SAN SEVERO: Appello al Sindaco del figlio del valoroso Willy Bocola
Ci è pervenuto in Redazione un APPELLO del figlio del valoroso Willy Bocola, del quale il nostro giornale si è occupato più volte di recente per ricordarne gli atti di eroismo. Ecco il testo della lettera che la GAZZETTA
condivide appieno e pubblica volentieri:
“Caro Direttore,
sono Sandro Bocola, ho 82 anni e vivo da moltissimi anni in Svizzera. Alcuni mesi fa il mio congiunto, prof. Mario Bocola, ha presentato istanza al Sindaco di San Severo per la intitolazione di una strada o, in alternativa, di un altro luogo pubblico per onorare la memoria di mio padre Willy Bocola, valoroso capitano dell’Aeronautica militare che si è meritoriamente distinto in brillanti operazioni acrobatiche con la Squadriglia Folle, prima antenata delle attuali Frecce Tricolori, stabilendo il record mondiale di volo rovescio. Inoltre ha preso parte alla Trasvolata Atlantica insieme con Italo Balbo ricevendo onori dal Capo del Governo, Benito Mussolini. La sua brillante carriera militare purtroppo si è tragicamente spezzata nei cieli della Cirenaica il 22 dicembre 1936. Le imprese di mio padre sono ampiamente documentate e rappresentano una bella pagina di storia nazionale e locale. È mia intenzione, tramite il suo Giornale, lanciare un accorato appello al Sindaco della Città di San Severo, affinchè, nel più breve tempo possibile, convochi la Commissione Toponomastica cittadina per decidere e ratificare quanto il mio caro congiunto ha chiesto per poi giungere celermente alla cerimonia di intitolazione di strada o altro luogo pubblico alla memoria di mio padre. Sono stato a San Severo per l’ultima volta nel 1960 e quindi è mio desiderio ritornarci per un evento cosi importante per la storia cittadina. Purtroppo l’età, caro Direttore, si fa sentire e vorrei che questo desiderio si avverasse al più presto. Ne gioverebbe non solo la mia famiglia ma l’intera cittadinanza di San Severo di aver avuto un provetto figlio che l’ha resa grande con le sue straordinarie imprese acrobatiche.”
Un affettuoso saluto. Sandro Bocola