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ONORE ALLE VITTIME DI MAFIA DI SAN SEVERO E CAPITANATA

L’Editoriale di DESIO CRISTALLI

Di recente è stata celebrata la XXVIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie in Italia e nel mondo. LA GAZZETTA DI SAN SEVERO ritiene oggi giusto onorare il ricordo di tanti uomini e donne della Capitanata morti in feroci mattanze in terra dauna. E’ stato scelto un giorno di primavera perché con la natura si risvegli perennemente la memoria e la giustizia sociale di questo territorio che ha pagato un grande tributo di vite umane per mano delle mafie. Il dato più orripilante è questo: IN TANTISSIMI CASI LE FAMIGLIE DELLE VITTIME NOSTRANE NON HANNO MAI SAPUTO LA VERITÀ SULLA MORTE DEI PROPRI CARI. La più recente statistica sulla Capitanata parla di una trentina di vittime di mafia. Per primo cito il nome della sanseverese LUISA FANTASIA, riconosciuta <prima vittima trasversale di mafia>, moglie del brigadiere dei Carabinieri ANTONIO MASCIONE, uccisa a Milano il 14 giugno 1975, per mano di delinquenti affiliati alla ‘Ndrangheta che spacciavano un mare di droga sull’asse Calabria-Milano, gravi reati sui quali indagava con zelo professionale il brigadiere MASCIONE. A seguire, non posso non ricordare l’altra sanseverese STELLA COSTA, di 12 anni, assassinata poco prima della mezzanotte di un caldo 18 giugno 2012 mentre era davanti casa con la mamma per buttare l’immondizia e salutare un’amichetta. STELLA è stata raggiunta da proiettili vaganti sparati da una mano maledetta di malavita. Queste le altre vittime di Capitanata spesso ricordate nelle manifestazioni antimafia: CATERINA CIAVARELLA di 5 anni di S. Nicandro Garganico uccisa il 28 marzo 1981; MICHELE CIANCI, titolare di un’armeria, ucciso il 2 dicembre 1991; GIOVANNI PANUNZIO, costruttore di 51 anni, ucciso sotto casa a Foggia il 6 novembre 1992, ‘colpevole’ di aver fatto arrestare con le sue denunce 14 pregiudicati; un altro nome storico è quello di FRANCESCO MARCONE, direttore dell’Ufficio del Registro di Foggia, assassinato sotto casa a 57 anni il 31 marzo 1995. Su questo omicidio è famosa la dichiarazione dell’indimenticabile magistrato sanseverese LUCIA NAVAZIO che si occupò del caso e che denunciò coraggiosamente: <<LA PARTE SANA DELLA CITTÀ CAPOLUOGO NON VOLLE COLLABORARE CON LA GIUSTIZIA>>; e ancora NICOLA CIUFFREDA, imprenditore di 53 anni, ucciso il 14 settembre 1990 con una decina di pistolettate per aver rifiutato una tangente di 2 miliardi; e poi i coniugi di Candela ENNIO PETROSINO e ROSA ZAZA, di 33 e 31 anni, freddati il 25 agosto 1999 mentre tornavano da una vacanza in Croazia; ancora MARIA INCORONATA RAMELLA e INCORONATA SOLLAZZO, due braccianti agricole morte in un incidente stradale su un furgone di ‘caporali’ sul quale viaggiavano stipate 17 donne; MATTEO DI CANDIA, pensionato di Foggia, assassinato mentre festeggiava il suo onomastico; HYSO TELHARAI, 22enne bracciante albanese, ucciso il l8 settembre 1999 da ‘caporali’ mentre lavorava ancora nei campi dopo l’imbrunire; DOMENICO DE NITTIS e ROMANO e CARMELA FASANELLA, morti in un incendio di origine mafiosa a Peschici il 24 luglio 2007; LUIGI e AURELIO LUCIANI, fratelli di 48 e 43 anni, trucidati il 9 agosto 2017 da un commando mafioso presso la stazioncina ferroviaria di S. Marco in Lamis; ancora QUATTRO BRACCIANTI morti il 4 agosto 2018 in uno ‘strano’ incidente stradale; e infine DODICI BRACCIANTI AGRICOLI AFRICANI morti su un furgoncino da rottamare dopo una interminabile giornata di lavoro sotto il sole il 6 agosto 2018.

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