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Nuoro, boss della mala foggiana evade dal carcere: è caccia all’uomo

Marco Raduano, che scontava l’ergastolo, è fuggito dal penitenziario di Badu ‘e Carros scavalcando il muro di cinta con alcune lenzuola annodate.

A Nuoro è caccia all’uomo dopo che il boss della mala foggiana è evaso dal carcere di Badu ‘e Carros. Marco Raduano, 39enne pugliese che scontava l’ergastolo in regime di alta sicurezza, è fuggito scavalcando il muro di cinta tramite alcune lenzuola annodate.

In tutta la zona del Nuorese sono scattate immediatamente massicce ricerche. Raduano, detto “Pallone”, è un elemento di spicco del clan dei Montanari, egemone nel territorio garganico e non solo. L’evaso ha condanne per omicidio, violazione delle leggi sulle armi e altri reati.

“Il Sappe in diverse occasioni ha segnalato la carenza di personale di polizia penitenziariache impedisce di assicurare una scrupolosa vigilanza in visione della tipologia di detenuti reclusi nell’istituto di Nuoro”, ha denunciato Luca Fais, segretario regionale per la Sardegna del Sindacato autonomo polizia penitenziaria.
“In Sardegna ci sono ben 4 istituti che custodiscono detenuti di alta sicurezza appartenenti ai vertici della criminalità organizzata e tutti sono in grande difficoltà a causa della carenza organica – ha aggiunto il sindacalista -. Anche la casa di reclusione di Oristano ha gravissime difficoltà a garantire l’ordine e la sicurezza a causa della carenza di organico pertanto riteniamo indispensabile che con l’immissione in ruolo dei neo agenti, prevista a luglio e settembre, vi sia una congrua integrazione organica per prevenire anche situazioni di questo tipo che allarmano tutta la comunità sarda”.
Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “quel che è successo è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più. Denunciamo da tempo che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, l’aver tolto le sentinelle della polizia penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza in organico di poliziotti, il mancato finanziamento per i servizi anti-intrusione e anti-scavalcamento”.”La politica – ha concluso – se n’è completamente fregata. Questa evasione è la conseguenza dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari e delle carenze di organico della polizia penitenziaria, che ha 7mila agenti in meno. Smembrare la sicurezza interna delle carceri favorisce inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui”.
fonte tgcom24

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