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RICORDI SANSEVERESI – CARMINA BURANA

di ENZO VERRENGIA

Vi fu un tempo in cui anche a San Severo la condizione di studente universitario non era un parcheggio prima della disoccupazione ma il trampolino verso l’esistenza. Le migliori professioni scaturivano dalla laurea. Di qui la FESTA DELLA MATRICOLA. Si teneva nei giorni a ridosso delle vacanze natalizie, quando le scuole venivano chiuse e grandi masse giovanili tornavano a casa dalle sedi spesso lontane delle università scelte. Questo perché, oltre ad essere dei privilegi, le varie facoltà erano ubicate anche agli antipodi della penisola. L’Italia, fra le altre cose, ha una forma geografica unica in Europa. Gli arabi la chiamavano “IL PAESE TROPPO LUNGO”.

Le torme universitarie celebravano sè stesse innanzi tutto ritrovando le radici linguistiche. Di qui i manifesti pieni di latino maccheronico intriso di dialetto e doppi sensi perfino osceni, comunque esilaranti e dunque perdonabili. Poi, una specie di carnevale errante, con relativi carri allegorici. Il tutto nella tradizione che risaliva al medioevo. I goliardi, nei secoli bui, vagavano infatti da un centro urbano all’altro per apprendere. Tracce di questo passato si trovano nei CARMINA BURANA, che CARL ORFF avrebbe musicato con grande successo.

Gli universitari sanseveresi sfoggiavano le feluche, i cappelli alla ROBIN HOOD, ciascuno di un colore differente, a seconda del corso di studi. Pubblicamente avveniva, in Piazza Municipio, il PROCESSO ALLA MATRICOLA, che oggi si accuserebbe di BULLISMO. Allora, invece, senza l’incubo del politicamente corretto, vigeva la libertà del divertimento o dello scherzo pesante.

La FESTA DELLA MATRICOLA culminava in due grandi eventi mondani. La RECITA TEATRALE e il VEGLIONISSIMO. Sul palcoscenico del Teatro “Verdi”, si esibivano attori dilettanti in parodie dei classici e scene vernacolari, con costumi noleggiati, per gli scketch musicali, dalla ditta ALBERANI di Bologna, che li forniva anche a CINECITTÀ per importanti produzioni cinematografiche.

La platea, in seguito, con le sedie accantonate nel retro-palcoscenico, diveniva l’immensa pista per le danze del veglione, alla cui colonna sonora provvedevano grandi musicisti dell’epoca. Fra di loro, NICO FIDENCO, SERGIO ENDRIGO, ROSANNA FRATELLO, THE SHOWMEN, LARA ST.PAUL, LA ROMAN NEW ORLEANS JAZZ BAND. Non meno importanti, i complessi locali: FRED E I PARKER BOYS e BELVE DENTRO di Foggia e i mitici GABBIANI DEL SUD di San Severo, protagonisti della prossima puntata di questi ricordi. Restate su questo canale, giornalisticamente parlando..

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