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Perdere la Trebisonda e… ritrovarsi per combattere il cyberbullismo

Perdere la trebisonda è un’espressione della lingua italiana che equivale a perdere l’orientamento, perdere il controllo della situazione, essere fuori di sé più in generale.
Ma noi a Trabzon abbiamo ritrovato la nostra Trebisonda. In Turchia dal 27 novembre al 3 dicembre, presso la scuola “Cudibey Ortaokulu”, una delegazione dell’Istituto Secondario di I grado “Petrarca Padre Pio” composta da quattro alunni: Francesca Prattichizzo (3F), Fabio Di Capua (3A), Simone Colangelo (3A), Federico Prattichizzo (3A) e due docenti: Mariachiara Giarnetti e Susanna Cirillo, ha vissuto una settimana di attività programmate dal progetto, all’insegna della ricchezza della diversità e della lotta ai cyber bulli.
È stata la terza mobilità del progetto Erasmus+ “Fully Avoid Bully”, che ha per obiettivo il contrasto al bullismo e cyberbullismo e che vede coinvolte scuole partner provenienti da Italia, Spagna, Turchia, Macedonia del Nord e Romania.
In ogni mobilità ci sono ragazzi che già si conoscono e si fanno nuove amicizie aiutati inizialmente dalle attività icebreakers, dalle presentazioni dei vari Paesi e dai lavori di gruppo. I nostri alunni hanno tanto apprezzato una Actionbound, una caccia al tesoro in cui, con i loro cellulari e il lettore QR code, hanno trovato luoghi nella scuola turca e eseguito istruzioni per completare un percorso. Altra attività coinvolgente è stata preparare dei cartelloni; ogni delegazione ha scritto uno slogan contro il bullismo e a tempo, in modalità staffetta, vari gruppi hanno completato con disegni tali lavori, esibiti
successivamente in un incontro con la polizia postale, che ha illustrato i pericoli e le insidie della rete.
Il tema del cyber bullismo è stato anche oggetto di approfondimento con un’interessante lezione-dibattito con docenti e alunni presso l’Università di Trabzon.
Infine il paese ospitante ha organizzato un workshop coinvolgente, finalizzato a costruire Fabman un astuccio a due volti, uno gentile, l’altro prepotente e in tale attività i ragazzi sono stati abilmente guidati da mani esperte e hanno acquisito importanti abilità operative. Il lavoro in gruppi internazionali favorisce l’utilizzo dell’ inglese per bisogni veri, i ragazzi si ritrovano a conversare in modo naturale, in lingua, acquisendo nuove competenze comunicative in contesti reali.
Non sono mancate visite alle attrazioni turistiche di questa antichissima città affacciata sul Mar Nero, ultima città bizantina indipendente ad essere conquistata dai turchi ottomani nel 1461. Il numero 61, legato a tale data, è diventato un simbolo intoccabile sempre presente. Grande interesse ha suscitato l’acquario cittadino, lo stadio della squadra del Trabzonspor, l’orto botanico, il Museo di Storia locale e il famoso Monastero di Sumela costruito su un dirupo a strapiombo sulla valle dell’ Altindere.
Tra le uscite fuori porta meritano una menzione particolare le famose grotte di Cal Magarasi, in cui poter osservare stalattiti, stalagmiti, ruscelli sotterranei e cascate di acqua.
I nostri ragazzi hanno apprezzato molto l’attività “Let’s pause our cell phones” sul lago Sera con giochi tradizionali realizzando che si può socializzare non solo sui social.
La Turchia, paese dai mille volti, profumi, colori, storia, cultura e tradizioni, ha esercitato un fascino indimenticabile su tutti noi, rapiti e immersi per i giorni della nostra permanenza in un mondo così diverso e così attraente. Porteremo nei nostri cuori per sempre le nostre giornate a Trabzon, scandite dai cinque adhan, (la chiamate islamica alla preghiera fatta dalla voce melodica del muezzin dal minareto della moschea), il profumo delle spezie, l’onnipresenza del tè (in turco çay), il caffè appena torrefatto, i dolci tipici della pasticceria turca, l’acqua di colonia a fine pasto, davvero in alcuni
momenti abbiamo avuto la sensazione di fare un salto nella storia e di vivere al tempo degli Ottomani.
L’ospitalità in Turchia è una regola di vita probabilmente dovuta alla posizione strategica del Paese: un ponte tra due continenti, abituata ad avere gente di passaggio. I nostri alunni per una settimana in famiglie locali sono stati accolti con calore e affetto e ricoperti di attenzioni e di doni.
La nostra settimana si è conclusa con una serata internazionale, accompagnata dal suono del kemence (strumento a corde tipico della regione del Mar Nero) e dalla danza horon a suggellare le esperienze e i legami stabiliti, il tutto allietato da un buffet prelibato, amabilmente preparato e offerto dalle famiglie ospitanti.
I rapporti che si instaurano durante queste mobilità e grazie ai progetti Erasmus sono indissolubili e sono per gli studenti che vi partecipano esperienze formative importanti e indimenticabili, si sperimenta la bellezza e la ricchezza della diversità, il rispetto per tutte  le culture e la curiosità di conoscere, molla di qualsiasi apprendimento.
Tutto ciò è reso possibile nel nostro Istituto grazie alla Dirigente Scolastica prof.ssa Carmen Fulvia dell’Oglio che crede e sostiene da sempre la progettualità: Erasmus, alla DSGA dott.ssa Eliana Mundi e a tutto lo staff di segreteria: c’è sempre tanto lavoro organizzativo prima, durante e dopo tali eventi. Siamo consapevoli degli sforzi necessari, ma convinti di procedere in questa direzione che apre la mente e il cuore dei nostri alunni, futuri cittadini del mondo. Tra un pò toccherà a loro e dovranno essere all’altezza della situazione per operare per il bene comune.

Arrivederci alla prossima mobilità Erasmus in Romania.
Prof.ssa Mariachiara Giarnetti Prof.ssa Susanna Cirillo

 

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