Comunicati

LE DURE OMELIE DI FRATE FRANCESCO CICORELLA TRA POLITICA E VANGELO

di DESIO CRISTALLI

Abbiamo inteso pubblicare oggi un’intervista ad un Parroco della nostra Città per l’”originalità” delle sue omelìe. Fra FRANCESCO CICORELLA, frate minore nato a Conversano 36 anni fa. Laurea in Scienze del Servizio Sociale nel 2014 presso l’Università degli Studi del Molise. Baccellierato in Sacra Teologia, nel 2005, presso la Facoltà Teologica Pugliese, a Bari. Dal 2002 al 2007 membro della Commissione “Giustizia, pace, integrità del creato” della sua Provincia Religiosa. Nel 2007 promotore e organizzatore del convegno universitario: “San Francesco e il P.I.L. – Una riflessione sulla crisi economica”. Dal 2005 impegnato con laboratori e corsi di formazione nelle scuole superiori sulle tematiche: “Sviluppo sostenibile – consumo critico – Decrescita felice”. Attualmente Parroco della Parrocchia ‘S. Bernardino’ della nostra Città. Nel curriculum manca una curiosità: Fra FRANCESCO ha una grande passione per la musica ed è chitarrista e vocalist leader di un gruppo rock che ‘spopola’ nei suoi concerti. Ecco le domande della GAZZETTA e le risposte di Fra FRANCESCO che denotano una preparazione culturale eccellente, cosa della quale non avevamo mai dubitato avendo avuto modo di ascoltare numerose sue (dure e/o ‘effervescenti’!) omelìe:

D. — ALCUNE SUE OMELÌE, CHE HO ASCOLTATO DI PERSONA, SONO STATE MOLTO DURE NEI CONFRONTI DI CHI SI MACCHIA DI APOLOGIA DEL FASCISMO E DI MUSSOLINI O NE PROPUGNA LE IDEE SOCIALI. LEI HA AFFERMATO TESTUALMENTE: “E’ GIÀ PECCATO GRAVE PENSARLE CERTE NOSTALGIE…GIÀ PRIMA DI DIRLE!”. AFFERMAZIONI COSÌ DURE NON CREDE CHE POSSANO OFFENDERE CHI LA PENSA A QUEL MODO?

R. — Nell’ordinamento italiano, l’apologia del fascismo è un reato previsto dalla legge 20 giugno 1952, n. 645 (contenente “Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale della nostra Costituzione). Quindi non stiamo parlando di un mio capriccio, di una mia antipatia personale, delle mie idee; sto semplicemente riportando ciò che i nostri valori costituzionali comunicano; credo, dunque di essere su un piano “oggettivo” quando parlo della Costituzione italiana. Se ci sentissero i nostri padri costituenti… Ho il dovere morale, come cittadino, come cristiano e come guida di una comunità di stigmatizzare atteggiamenti che ledono la dignità della persona. Promuovere idee razziste; calpestare i diritti dei deboli; incensare stupidamente un dittatore che ha causato ingiustizia, morte e sofferenza (assieme a qualche opera pubblica)…tutto questo imbruttisce le persone e macchia la memoria di chi è stato vittima del regime fascista. Io non posso tacere!

D. — UNA VOLTA IN UN’OMELÌA HA DETTO TESTUALMENTE “CHI PAGA MENO SALARIO DEL DOVUTO ED AFFAMA GLI OPERAI FA PECCATO GRAVE!”. ED HA POI AGGIUNTO: “QUESTA NON È POLITICA O SINDACALISMO…È VANGELO!”. NON TEME DI ESSERE ETICHETTATO DI ESTREMA SINISTRA?

R. — Credo che non bisogna essere di “estrema sinistra” per usare il buon senso. Non bisogna essere di “estrema sinistra” per vivere il Vangelo. Non centra la destra o la sinistra (concetti che a mio parere sono estinti, assieme alla prima repubblica.) Da quando è scesa in campo “la finanza” in politica, abbiamo perso ogni riferimento ideologico su ciò che è di destra o di sinistra. Ora comandano i soldi, non le idee. Ricattare le persone deboli e indifese, che pur di portare un pezzo di pane a casa, sono costretti ad accettare contratti di lavoro improponibili è un atteggiamento degno di un uomo? Comunque quando dico queste cose, non faccio altro che leggere il Vangelo e la Dottrina sociale della Chiesa, non dico nulla di nuovo.

D. — LEI È L’UNICO SACERDOTE LOCALE CHE PARLA APERTAMENTE NELLE OMELÌE E SENZA PELI SULLA LINGUA DI POLITICA (NEL SENSO CHE LA GENTE ATTRIBUISCE A TALE TERMINE). HA MAI AVUTO ACCUSE DI FARE APERTA PROPAGANDA POLITICA DA PARTE DI “BENPENSANTI”…CHE DAI TEMPI DI CRISTO IN POI NON SONO MAI MANCATI? LE DAREBBE FASTIDIO SE QUALCUNO DENUNCIASSE COSE DEL GENERE AI SUOI SUPERIORI? COME SI DIFENDEREBBE?

R. — Sinceramente non ho mai avuto problemi di questo tipo, anche perchè io parlo di politica non in senso “partitico” ma nell’accezione originale del termine: “Bene comune”. La chiesa, parlando della politica, la definisce la più alta forma di carità. Noi (preti) dobbiamo fare politica e non partito. Tutti devono fare politica, con le loro scelte di bene, un bene che non sia privato o di qualcuno, ma di tutti. Questa è la mia eventuale difesa: faccio politica, non partito!

Fin qui l’interessante chiacchierata con Fra FRANCESCO, per la cronaca molto amato dai suoi parrocchiani per il suo entusiasmo e la concretezza della sua azione quotidiana, per giunta in uno dei quartieri più popolosi e ‘delicati’ della nostra Città. Per le omelìe, dunque, idee chiare e solida convinzione di essere dalla parte del giusto e del religiosamente praticabile. Da parte nostra un solo commento: principi costituzionali ben applicati alle dittature, ovviamente validi anche per tutte le altre tirannie, di ieri e di oggi, di ogni colore politico e di ogni parte del mondo.

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