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RIFLESSIONE SULLA SCUOLA E SUL RUOLO DELL’INSEGNANTE

Curare il gregge e andare in cerca delle pecore, specialmente di quelle lontane o smarrite”. È  la consegna del Papa ai vescovi dei territori di missione. “A immagine del Buon Pastore – ha proseguito –  siete inviati a curare il gregge e andare in cerca delle pecore, specialmente di quelle lontane o smarrite; a ricercare pure nuove modalità per l’annuncio, per andare incontro alle persone; ad aiutare chi ha ricevuto il dono del battesimo a crescere nella fede, perché i credenti, anche quelli ‘tiepidi’ o non praticanti, scoprano nuovamente la gioia della fede e una fecondità evangelizzatrice”. In particolare, Francesco ha esortato i vescovi “ad incontrare anche le pecore che non appartengono ancora all’ovile di Cristo”, partendo dalla consapevolezza che “l’evangelizzazione è essenzialmente connessa con la proclamazione del Vangelo a coloro che non conoscono Gesù Cristo o lo hanno sempre rifiutato”.

Ho scelto, come metafora, e per estensione di significato, l’invito e l’insegnamento di Papa Francesco per la mia riflessione sulla scuola, ma, soprattutto, sul ruolo dell’insegnante, che sembra aver perso la propria identità, per diversi aspetti e cause, privilegiando attività trasversali a quelle ordinarie, perché remunerate, pur se in modo misero ed umiliante, e che richiedono, per la loro realizzazione, un tempo aggiuntivo piuttosto notevole.

Tutto questo a detrimento – magari – di quella sana pedagogia che da sempre aveva caratterizzato la scuola, nel suo insieme, nonché della professionalità del docente, continuamente impegnato a ricercare e sperimentare metodologie efficaci per favorire negli alunni la conoscenza dei contenuti formativi, essenziali e inderogabili, per una crescita integrale della persona, sia sul piano psicologico che culturale.

Oggi assistiamo ad un decadimento dell’impareggiabile ed insostituibile risorsa istituzionale che è la scuola! I più attempati ricordano, con sana nostalgia, il valore dell’istruzione, strumento di riscatto sociale e di inserimento nei gangli della vita sociale ed operativa! … Ci avevano insegnato e distillato che “Nulla ci è dato senza un tenace impegno”!

Con “La buona scuola” (!) stiamo celebrando il “de profundis”: impera confusione tra circolari e disposizioni varie, incertezza se non incostituzionalità del diritto, in alcuni casi, creando un clima di esasperante conflittualità, e spinta ad agire unicamente per interessi personalistici!

È’ avvilente constatare la impreparazione, l’arroganza, la prosopopea di alcuni “illuminati” dirigenti scolastici, tronfi per il ruolo loro assegnato, grazie anche allo scempio della legge 107 (che se il diritto non è diventato merce di scambio, al più presto dovrà decadere, poiché sono state raggiunte un mare di firme referendarie, che, a tutt’oggi, giacciono!).

Non vorrei entrare nella logica delle prove concorsuali per diventare dirigenti scolastici! Un impianto strutturato a quiz, cui seguono altre due prove scritte (egregiamente superate da impavidi maestri di copiature), dopo le quali, si è ammessi all’orale. Qui si gioca la partita! Bisogna individuare ed “agganciare” qualche componente la commissione, attraverso l’intervento squallido, sporco e spregevole di ESPONENTI POLITICI INFLUENTI, per assicurarsi, senza badare a spese (è un investimento per il futuro) l’esito finale.

E che dire, poi, di alcuni componenti le commissioni che erano anche “preparatori” privati! Chi è stato scoperto e denunciato è stato sostituito, ma comunque sempre impegnato a formare i futuri dirigenti privatamente, avendo relazioni personali con politici la cui identità è nota e, in alcuni casi, sotto i riflettori della magistratura! CHE VERGOGNA!!!

                                                                                       prof. MARIO DI VIVO

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