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Eccoli, i candidati.

A tutti in questi giorni, sarà capitato di essere salutato con un sorriso a trentadue denti, e prima non era mai successo! Oppure di essere abbracciato con affetto o con una bella stretta di mano e prima non era mai accaduto! Altre volte vedere persone che ti vengono incontro, anche rincorrendoti, e prima non si era mai verificato! C’è, infine, chi ti deve parlare “dopo” o ti vuole offrire un caffè, anche questo un raro evento. Se non si contestualizzasse il momento, verrebbe quasi da pensare che qualche aereo abbia diffuso una scia chimica piena di una sorta di virus della gentilezza e del buonumore, provocando questi comportamenti insoliti, almeno credo lo siano per la maggior parte di noi.

Poi invece, il raziocinio prevale sulla fantasia e ti rendi conto di essere in campagna elettorale e tutte queste persone non sono altro che affette dalla malattia della ricerca del voto, i candidati. E’ vero che molti cercano il tuo consenso con discrezione, ma la maggior parte, a volte incurante delle buone maniere, lo fa senza ritegno e con vere facce di bronzo, si rasenta lo stolkeraggio. Tutti hanno la soluzione ai mille problemi della città, della gente, dei diversi settori lavorativi, soluzioni tenute nei cassetti e tirate fuori a lucido per l’occasione. Credo che candidarsi sia una cosa seria, bisogna avere competenze, conoscenza del territorio, istruzione e stare dalla parte della gente, perché si è parte di loro, della collettività. Non ci si candida per riempire le liste, o perché me lo hanno chiesto, oppure perché io sono o voglio provare.

Molti serviranno solo a portare fieno in cascina. Servono motivazioni forti e idee brillanti per il benessere di tutti i cittadini, poi se sono sogni ad occhi aperti, meglio ancora. Un candidato serio, è spinto dagli elettori stessi che ne riconoscono le sue capacità e non riceve il consenso per favori prestati e fatue promesse elettorali, che tra un mese, improvvisamente diverranno inapplicabili ed impossibili. Si, sbagliamo anche noi quando chiediamo un ricambio per il voto, invece di sposare le sue idee, i progetti per un miglior futuro e la risoluzione di molti problemi della collettività. Tanti in questa tornata, hanno fatto un passo indietro, lasciando spazio a forze giovani e nuove della politica, altri hanno rinunciato non riconoscendosi nell’attuale modo di praticarla. Penso sia necessario riprendere le vecchie scuole di politica e tornare ai partiti che ne erano custodi e formatori e ai quali si rispondeva sempre come militanti, eletti e non eletti.

Oggi c’è solo molta confusione e caccia all’ultimo voto, ma motivazioni di fondo non se ne vedono, all’infuori del sedersi sugli scranni di Palazzo Celestini e incassare i gettoni di presenza. Allora come concludere se non rivolgendo un messaggio ai poco più di 500 candidati alla carica di consigliere comunale: siate seri e rispettosi degli elettori che vi hanno preferito, ascoltate i loro suggerimenti per il bene comune e, passata la tornata elettorale, continuate a sorridere, ad abbracciare e salutare ed offrire caffè a chi ha creduto in voi dandovi la sua fiducia.

Firmato C.F.T.

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