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UNA CITTÀ D’ARTE … DISCUTIBILE!

di ENZO VERRENGIA, SCRITTORE-GIORNALISTA  CULTURALE de “LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO”
Il passato è una terra straniera a San Severo. L’incipit del noto romanzo Messaggero d’amore, di LESLIE POLES HARTLEY, si addice alla città. L’irresistibile ascesa del SOTTOPROLETARIATO AFFARISTA che dilaga in politica, in troppi uffici e in strada sta cancellando anche la storia della comunità locale. Una storia dominata da giganti come i FRACCACRETA, NINO CASIGLIO e GIUSEPPE BERNARDO ANNESE, per citare i più recenti. Ma su tutti si erge il talento editoriale, la signorilità e il bagaglio di conoscenza di ALESSANDRO MINUZIANO. Insomma, dietro la facciata del DEGRADO ODIERNO vivono dei grandi la cui memoria viene di continuo profanata dalla CANEA VOLGARE che si vede impazzare da un angolo all’altro di San Severo.

A questa gente (?) non va certo proposta una SUBCULTURA che ne assecondi i bisogni più risibili, dalla sceneggiata al ballo di piazza, dalla sagra all’abboffata, dalla fiera allo spettacolo pirotecnico permanente. Sarebbe invece il caso di tacitarla obbligandola ad imparare IL CULTO DEI PROPRI ANTENATI SUL TERRITORIO. A ritrovare la misura della propria INCONSISTENZA nella contemplazione di figure la cui densità è irraggiungibile ma può fungere da ESEMPIO.

Si tratta di intervenire nella SCUOLA, nelle SEDI ISTITUZIONALI preposte alla tutela del patrimonio di arte e di cultura, nelle PROFESSIONI, nel TESSUTO CIVILE di San Severo. Iniziative quali i monumenti e le commemorazioni vanno integrate con una capillare opera di AMMAESTRAMENTO DI MASSE che ormai costituiscono solo CARNE DA MACELLO ELETTORALE.

Peraltro, malgrado lo stato delle cose, resistono ASSOCIAZIONI che in sé dispongono di ENERGIE e PERSONALITÀ capaci di quanto suggerito. A loro spetta un PROTAGONISMO che la politica ovviamente non riconosce, perché sarebbe un’ammissione di resa finale all’INTELLIGENZA.

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