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CENTO ANNI FA IL DELITTO MATTEOTTI

A Roma, 10 giugno 1924, il deputato GIACOMO MATTEOTTI, Segretario del Partito Socialista Unitario è appena uscito di casa. Si incammina sul lungotevere Arnaldo da Brescia per recarsi a Montecitorio. Sono all’incirca le 16.30. D’improvviso è aggredito e assassinato da una banda di sicari, membri della cosiddetta “Banda Dumini” istituita all’inizio di quell’anno per svolgere operazioni illegali contro gli oppositori. Una vera e propria organizzazione criminale, informale e segreta, che godeva della copertura della Presidenza del Consiglio. Il 30 maggio, undici giorni prima della sua uccisione, MATTEOTTI era intervenuto alla Camera dei Deputati denunciando con fermezza, dati alla mano, i brogli, le intimidazioni e le violenze che avevano caratterizzato sia la campagna elettorale sia le operazioni di voto nei seggi durante le elezioni politiche del 6 aprile precedente, elezioni vinte dalla lista nazionale fascista grazie alla Legge-truffa “Acerbo”. Al termine del suo intervento, tra le urla e le minacce provenienti dai banchi della maggioranza, rivolgendosi ai compagni di partito che si stavano complimentando, rispose: «Io il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il mio elogio funebre». L’istruttoria del processo MATTEOTTI fu presieduta da MAURO DEL GIUDICE, un magistrato di altissimo valore morale e giuridico nativo di RODI GARGANICO. L’insigne magistrato, fu rimosso dall’incarico su diretta pressione del Duce, che temeva di essere inquisito per la sua contiguità con gli assassini. Il magistrato fu promosso (promoveatur ut amoveatur, espressione con cui si allude a promozione o avanzamento di grado concessi con lo scopo di rimuovere una persona scomoda che ai suoi superiori non è gradita) e costretto a lasciare il suo ufficio romano per quello di Catania. Per saperne di più consiglio la lettura del saggio di TERESA MARIA RAUZINO, insegnante di Rodi Garganico, “MAURO DEL GIUDICE, UN MAGISTRATO SCOMODO”. Nel 1944, il Vice Sindaco e illustre legale ERNESTO MANDES, con una delibera di Giunta, reintitolò il Viale della Stazione di San Severo (vedi foto) da Viale ITALO BALBO, mandante dell’omicidio del Parroco don GIOVANNI MINZONI, a Viale GIACOMO MATTEOTTI, 20 anni dopo il suo assassinio.

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