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Lavori in… corso Continuano i lavori nel complesso ex salesiano una sintesi storica degli avvenimenti

Dopo l’annuncio, nel 1968, da parte dei padri Salesiani della chiusura del loro Istituto sanseverese – risalente agli inizi del secolo scorso e fucina di diverse generazioni – per problemi interni all’Ordine fondato da San Giovanni Bosco, l’area e la struttura dei salesiani, nel 1970 entra far parte del patrimonio della Diocesi di San Severo.

Sin da subito il vescovo dell’epoca mons.

Angelo Criscito, unitamente a tutta la comunità diocesana, si pose il problema dell’utilizzo della struttura trasferita alla Diocesi, di fatto abbandonata e ormai fatiscente.

Mons. Criscito, senza attribuire diritti, si manifestò disponibile a continuare ad ospitare gratuitamente gli Scouts dell’Agesci e del Masci, così come diede la possibilità al Seminario Vescovile e ad altri ragazzi e giovani della Città di utilizzare i campi da gioco, organizzando anche veri e propri campionati.

Allo stesso tempo sorgeva la necessità di non lasciare abbandonato l’intero complesso, anche perché vi era l’esigenza, nelle more dell’elaborazione dell’ulteriore e migliore utilizzo della struttura, che dalla stessa si potesse ricavare qualche reddito, almeno per consentire quei lavori di manutenzione che si rendevano periodicamente necessari. Per tale ragione, i locali prima occupati dall’Istituto salesiano vennero concessi in locazione alla Scuola Media Palmieri, che ne fece una succursale, e all’Istituto Professionale di Stato.

Tale situazione perdurò sino alla fine degli anni ’80, allorquando, per iniziativa dell’allora vescovo mons. Carmelo Cassati e del suo pro-vicario generale don Michele Prattichizzo si diede mandato ad alcuni tecnici di redigere un progetto per l’utilizzo dell’intera area per la costruzione di un centro diocesano polifunzionale. Il progetto fu regolarmente redatto e presentato alle competenti autorità, ottenendo le necessarie autorizzazioni dal Comune di San Severo, tra l’unanime consenso e i favori della stampa. Tale progetto, a causa del trasferimento di mons. Cassati alla sede di Trani, non venne però messo in esecuzione. Il progetto prevedeva la costruzione del Seminario, del palazzo vescovile, della Curia, della Casa del clero e di altri locali di ministero pastorale.

Successivamente, mons. Cesare Bonicelli, ritenendo l’esecuzione del progetto di mons. Cassati superiore alle capacità economiche della Diocesi, sospese l’esecuzione del progetto, optando per una riqualificazione graduale dell’area. Decise, infatti, il trasferimento della Caritas nei locali più utilizzabili, e successivamente  di altri Uffici e Organismi diocesani.

Negli anni successivi vennero pertanto trasferiti ai salesiani la Caritas, l’Azione Cattolica e da ultimo l’Istituto Superiore di Scienze Religiose che ivi operavano unitamente all’istituito Epicentro Giovanile, che avrebbe dovuto segnare il rilancio dell’esperienza educativa giovanile nello stile dell’oratorio, come auspicato dal Vescovo nella lettera pastorale sui giovani.

A meno di tre anni dal suo ingresso in Diocesi, nel maggio 2000, mons. Michele Seccia presentava un altro progetto al Comune di San Severo denominato Centro Polivalente “Don Bosco”, poi avviato soltanto con la realizzazione della nuova sede della Caritas e del Centro di prima accoglienza, non ancora completato così come altri uffici di Curia da realizzare. Tale progetto, volendo sostanzialmente riprendere il progetto presentato da mons. Cassati veniva accolto entusiasticamente dalla stampa e senza alcuna obiezione da parte dei cittadini.

Nel 2006, alla fine del mese di maggio, mons. Seccia, parzialmente modificando rispetto a quanto deciso nel 2000, inoltrava alla Conferenza Episcopale Italiana una richiesta di finanziamento per realizzare sull’area dei salesiani un nuovo centro parrocchiale, una Chiesa, una casa canonica, un grande salone e locali di ministero pastorale, denominando la nuova parrocchia “S. Giovanni Bosco”, attestando l’avvenuta istituzione canonica della stessa, in procinto di ottenere il riconoscimento civile. Anche in tale circostanza senza alcuna rimostranza da parte di alcuno.

Nell’agosto del 2006, quasi due mesi dopo l’annuncio del trasferimento di mons. Seccia a Teramo e prima che fosse nominato il nuovo Vescovo, veniva presentato al Comune un progetto, completamente diverso da quanto fino ad allora previsto, che riguardava esercizi commerciali, uffici e servizi sulla stessa area dell’oliveto, subordinato al placet del nominando successore.

Con l’aiuto e con il parere favorevole di tutti gli Uffici della Diocesi, mons. Lucio Angelo Renna, tenendo presenti gli interventi dei predecessori, rilevata l’inattuabilità del menzionato ultimo progetto, affidò il mandato per un nuovo studio, perchè la progettazione inerente tale proprietà diocesana fosse coerente con un utilizzo ecclesiale.

Intanto, nel 2007, dopo che l’ex IPAB Asilo Trotta comunicò alle Suore Oratoriane Salesiane o Figlie di Maria Ausiliatrice, la volontà di non rinnovare la convenzione e la conseguente restituzione da parte delle Suore dei locali in cui esse erano ospitate, e senza che alcuno si preoccupasse di individuare una soluzione per consentire la continuazione del servizio delle Suore in favore della Città – da sempre garantito dal Comune – mons. Renna si adoperò per trovare una soluzione provvisoria al problema, offrendo alle religiose l’ospitalità nella struttura ex salesiana, scongiurando la dipartita delle stesse da San Severo dopo oltre 70 anni, e convenzionando formalmente la loro ospitalità con l’Ispettorìa territorialmente competente, in attesa di una loro soluzione più confacente al carisma salesiano.

Nell’estate del 2013 sono stato avviati i lavori, in procinto di concludersi, per la realizzazione di un campo di calcetto regolamentare, per offrire possibilità di attività sportive per i ragazzi.

Finalmente sta per iniziare un’ulteriore fase di lavori, per far sì che l’intera area dell’ex istituto Salesiano, già in parte utilizzata dall’Epicentro Giovanile, dalla Caritas, dalla Casa Accoglienza, dalla mensa per i poveri, dal centro Sichem e dalle associazioni ecclesiali, con la realizzazione di tutti gli uffici della Curia diventi il vero polo di attività e di incontro di tutta la Chiesa diocesana, logisticamente meglio raggiungibile. Un luogo di comunione e di servizio a favore della nostra gente; un luogo di riferimento libero da restrizioni logistiche che la situazione odierna rende difficili.

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