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PROPOSTA DI PROGRAMMA DI AMMINISTRAZIONE IN TEMA DI DISABILITA’

PROPOSTA DI PROGRAMMA DI AMMINISTRAZIONE IN TEMA DI DISABILITA’ che si sottopone alle forze politiche, sociali, culturali, economiche e imprenditoriali del territorio perché venga valutata l’eventuale inserimento nei programmi amministrativi per le prossime consultazioni elettorali.

I genitori di figli diversamente abili devonodedicar loro, non solo materialmente, ma anche mentalmente gran parte del loro tempo.

Infatti,ogni altro impegno è considerato una vera sottrazione ai propri doveri, una vera distrazione da quelli che invece devono riguardare i propri figli.La forza fisica e mentale è considerata esclusiva, solo per loro.

Non è uno stato che ti viene naturale ma ti prende un po’ alla volta. Gli appuntamenti con gli specialisti, le riabilitazioni, i vari ambulatori, gli ospedali e poi la scuola, con gli insegnanti e il sostegno con i problemi mai risolti, i centri specialistici, le associazioni, lo sport, non ti consentono di poter  pensare ad altro. E’ in questa condizione, senza che tu lo avverta, che si genera un  senso di responsabilità inconscio e inconsapevole, il dovere diventa passione e scopri di nutrire un Amore smisurato per tuo figlio. Ma non è sempre così. Avvenimenti particolari, brutte notizie, difficoltà che non ti abbandonano mai, ti buttano giù tanto da far venir meno la forza fisica e mentale per andare avanti. Lo scoraggiamento può essere tale da desiderare di scappare, isolarsi  in un mondo o ne “L’isola che non c’è”.

Questo nel migliore dei casi e quando i genitori non sono troppo avanti con l’età e non manca la salute.

Con queste brevi considerazioni un genitore di figlio diversamente abile non può che dedicarsi a proporre soluzioni non solo per il “Dopo di noi” ma anche per il “Prima e il durante con noi”.

Si, proprio così. C’è un percorso da analizzare e il Dopo di noipuò funzionare se anticipato da interventi e soluzioni che preparano genitori e figli, e quindi la famiglia, a vivere una vita degna di questo nome.

Da qui, per me, la proposta di avanzare un progetto che coniughi, quanto più possibile, i vari stati di una vita della famiglia con diversamente abili con le imprescindibili difficoltà che si incontrano tutti i giorni.

L’intento è quello di coinvolgere, per un verso, tutti i soggetti presenti nella società e nelle istituzioni e,per l’altro, calare l’intervento nel territorio con la sua cultura, le sue tradizioni e il suo paesaggio.

E’ solo grazie al nuovo contesto sociale che un genitore di diversamente abile si pone rispetto al problema non più in termini passivi, rassegnato al destino e all’isolamento, ma in modo attivo e propositivo. I primi passi si sono mossi grazie alle associazioni dei genitori e a quello che hanno aggregato attorno a loro. Nel nostro territorio ci sono realtà che sono riuscite ad aggregare un volontariato di qualità, in grado di gestire eventi di ogni genere, dallo sport alla cultura con sodalizi di altissima qualità. MA SI PUO’ E SI DEVE FARE DI PIU’. I tempi maturano una sensibilità in grado di pianificare e gestire relazioni di altro genere. Fino ad ora i rapporti sono per lo più limitati ai soggetti interessati e per questo l’inclusione vera e propria è ancora molto da venire. L’evoluzione della problematica deve porsi due obiettivi principali:

  • Gli interventi per il diversamente abile non possono continuare a essere a compartimenti stagno: le fasi di diagnosi, cura, riabilitazione e vita nel contesto devono essere osservate contestualmente e con l’opportuna programmazione e pianificazione da tutti i soggetti interessati.Gli aspetti sanitari e sociali devono essere un tutt’uno con le istituzioni scolastiche e culturali in genere, le divisioni provocano contrapposizioni e contraddizioni ingestibili sul piano operativo che vanificano o addirittura peggiorano le condizioni dei soggetti interessati e delle loro famiglie;

  • Gli interventi devono riguardare sempre e comunque tutta la famiglia e il contesto, tanto da osservare lo sviluppo dell’azione in modo complessivo, utile a valutare i risultati in modo concreto e realistico;

  • Gli interventi e le strutture dedicati alla disabilità non possono non coinvolgere a pieno il contesto del territorio, non basta coinvolgere il volontariato e l’associazionismo in genere ma anche e soprattutto il mondo dell’imprenditoria che dovrà scambiare con il tema in questione opportunità reciproche.

