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SAN SEVERO – IL DIALETTO ARTISTICO PER RISCOPRIRE LA CITTÀ

Il dialetto artistico è una speciale versione della lingua locale, levigata dalla musicalità, dalla poesia e dalla narrativa tipica delle canzoni, del testo poetico e delle arti in genere, che può costituire un importante esempio positivo di linguaggio, finendo col condurre persino ad una riscoperta linguistica e paesaggistica.
Ci si chiederà: ”Ma che cosa c’entra mai il dialetto col paesaggio?” Bene, se consideriamo il rapporto tra linguaggio e pensiero e tra questo e la percezione-costruzione del paesaggio, il legame è presto spiegato.
Sarà così che fornendo una forma di dialetto rivisitato dalle arti, ancora più ricco di quello quotidiano, per immagini, pensiero e sonorità, si condividerà un mezzo straordinario di rivisitazione e riscoperta della propria terra e infine della propria identità – incidendo anche sull’autostima e sullo sviluppo della persona.
Da qui l’importanza di sostenere e coltivare in un’ottica di miglioramento ed evoluzione i dialetti, linguaggi originari e identitari, in cui si sedimentano nei secoli immaginari antichi: veri e propri scrigni di conoscenza di sé e del mondo.
Centrale a tal fine l’opera degli autori, scrittori, poeti e dei musicisti in Lingua Madre, i primi che possono fornire con le opere create e rappresentate la versione estetica della lingua, depurandola dalla grossolanità a cui spesso è soggetta e che la lascia fraintesa e sottovalutata.
La bellezza e la forza dei dialetti, lingue del vissuto, dell’azione e quindi pratiche, si estendono naturalmente alla poesia, grazie alla tensione emotiva, alle sonorità naturali, ai colori e al ritmo che li intesse.
Tutti elementi offuscati da un uso quotidiano solitamente essenziale e ripetitivo, fatto di formule che finiscono con il riscrivere un copione consumatissimo, da cui la scrittura creativa dialettale riesce a
liberarsi, per regalare al lettore e all’ascoltatore un altro dialetto, carico di introspezione, emozioni, ricordi, riflessioni, e presentato nell’insolita forma narrativa o in versi – spesso rincorrendo lo sguardo fotografico, aperto sul dettaglio o sul paesaggio urbano, storico, naturale, a svelare bellezza.
Nasce allora l’opportunità di considerare il dialetto artistico quale mezzo didattico affine e complementare ai tradizionali, con pubblicazioni, dibattiti, spettacoli e rappresentazioni che lo portino nelle scuole, nelle associazioni culturali, nelle piazze, tra la gente, con un nuovo profilo. Agli autori e agli interpreti il compito di affiancare alla tipica ironia popolare, il racconto e la poesia dialettali, al pubblico l’impegno di condividere apertura e rispetto verso la Lingua Madre.
Di seguito una poesia tratta dalla raccolta in dialetto sanseverese ‘u pucchète – Il peccato
Come Sante
E camine,
mméze a l’erve e a stà nègne,
ca ce fréche poste e chelure,
e recorde e delure,
annascuse abbasce a ’u core,
andò ‘u sole nn’arrive,
e l’occhije toje arreposene
come Sante, c’hanne pérze a vije.
Come santi
E cammino,
tra l’erba e questa nebbia,
che ha rubato luoghi e colori,
e ricordi e dolori,
nascosti in fondo al cuore,
dove il sole non arriva,
e gli occhi tuoi riposano
come Santi, che hanno perso la via.
Nazario Tartaglione

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