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LETTERA APERTA AL PROSSIMO ASSESSORE ALLA CULTURA DI SAN SEVERO.

Riceviamo e pubblichiamo

Gentile Assessore alla Cultura

Le scrivo questa lettera proprio perché Lei ancora non ha un volto, in quanto la riserva sulla composizione della nuova giunta Comunale non è stato ancora sciolto.
E’ giusto, chiunque Ella sarà, augurarle buon lavoro perché il compito che la aspetta è veramente importante in quanto avrà la fortuna di promuovere i fervori culturali che fermentano in questa città di cui si parla spesso troppo male.
D’altronde chi vuole che parli bene di una città che è nota alle cronache per gli atti delinquenziali che la mortificano ogni giorno quando, come sa, c’è tanto altro che potrebbe e dovrebbe essere messo in risalto?
L’Anticrimine più fecondo, a mio modesto parere, sarà sempre quello di promuovere senza sosta gli artisti che creano, quegli spiriti liberi che piuttosto che essere servi e acquiescenti dicono sempre ciò che pensano nella vita come nell’arte.
Ebbene sì, io, il rispetto, glielo dimostrerò sempre così, dicendo ciò che penso sempre, incurante delle ricadute personali perché non posso essere diverso da come sono.
Perché prima di ogni altra cosa il Teatro mi ha insegnato ad essere un uomo libero, facendo di me un operatore culturale di questa città, un artista che scrive, auto produce e rappresenta il suo teatro fra grandi difficoltà e, a volte, nessuna attenzione istituzionale.
L’unica cosa che non mi manca è l’affetto del pubblico che mi riserva sempre tanta stima.
Quindi caro/a Assessore alla Cultura spero Lei voglia salutare con rinnovato entusiasmo a qualsiasi attività di promozione culturale, indipendentemente dalle sue simpatie personali proprio per salvaguardare le identità culturali di questa citta che sono ad un momento di svolta generazionale, in quanto la globalizzazione delle culture e una continua pressione sull’ambiente rischiano di livellare verso il basso ogni scelta futura, a cominciare da quelle culturali.
Credo che i concittadini abbiano voglia e bisogno di valorizzare e riscoprire fermenti e talenti che spesso sono solo “d’espatrio”.
I miei concittadini hanno voglia di incontrarsi per parlare di libri, poesia, di musica jazz e di musica popolare, magari di partecipare ad eventi culturali popolari sotto le stelle, fatti magari da pochi e con pochissimi soldi, ma in cui non si chiede di essere solo spettatori dall’applauso facile ma soprattutto cittadini pronti a reagire col pensiero a proposte che li inquietano e a aprano il dibattito.
Ci spiace verificare che da qualcuno siano ancora considerati “eventi” solo i grandi concerti, le grandi adunate, mentre tutto ciò che è fatto da poche persone, viene vagamente stimato, se non ignorato.
Questo è il modo di uccidere l’immaginazione della cultura, perché chiunque sarà portato a pensare che è sempre meglio lasciarsi trasportare dalla corrente.
La cultura è anche ed essenzialmente questo: una strada di minoranza e le battaglie culturali, fino a prova contraria, s’intraprendono da sempre in minoranza, cercando poi di contagiare positivamente la maggioranza.
Il valore del termine “minoranza”, viene confusa purtroppo con “minoritario”.
Invece – e chi parla in nome della cultura dovrebbe ricordarlo sempre – va rivalutato il senso di questo termine “minoranza” non come separazione ma come momento promozionale, come valorizzazione di qualcosa che ancora non c’è.
E, in conclusione, visto che Lei ancora non c’è (ma presto ci sarà) mi piacerebbe pensare a Lei come ad un Assessore alla Cultura che condivida con noi artisti liberi queste certezze e voglia perciò collaborare e fornire il suo valido contributo a quel tavolo immaginario dove non siamo stati mai invitati, un tavolo dove l’Assessore mette la sua funzione a disposizione degli operatori culturali e non dove gli operatori si presentano in piedi davanti alla Sua scrivania per mettersi “a disposizione”.
Se invitati, a quel tavolo, sapremo esser collaborativi, propositivi e onesti.
Ma non saremo mai succubi, opportunisti, oppure acquiescenti per un mero vantaggio personale.
Pertanto nell’augurarle buon lavoro mi auguro che venga nominato/a presto per cominciare a dare a questa città, agli operatori culturali e agli artisti del territorio quella valida e importante mano che consente poi agli stessi di ESPORTARE il proprio talento e far conoscere il nome di San Severo per qualcosa che non siano solo i fatti legati alla criminalità e alla cronaca nera.
Senza polemica ma con entusiasmo,

Nazario Vasciarelli

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