Gli obiettivi saranno:

  • Per affrontare il problema della disabilità occorre pensare al diversamente abile insieme alla sua famiglia e soprattutto a quei genitori che non saranno in grado di assistere da subito o in futuro i propri figli. Per questo le strutture previste nel regolamento regionale n. 4/2007devono avere la massima flessibilità. Non solo tra quelle per Disabili (artt. 55, 56, 57, 58, 59, 60, 60 bis, 60 ter) ma anche tra queste e quelle per Anziani (artt. 62, 63, 64, 65, 66, 67 e 68). Questo consentirebbe di affrontare le problematiche in modo specifico e individuale. Le risposte dovranno essere in grado di rispondere alle specifiche e peculiari condizioni dei singoli diversamente abili nel proprio contesto familiare;

  • Le strutture di cui al punto precedente non devono operare in autosufficienza e avulse dal contesto. Perché gli interventi risultino efficienti ed efficaci dovranno interagire con il mondo reale e cioè con quello economico-imprenditoriale. I risultati dovranno essere quelli di ottenere una vera inclusione e, per altro, consentire al diversamente abile di essere parte integrante della società. Si sta pensando all’impego del diversamente abile non solo in agricoltura con, ad esempio, gli orti sociali, ma anche nel commercio, la ristorazione, lo svago e l’intrattenimento, come si dirà meglio in appresso. Con tale presupposti i centri opererebbero invece che con dei singoli laboratori ma, efficacemente, nel concreto della vita di contesto. Sorvolo sui risultati inclusivi e riabilitativi e psico-motori che rinvio per l’analisi agli addetti ai lavori, ma di sicuro la prospettiva sarà quella di dare dignità e felicità ai soggetti interessati e non solo. Infatti le attività saranno rivolte anche ai genitori anziani che potranno essere impegnati nei vari mestieri e perché no, potranno svolgere ruoli di sostegno e assistenza ai diversamente abili. Il risultato, pertanto, sarebbe di dare dignità anche a questi e motivarli a condurre una vita motivata.

Con queste premesse è necessario  sviluppare la proposta del contesto.

Le maggiori difficoltà sono proprie nel contesto e sono convinto che se l’attenzione viene posta su questo aspetto, fin dall’inizio, la gestione degli interventi sarà molto più efficace e concreto. L’obiettivo è anche quello di poter sviluppare un progetto utile allo sviluppo locale, l’handicap non come un problema ma come un’opportunità.

Lo spirito è quello di iniettare nella nostra realtà territoriale una dose di ottimismo solidale. Le attività da avviare nel contesto sarebbero in rete tra loro grazie proprio alla disabilità. Il contesto che per me è ”L’ISOLA CHE NON C’E’” è il sogno di cui ogni genitore di diversamente abile ha bi-sogno di avere per sperare che i propri figli vivano una vita degna di essere vissuta.

IDEATORI DEL PROGETTO: Le famiglie dei diversamente abili con le Associazioni di volontariato.

PROMOTORI: Gli Enti locali (Comune e Regione) con la Sanità, le Istituzioni scolastiche, tutte le Associazioni culturali e di volontariato del territorio, Associazioni di categoria, sindacati,  e professionisti.

FINANZIATORI: Comunità Europea e privati.

Gli elementi cardini del progetto sono:

  1. Natura;
  2. Salute;
  3. Indipendenza, incrociando le diverse abilità e le più ampie attività prospettate con l’intervento proposto;
  4. Il contesto inteso come paesaggio;
  5. L’intervento dovrà essere inteso come Servizio Pubblico.

CARATTERISTICHE GENERALI DEL SITO

L’area oggetto dell’intervento rappresenta la prima scelta importante. La campagna si ritiene quella più adatta sia per creare un clima naturalistico che agevola lo stato psicologico sia perché più versatile per le attività che si intendono prevedere.

Urbanisticamente, l’intervento oltre a essere necessariamente compatibile con il PUG e il PPTR, dovrà essere condotto con l’impostazione dello sviluppo sostenibile e mirare comunque a:

  1. a) Tutela dell’area;
  2. b) Salvaguardia delle coltivazioni;
  3. c) Recupero degli edifici esistenti;
  4. d) Valorizzazione del patrimonio ambientale e storico culturale.

CARATTERISTICHE DEL PROGETTO

Il progetto si pone il fondamentale obiettivo di realizzare un contesto di accoglienza per i diversamente abili e le loro famiglie tanto da poter anticipare il Dopo di Noi  con il Prima ed il durante con Noi. E’ necessario procedere a contestualizzare gradualmente la presenza dei soggetti interessati in un ambiente che li rassicuri e che faranno proprio anche grazie alla presenza della famiglia. Per questo sarà necessario pensare,prima di tutto,a strutture in grado di ospitare le famiglie con genitori anziani per il futuro abbandono dei figli diversamente abili.

Opere e interventi previsti.

  • Strutture previste nel Regolamento Regionale n. 4/2007, attuativo della L.R. n. 19/2006

( Strutture per Diversamente abili e Strutture per Anziani);

  • Strutture prettamente agricole e destinate alla trasformazione e commercializzazione dei

prodotti agricoli;

  • Cinema e teatro;

  • Mensa– ristorante con bar e intrattenimento;

  • Servizi complementari, lavanderia e servizi tecnici;

  • Strutture sportive;

  • Sedi di associazioni di volontariato;

  • Area da destinare alle coltivazioni agricole, serre e orti;

  • Area da destinare a parco e giardini e parcheggi.

