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Leggere all’IIS Federico II: A che tante facelle? La lectio di astrofisica di Luigi Gisolfi, tra letteratura, arte, musica e metaverso

“Nel corso dell’anno scolastico, il Progetto Leggere al Federico II ha promosso il piacere della lettura con diverse attività coinvolgenti, ma il successo della lectio del dott. Gisolfi ha superato ogni aspettativa, valorizzando concretamente la trasversalità disciplinare a cui tendono le prospettive educative”. Queste le parole della Dirigente scolastica, prof.ssa Alessia Colio, alla conclusione dell’incontro con il dott. Gisolfi.
Il 12 aprile 2024, presso l’Aula Magna dell’IIS Federico II di Apricena, nell’ambito del Progetto “Leggere al Federico II”, organizzata dalle docenti referenti prof.sse Natalia D’Avena e Marica Manuppelli, con la collaborazione della prof.ssa Anna di Guglielmo, si è svolta la Lectio di astrofisica A che tante facelle?, tenuta dal neo dottore e astrofisico Luigi Gisolfi.
A che tante facelle?: proprio come il pastore errante di Leopardi, che, mentre interroga gli astri sul senso dell’esistenza, si lascia rapire dalla profondità incommensurabile del cielo notturno dell’Asia, gli studenti del Federico II hanno osservato, insieme al dott. Gisolfi, le tante “fiaccole” che illuminano l’universo, lasciandosi condurre in un viaggio straordinario tra scienza, letteratura, arte e metaverso.
Luigi Gisolfi è un ex studente dell’IIS Federico II ed ha recentemente conseguito la laurea magistrale in Astrofisica e Cosmologia presso l’Università di Padova, dopo aver svolto un tirocinio all’agenzia spaziale europea (ESA), dove si è occupato del monitoraggio di corpi celesti che potrebbero colpire la Terra.
E’ tornato nella sua scuola per regalare, alle studentesse ed agli studenti del Gruppo lettura dell’IIS Federico II e agli ospiti presenti, un’esperienza stellare: dal Bing Bang alla costante di Hubble, dal movimento delle galassie all’espansione dell’universo, dalla velocità della Luce all’origine della Luna, le equazioni e le funzioni scientifiche, con cui Gisolfi ha catturato l’attenzione dei presenti, sono state intervallate dalla lettura, a cura degli studenti del gruppo di Lettura, di estratti da “Le Cosmicomiche” di Italo Calvino, di versi scelti del Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” di Giacomo Leopardi, nonché di alcune pagine de’
L’ Arte di essere fragili di Alessandro D’Avenia e de’ L’infinita scienza di Leopardi di Giuseppe Mussardo e Gaspare Polizzi.
Poesia e scienza, poi, hanno trovato una sintesi naturale nell’arte: la presentazione di opere architettoniche e pittoriche, selezionate dagli studenti del gruppo di Lettura con la guida della prof.ssa Anna Di Guglielmo, hanno rivelato come l’infinità del cosmo, la bellezza delle stelle e la magia dell’universo hanno affascinato ed ispirato pittori di ogni epoca, spingendoli a rappresentare queste suggestive visioni nei loro dipinti. Sebbene i cieli stellati più famosi siano quelli di Van Gogh, non mancano esempi di pittori del calibro di Munch, Giotto e Tintoretto.
Excursus musicali con le canzoni dei Coldplay e dei Pinguini tattici nucleari, interpretate dalla straordinaria voce della studentessa Alessandra Guerriero, con accompagnamento musicale della studentessa Debora Perrone al pianoforte, e dello stesso Luigi Gisolfi alla chitarra, hanno scandito i momenti più significativi dell’evento che, per celebrare la giornata internazionale dei viaggi nell’uomo nello Spazio, si è concluso con uno space jump nel Metaverso. Infatti, a partire dall’anno 2011, da quando è stata istituita dall’ONU, la giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello spazio si celebra, ogni anno, il 12 aprile per ricordare il 12 aprile 1961, il primo giorno in cui l’uomo volò nelle spazio, grazie all’astronauta russo Yuri Gagarin che compì un volo orbitale a bordo di una capsula spaziale. E allora, quale occasione migliore per compiere un volo nello spazio, utilizzando i visori di cui l’IIS Federico II è dotato grazie ai fondi PNRR? Bellezza e meraviglia che da sempre letteratura e arte trasmettono e che da sempre la scienza cerca di spiegare, hanno generato il senso di stupore che studenti e docenti hanno provato di fronte all’immensità dell’Universo, in cui sono stati proiettati una volta indossati i visori; le lacrime di commozione di una studentessa rapita dalla bellezza incommensurabile di quell’immensità, rappresenta l’espressione più significativa della portata emotiva dell’esperienza vissuta, seppur nel Metaverso.

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