’Ospedale di San Severo mia madre che aveva una tachicardia. Considerando l’età – 82 anni – è rimasta nel Pronto Soccorso fino alla sera alle 20 dopo che i dottori di tre turni (il primo fino alle 14, il secondo fino alle 20 e il terzo dalle 20 in poi), dopo svariate flebo e dopo essersi lavate le mani senza che alcuno si sia presa alcuna responsabilità perché non c era posto in Cardiologia e non poteva essere ricoverata in Medicina perché il dottore del Pronto Soccorso voleva che la responsabilità se la prendesse il responsabile del Reparto, il quale si giustificava dicendo che non avendo i macchinari per monitorare la tachicardia non poteva assumersi alcuna responsabilità. Alla fine della serata – alle ore 20 – ci costringevano o a portare la paziente a casa oppure a ricoverarla all’Ospedale di Lucera, sempre nel reparto di Medicina, dove arrivava con l’ambulanza alle ore 21 circa, senza neanche un referto del Pronto Soccorso dell’Ospedale di San Severo. Arrivata a Lucera è stata scaricata e la dottoressa che era in Medicina, una cardiologa vivaddio, ha chiesto a noi figli il referto del ricovero del Pronto Soccorso di San Severo. Esattamente questo è successo l’altro giorno. Ora la dottoressa del Sindacato prenda nota e faccia i dovuti richiami ai propri colleghi.

ANTONIO PRIMAVERA

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