  • Le strutture sanitarie e per la riabilitazioni se non le si vogliono tenere nelle singole strutture

di cui al citato R.R. possono essere concentrate per l’intero contesto.

Gran parte dell’area sarà destinata alla coltivazione agricola proprio perché sarà il motore del contesto. Le attività che si svolgeranno da parte dei diversamente abili, accompagnati dagli operatori, saranno valutate e programmate per la valorizzazione delle specifiche e singole condizioni e abilità per migliorare l’autonomia e l’indipendenza.

Il progetto intende coinvolgere, come si è detto, oltre agli anziani presenti nel contesto, anche il capitalee le iniziative dei privati sia come volontariato che come imprenditoria, Gli operatori che accompagneranno i diversamente abili quindi saranno sia quelli che si occuperanno dell’assistenza che quelli dedicati specificatamente  al settore, questo anche per quanto riguarda le altre Attività (Commercio, ristorazione, svago e intrattenimento).

La coltivazione del terreno si tradurrà col tempo in maggiori opportunità di attività e nell’accrescimento dello spirito di tutela e di valorizzazione auspicato dallo stesso PUG, prevedendo la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli ottenuti e valorizzandone le eccellenze nel rispetto della tradizione e della biodiversità locale (con maggior riguardo nei confronti dei prodotti a rischio estinzione, come il cotogno, il melograno, il gelso, ecc.)

Il progetto prevede il recupero degli edifici esistenti e gli ampliamenti  attuabili per finalità agro-turistiche nonché residenziali non prettamente agricoli, per la sussistenza dello specifico fabbisogno non altrimenti soddisfacibile, ovvero della maggiore onerosità delle alternative possibili, in termini di bilancio ambientale, economico e sociale complessivo (Vedi art. 7.2.3 delle NTA del PUG).

Il parametro edificatorio resterà compreso nei 0,03 mc/mq.

L’impostazione progettuale sarà improntata sulla sostenibilità e pertanto le tecnologie costruttive prescelte sono quelle della bioarchitettura coniugata all’uso di materiali e tecniche locali, rivalutando quelle storiche e tradizionali (in particolare il mattone “quatt a palm” e la pietra di Apricena). Si punterà soprattutto all’efficienza energetica adottando il fotovoltaico e ricorrendo alle tecniche tradizionali di raccolta dell’acqua piovana.

L’obiettivo finale sarà quello di rivitalizzare il contesto con un intervento che, improntato all’attività agricola, migliori la redditività economica grazie alla stretta relazione con la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e con il valore aggiunto del turismo agreste che si espleterà con l’agriturismo nella forma di “masseria didattica” .

Il risultato delle azioni si concretizza con il recupero colturale e culturale del contesto, che torna a essere paesaggio, per dialogare con l’intero territorio, grazie allo strumento sociale di valorizzazione delle abilità dei diversamente abili che opereranno  per vivere una vita sociale nella quale potranno esprimersi e relazionarsi con l’intera comunità grazie alle opportunità offerte dal progetto.

Tutte le risorse (economiche, materiali, culturali, ambientali, storiche e sociali) sono impegnate a ricostruire il dialogo:

– tra il sito prescelto e l’intero territorio;

– tra i residenti dell’intervento e l’intera comunità.

La proposta così come avanzata soddisfa il fabbisogno non altrimenti soddisfacibile, ovvero della maggiore onerosità delle alternative possibili, in termini di bilancio ambientale, economico e sociale complessivo (Vedi art. 7.2.3 delle NTA del PUG) e ipotizzando, come si propone, una ubicazione  in zona pediurbana chesi coniuga, in modo esclusivo, l’esigenza di servizio – azienda dell’intervento con la prossimità al  centro urbano, utile a garantire  e agevolare la migliore relazione tra il progetto e la città.

Per ultimo è necessario accennare alla necessità di prevedere nel contesto un centro di formazione continuo che avrà la peculiarità di essere utile oltre che agli operatori specializzati che opereranno nel contesto che anche agli ospiti (diversamente abili e anziani) che saranno impegnati nelle diverse attività.

Lo studio di fattibilità dovrà verificare l’opportunità che l’intervento sia finanziato interamente dalla comunità europea per la specificità dell’intervento sia per l’obiettivo che si è posto sia per la ripetibilità in altri stati europei.

Occorrerà dimensionare il progetto, in seno al Piano Sociale di Zona, di cui San Severo è il comune capofila, per definire se  lo stesso debba interessare anche tutto l’ambito.

La presente proposta non è certamente esaustiva ma può essere la base di discussione da sottoporre ai cittadini e ai soggetti direttamente interessati dalla problematica. E’ certamente necessario acquisire il contributo degli specialisti e degli operatori del settore e in particolare di tutte le associazioni che operano nell’area di intervento.

Arch. Pasquale Mininno

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