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LO ZIMOTERMICO E LA RINASCITA DI SAN SEVERO

San Severo, novembre di 80 anni fa. A Palazzo Celestini, viene insediato il Commissario Prefettizio ARDUINO FRACCACRETA, subentrato al Podestà MARIO SAVINO, il quale lascerà un anno dopo la guida del Comune ad una Giunta Comunale composta dal Sindaco GIUSEPPE FIORE (Partito del Lavoro), dal Vice Sindaco ERNESTO MANDES (P.S.I.) e dagli Assessori MARIO FANELLI (Partito d’Azione), ANTONIO FESTA (P.C.I.), FELICE D’AMELIO (D.C.) ed EMILIO MAZZILLI (P.L.I.). Questa prima Giunta Comunale cesserà il suo mandato nel dicembre del 1945. Il tutto avvenne in accordo con il Comando Militare Anglo-Americano – i cui ufficiali e soldati si erano insediati in città e in tutto il circondario sin dal settembre del 1943 – e il locale Comitato di Liberazione Nazionale rappresentato da: LUIGI ALLEGATO, CARMINE CANNELONGA, RAFFAELE SURIANI per il P.C.I.; GIOVANNI BUCCELLA per la D.C.; ERNESTO LUFINO e MARIO COLIO per il P.S.I.; GIUSEPPE TOMA e ANTONIO MAGHERNINO per il Partito d’Azione; GIUSEPPE FIORE per Democrazia del Lavoro. La situazione economica è tragica, la guerra ha prostrato la città. San Severo conta 23.000 abitanti. Il giornalista-scrittore TOMMASO FIORE, grande meridionalista, nativo di Altamura, quando visitò San Severo nell’immediato secondo dopoguerra scrisse: <<Infinita miseria e suprema degradazione! Gente allogata in orridi stambugi già destinati a latrina, in una nauseante lordura! Un moto di ripugnanza e di sdegno ti stringe il cuore! Il tragico problema della casa, delle baracche trova riscontro negli orrori dello ZIMOTERMICO di San Severo, già deposito di rifiuti di ogni sorta e poi rifugio di esseri umani ridotti al rango di brut>>. Il Ministro TUPINI, venuto per visitare i lavori della falda freatica che minacciava la stabilità di tanta parte della città, rimase esterrefatto davanti alla sconcertante visione delle baracche. E così all’ex convento di S. BERNARDINO e così al quartiere HOFFMANN dove si riscontravano altri aspetti della stessa miseria. Dunque, come documenta la foto a corredo, anziani e bambini hanno vissuto in baracche fatte di legno e stagno alte non più di un metro e cinquanta, peggio delle “favelas” brasiliane. La popolazione stremata dalla miseria, dalle malattie, dalla fame, ricorre a mille espedienti per sopravvivere. La disperazione porta ad occupazioni di terre e a compiere numerosi furti nelle campagne. La situazione, però, sarà presa sotto controllo dai Partiti e dai Sindacati e il Prefetto ne prenderà atto con soddisfazione consentendo l’inizio di lavori di pubblica utilità. Il 1° Maggio 1945 si verificherà un avvenimento straordinario, irripetibile: si terrà – eccezionalmente – in Piazza Carmine, una manifestazione popolare con la presenza di don FELICE CANELLI, che celebrerà una Messa per i lavoratori. Il discorso ufficiale sarà tenuto da un giovane intellettuale di nome NINO CASIGLIO. In quel maggio 1945, in quella complessa e articolata unità delle rappresentanze religiose, politiche, sindacali e culturali, San Severo comincerà a darsi una nuova classe dirigente che si farà carico delle terribili conseguenze del dopoguerra e getterà le basi per consolidare le strutture istituzionali di governo della nostra città. Altri tempi, altri uomini e donne, altre passioni politiche!

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